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PRIMO FAN FIC CONTEST consegna opere, Postatele qui

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Belvetta
view post Posted on 16/10/2007, 22:08     +1   -1




Come da titolo! :D

Importante: potete modificare le opere postate qui fino alla data dell'11.11.2007, alle ore 12.00, momento in cui partiranno le votazioni.
Quindi, non abbiate paura a postare qui opere di cui non vi sentite sicuri al 100%, perchè potremo, tutti insieme, aiutarvi a migliorarle!
:)

FAN FICTION

1) Grendizer -------------------------- CONSEGNATO!
2) Anamici31
3) GodzillaGMZ
4) Arpegius Copperplate
5) H. Aster ---------------------------- CONSEGNATO!
6)Reika 76 ---------------------------- CONSEGNATO!
7) Icarius ------------------------------ CONSEGNATO!
8)ZordenEvil -------------------------- CONSEGNATO!

Edited by Belvetta - 11/11/2007, 08:03
 
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ZordenEvil
view post Posted on 19/10/2007, 20:19     +1   -1




Dorwen contro il popolo di Melrok


Era notte fonda quando Dorwen si svegliò,pioveva e di tanto in tanto alcuni lampi tuonavano nel cielo illuminando tutto il paesaggio,si accorse subito che qualcosa non andava,Dorwen si ritrovo alla guida del Guttler x in mezzo a un bosco che non somigliava per niente a quello di Kariel dove era cresciuto,infatti,riusciva a vedere solo alberi scheletrici senza vita.
Dopo qualche minuto Dorwen decise che nolente o dolente doveva tornare al centro ricerche e spiegare perché mai avesse preso il Guttler x quando lo sguardo di Dorwen fu incuriosito da una strana luce rossa in lontananza,decise allora di dare un occhiata e cominciò ad avvicinarsi alla luce,aveva in cuor suo un brutto presentimento quando si sentii chiamare da una strana voce:
“Dorwen il giudizio finale sta per arrivare,pagherai per la tua insolenza,non avrai scampo,le fiamme dell’inferno sono qui per te”.
Non riusciva a capire da che parte venisse quella maledetta voce anche se continuava ad avvicinarsi a quella strana luce rossa.
La voce non accennava a diminuire,anzi divenne sempre più insistente e sempre più alta e pronunciava sempre le stesse parole.
“Dove sei rispondimi” gridò Dorwen,ma la voce non rispose alla sua domanda ma continuava a ripetere sempre le stesse parole,intanto era quasi arrivato in prossimità di quella strana luce quando si accorse che proveniva da un cratere,era molto sorpreso e tentato di vedere cosa ci fosse dentro ma il Guttler x era troppo grande per entrarci e non poteva certo scendere a piedi.
All’improvviso ci fu una scossa di terremoto molto violenta,la voce che ripeteva sempre la solita frase di colpo cambiò:
“Sciocco di un umano,non dovevi osare,non dovevi arrivare cosi in prossimità del cratere infernale,adesso morirai è la tua anima sarà mia”ha ha.
Quella risata indescrivibile era tale da trapassare l’anima,una voce che nessun umano dovrebbe mai udire,d’un tratto ci fu una nuova scossa di terremoto ma questa volta molto più potente della precedente quando quella strana crepa cominciò ad allargarsi notevolmente,una cosa strana stava uscendo da quel cratere,somigliava molto al Guttler x ma stranamente sembrava viva,aveva ali e coda quasi come se fosse una versione malefica del Guttler x.”Chi sei rispondimi” urlò Dorwen quasi come se volesse constatare se fosse tutto un sogno,si senti una voce che mille pugnali conficcati nel petto non sembravano nulla,“umano non mi riconosci?io sono te” la voce rispose.
All’udire ciò Dorwen rispose”mostro come osi dire questo,io difendo la terra,sono dalla parte della giustizia,degli umani,tu sei una bestia proveniente da Melrok non è vero?”dicendo queste parole Dorwen si mise in posizione di battaglia con il Guttler x come se già sapesse che la battaglia stesse per cominciare,ma quella bestia demoniaca invece di comportarsi come aveva previsto Dorwen agì diversamente,non accennava ad attaccare ma volle continuare il discorso.
Il mostro infernale fece un gran respiro è continuò”tu umano dici di essere nel giusto,ma in realtà la tua razza non è nemmeno degna di vivere,gli umani distruggono,bruciano,il loro unico interesse è dominare,siete capaci solo di dare sofferenze,non siete molto diversi da noi che proveniamo da Melrok”,ascoltando queste parole Dorwen si infuriò con il mostro “quello che tu dici sono solo menzogne,io sono diverso,gli umani sono diversi”Il Mostro allora inaspettatamente emise un sibilo seguito da una grossa risata “Ha ha,anche tu non sei diverso,quando tu combatti non uccidi forse esseri viventi?i mostri che tu distruggi non sono forse vivi?hai mai cercato di parlare con loro?hai mai tentato?.
Dorwen ascoltando quelle parole non rispose,il mostro continuò “cosa credi che sia io?io non sono altro che la trasposizione della tua anima,la parte che non esce in superficie ma esiste,mi hai creato tu,tutti hanno questo lato e prima o poi tutti ne devono rendere conto,i Demoni di Melrok non sono altro che lati oscuri di voi esseri umani,e fin quando esisterà malvagità,noi esisteremo.
Io sono te,ovvero il tuo io che non lasci uscire,ne dimostra il fatto che sia bastato aprire lo squarcio”.
“Che intendi dire con questo” disse Dorwen,”intendo dire” rispose subito il mostro “che tu nel tuo io covi la guerra,quando ho aperto lo squarcio,ho lasciato uscire tutto l’odio degli esseri umani,ed e bastato questo per farti salire a bordo di quel tuo ammasso di ferraglia”,Dorwen di colpo si inginocchio,pensando a tutto quello che aveva detto il mostro,di colpo però,il mostro attaccò e si scaglio con tutta la sua rabbia contro il Guttler x,Dorwen rispose sfoderando la sua spada,il mostro allora apri le sua ali demoniache per imprimere più velocità all’attacco e sfoderò una spada che emetteva delle fiamme,il mostro planò sul Guttler x fino a che non si scontrarono,i due si equivalevano,colpo su colpo lottarono alla pari come due antichi guerrieri,lo scontro sembrava fosse arrivato ad un punto morto,quando il mostro di colpo afferrò con la coda il Guttler x scaraventandolo a terra.
Il mostro rise “ha ha,che ti prende umano?forse hai deciso di espiare tutte le tue colpe con la morte?hai capito finalmente che la razza umana merita di morire?”Dorwen sentendo queste parole si scaraventò sul mostro che abbassata la guardia lo colse di sorpresa mozzandogli un braccio.
Il mostro emise un urlo spaventoso imprecando contro l’umano,Dorwen però non lo diede ascolto,i suoi occhi brillavano di una luce nuova,”hai ragione”disse,il mostro rimase in silenzio,Dorwen continuò”Hai ragione dicendo che ognuno ha un suo lato oscuro,ma esistono anche persone buone,persone che si sacrificano tutti i giorni per il bene nel mondo,persone che subiscono torti ed ingiustizie in silenzio,che sono in balia degli altri,che chiedono giustizia senza chiedere in cambio nulla,io combatto anche per loro e per loro devo sconfiggerti,per il bene dell’umanità,ma ti assicuro una cosa mostro”,Il demone tentò di reagire alzandosi e tentando di scaraventarsi con le punte delle sue ali sul Guttler x ma tempestivamente Dorwen accorgendosi del pericolo lanciò la sua spada conficcandola direttamente nel torace del mostro.
Guardando il Demone che si dibatteva fra mille tormenti continuo”ti assicuro che una volta che vi avrò sconfitti tutti,non importa quanti ne dovrò affrontare,distruggerò il Guttler x come simbolo di pace,perché gli umani a differenza del tuo popolo possono cambiare,e dopo aver distrutto il robot,prometto a me stesso di espiare tutti i miei sbagli,e se sarà il caso,anche gettarmi nelle fiamme dell’inferno,ma fino a quel momento per chiunque di voi che oserà risalire da Melrok,ad attendergli ci sarà solo la morte ”.
Dopo queste parole il mostro disse”Allora ti aspetteremo con ansia all’inferno per poter vendicare tutti i nostri fratelli che hai ucciso,ne arriveranno altri ancora dopo di me e vendicheremo il nostro popolo haaa”con un ultimo urlo il mostro cominciò ad agitarsi in un modo sempre più convulsivo fino ad esplodere in un enorme fungo atomico,nel momento della distruzione del mostro,la voragine dietro di lui si rinchiuse bloccando il passaggio di altre creature provenienti da Melrok.Ed e cosi che Dorwen continuò la sua lotta per proteggere il genere umano dalla minaccia del popolo di Melrok,impedendo a queste creature di creare un nuovo inferno sulla terra.


Questo è il mio primo racconto raga.,.,.non prendetemi in giro vi prego :face15.gif:
 
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Reika76
view post Posted on 6/11/2007, 21:22     +1   -1




MAIMIRI
Reika76

Tutto ciò, non è bello, nè facile o divertente.
Ma anche volendo non c'è modo di cambiare le cose, accettare la propria natura è sempre difficile e doloroso, specie quando si devono ingannare gli altri e : fingere, mentire sempre, comunque.

Che accadrà quando gli altri scopriranno il suo segreto?

Una lacrima silenziosa solca il viso, scivola lenta sulla guancia, la raccoglie sulla punta di un polpastrello prima di portarsela alle labbra, è oleosa, ma forse dopotutto, un piccolo scampolo di umanità le è rimasto.

Chiude gli occhi, di nuovo cercando di non pensare, di tagliare fuori dai ricordi chi le ha fatto questo,
e le ha rubato la vita.

Lei, esperta informatica ed unica responsabile dell'interfaccia bionica del Guttler X, è in realtà il suo cuore pulsante.
Delicata connessione tra il pilota e il robot, una simbiosi perfetta la loro.
Ma a che prezzo!

Posa la mano nel solco tra i seni, sperando di percepirvi qualcosa...nulla..nè un palpito nè un fremito.
Lì dove un cuore vero non batte da anni, c'è solo silenzio.

Assurdo.

Perchè continuare ad illudersi e tormentarsi, aumentando la rabbia , il dolore?



All'improvviso al monotono ronzare del generatore, si sostituisce un suono più intenso, quello dell'allarme attacco.

Osserva per un istante il led della cintura, portandolo a contatto con il corpo, torna azzurro, di un colore cupo , indaco come i suoi pensieri.

La carica è completa.

Si alza dal lettino, e stacca il cavo d' acciaio che le trafigge il corpo.
Abilmente nascosta nella piega dell'obelico, si annida la presa dell'alimentazione.

Resta immobile, per un solo istante nuda: un riflesso netto, nell'acciao del laboratorio. Un ghigno cattivo deforma le fattezze altrimenti perfette.

Una mano sfiora il gelido metallo.

Ecco cos' è, i suoi occhi vanno ben oltre le apparenze.

La voce del professore rimbomba tra le vuote pareti grigie :"Maimiri, presto, il Guttler è già sulla rampa di lancio"
Asciuga le lacrime , mentre finisce rapidamente di indossare la tuta.
Nessuno deve vederla piangere.
Lui, meno di tutti gli altri.

Hal Hisashi, tutto cio' che le resta.......

Lo ama da sempre, più di ogni cosa , è l'unico legame con la vita. Quando è con lui, può dimenticare, fingere di non sapere, tornare ad un passato così lontano che quasi non ne ha memoria.
Già perchè chi le ha fatto questo, non le ha neppure lasciato la possibilità di rifugiarsi nei ricordi.
I logori album nella sua stanza sono colmi di foto , ormai prive di significato.

Non è lei la ragazza ritratta in quelle immagini.
Non piu' ......

Attraversa come una scheggia i corridoi sotterranei.
La rampa semovente si solleva fino all'altezza dello stemma sul petto del Guttler, ha solo il tempo di lanciare uno sguardo a Hal che dalla cabina di pilotaggio le mostra il pollice alzato , ed un incantevole sorriso, prima di prendere il suo posto.

E' solo per lui,che accetta tutto questo.

Non c'è un sedile per lei, ma un vano neurale , modellato sulle forme del suo corpo,il pannello protettivo scivola silenzioso, richiudendosi alle sue spalle. Le sonde avanzano verso di lei come viscidi tentacoli, facendosi strada nel suo corpo, violando anche quel che resta della sua anima.

Se qualcuno potesse vederla ora, sa bene quale impressione ne avrebbe, i circuiti integrati completamente visibili, sotto il sottile strato siliconico della serica pelle.

Un cyborg: unico , potente , perfetto.

L' energia inizia a passarle attraverso, ridandole l'illusione del calore che ha da tempo perduto.

Gli occhi del robot brillano sinistri nell'oscurità dell'hangar, mentre il gigante d'acciaio riprende vita.

E' la voce di Hal a riempire il vuoto che ha dentro, riscaldando il suo minuto corpo freddo:

"GUTTLER X , AVANTI !"

Una nuova sferzata di potenza la scuote.
Per un attimo torna a sentirsi viva.

Un pensiero ancora, rimane un istante sospeso, prima che la furia della battaglia cancelli ciò che resta della sua umanità, ed è colmo di dolore:

"Una macchina puo' ancora amare?"
 
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view post Posted on 6/11/2007, 21:48     +1   -1
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Fratello di Trinità e Bambino

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CHI BEN COMINCIA…

– Professoressa… permette una domanda?
– Ma certo, Anna – Silvia alzò il viso dai fogli che stava esaminando.
– Ecco… mi chiedevo… ci occorre un pilota per il robot, ma… perché proprio lui?
Silvia esitò un solo istante: – È stato la scelta migliore.
– Ma, scusi – intervenne Rizzo, il suo assistente – non è stato anche l’unico a presentarsi per quel compito?
Silvia si tolse gli occhiali, li ripulì accuratamente e li rimise, prima di dardeggiare sul suo giovane sottoposto l’occhiata laser per cui era famosa – Già, l’unico. Per questo è anche stato la nostra scelta migliore. Altre domande?
Rizzo ed Anna si guardarono prima di rispondere in coro che no-o, non ne avevano più. Silvia allora sedette al suo tavolo e si mise al lavoro.
Anna, ventotto anni e un placido, gallinaceo cervellino celato sotto una massa riccioluta di capelli castani, si voltò verso Rizzo: – Ma perché credi che non si sia presentato nessun altro pilota per il nostro robot?
– Semplice – lui si passò una mano sulla zucca pettinata alla Kojak – Quanti conosci che siano disposti a far volare un robot che si chiama Guttler-X?
Qualcosa parve risvegliarsi nei neuroni di Anna: – Oh, ah. Certo, Gutta…
Guttler! – corresse seccamente Silvia, dalla sua scrivania – Si chiama Guttler, ricorda. Qualsiasi commento su quel nome…
– Via, professoressa – Rizzo sorrise, disarmante – Non è colpa nostra se lo hanno chiamato così.
– Infatti – convenne Silvia – Noi abbiamo dovuto accettare le cose come stanno, visto che il robot è stato progettato e finanziato da altri, mentre il nostro compito è solo renderlo operativo. Per cui, niente ovvie battute di genere gastro-intestinale. Siamo intesi?
– Certo – Rizzo ammiccò ad Anna: la leonessa s’era ammansita, erano salvi – Chi si lascia scappare anche una sola parola di troppo sul Guttal… Guttler, paga il caffé a tutti.
– Perfetto – Silvia tornò al suo lavoro, ma non riuscì a concentrarsi.
Aveva quarantacinque anni, era una bella donna alta e bruna, era un brillante scienziato, occupava un posto di prestigio come responsabile di quel Centro di Ricerche nel nord Italia, aveva davanti a sé una carriera sfolgorante… e le era piombato addosso l’ingrato compito di dedicarsi ad un robot finanziato da una grande multinazionale farmaceutica famosa per i suoi prodotti anti stipsi.
Cosa avevano detto…? Il primo robot italiano, su modello di quelli giapponesi… anche noi avremo il nostro difensore… un gran momento per l’Italia…
Silvia guardò sullo schermo l’immagine del Gutta… Guttler (maledizione!). Ma perché era toccato proprio a lei? Aveva ricevuto congratulazioni ed incoraggiamenti: il suo nome sarebbe stato scritto con quelli degli scienziati più celebri, Umon, Kabuto, Saotome e Silvia Rossi. Il loro pilota si sarebbe coperto di gloria come Tetsuya Tsurugi e Koji Kabuto.
Rivide improvvisamente l’uomo in questione, l’unico che avesse accettato quel compito.
Silvia Rossi era una fredda, efficiente scienziata, abituata a controllare perfettamente le proprie emozioni.
Questo fu l’unico motivo per cui non pianse.


Trent’anni portati con festosa incoscienza, un’ampia camicia stampata a fenicotteri dai colori chiassosi, il giovane entrò a vele spiegate nella sala centrale dell’osservatorio travolgendo nel suo passaggio una pila di carte sulla scrivania di Anna.
– Scusa, tesoro! Li raccolgo io! – si chinò bruscamente, e le sue vastità inferiori entrarono in collisione con il bicchiere di succo di frutta di Rizzo (quel giorno, banane biologiche coltivate in Burkina Faso) – Ooops!
Un’esclamazione di genere escrementizio esplose dalla strozza di Rizzo, e Silvia lo fulminò con un’occhiata: – Bene, Rizzo, oggi il caffè lo offri tu.
– Ma professoressa, non stavamo parlando del Gutta… Guttler, voglio dire!
– Non voglio sentire nulla di argomento gastro-intestinale, lo sai – e lei tornò alle sue carte.
Il colpevole di tanto disastro era mortificato: – Mi spiace… adesso ti pulisco la scrivania…
– No, non preoccuparti! – lo arginò subito Rizzo – Il succo non è caduto lì!
L’altro si rasserenò: – Ah, meno male.
– È sgocciolato sulla tastiera… – gemette l’infelice; ma sottovoce. Non voleva rischiare d’essere aiutato.
Il nuovo venuto si guardò allegramente intorno: ci voleva ben altro che due sciocchi incidenti a togliergli il buon umore! Non per nulla, la sua gioiosa, inarrestabile vitalità gli era valso da tutti il nomignolo di Panzer, con cui era universalmente conosciuto. Questo secondo lui. Che l’origine di detto soprannome andasse ricercato invece nella prorompente vastità che gli debordava da sopra la cinghia dei pantaloni era invece la versione del resto del mondo.
– Allora, capo? Oggi è il gran giorno! – esclamò Panzer, fregandosi le mani e dedicando a Silvia una delle sue occhiate assassine, da vero acchiappafemmine quale lui si fregiava di essere. C’era poco da fare, quella bella donna alta e austera lo faceva impazzire. Anche se in quel momento lo stava guardando come se fosse stato un bacherozzo caduto nella sua insalata.
Gli occhiali di Silvia balenarono, funesti: – Panzer, ti ho già detto più volte di chiamarmi dottoressa, signora, professoressa, ma non capo.
– Va bene, prof.
– Siamo a scuola, adesso – bisbigliò Rizzo ad Anna, la voce abbastanza alta perché fosse perfettamente udibile.
Silvia inspirò, e i suoi assistenti avrebbero giurato in seguito d’averle visto sbuffare scintille dalle narici; poi, mostrando una calma ammirevole riuscì ad esprimersi con un tono di voce ancora abbastanza amabile: – Vai a prepararti, Panzer. Cominceremo l’esercitazione al più presto.
Lui le dedicò uno sguardo adorante: – Certo, prof.
– Ti abbiamo preparato una tuta e un casco nuovi, li troverai nello spogliatoio – continuò lei, sforzandosi d’ignorare quegli occhi da triglia bollita che non la lasciavano un istante – Oggi farai la prima esercitazione all’esterno del laboratorio. Vogliamo vedere come si comporta il Gutt… ler sul terreno accidentato. Dovrai far muovere il robot su prato, per cui andrai sui pascoli a mezza quota; poi proverai a fargli fare qualche salita.
– Certo, prof. Nella dotazione ci sono ramponi e piccozza? – chiese Panzer, che aveva un fine senso dell’umorismo.
Altra occhiata inceneritrice: – Non scherzare. Quest’esercitazione è molto importante, il Guttler potrebbe dover affrontare un nemico in un combattimento a terra. Dobbiamo valutarne la stabilità e la capacità di muoversi su qualsiasi terreno.
– Facciamo anche una prova delle armi? – chiese Panzer, impaziente di sparacchiare raggi e lanciare lame.
– No, non sono state ancora collaudate a dovere.
– Appunto, allora non sarebbe il caso di cominciare a farlo?
– Non oggi! – gli occhiali di lei emisero i sinistri bagliori delle grandi occasioni: – Ascoltami bene, Panzer: non userai le armi. In particolare, non devi PER NESSUN MOTIVO anche solo sfiorare il pulsante dei raggi GX.
Panzer pensò a quell’invitante tasto rosso che campeggiava nel bel mezzo della consolle, e sospirò: – Come vuoi, prof.
– Al tuo ritorno, preparerai un rapporto dettagliato sull’esercitazione.
– Sì, e poi ne parleremo insieme! – colse la palla al balzo lui – Conosco un ristorantino…
– Panzer – il tono di lei non ammetteva repliche – vai a prepararti.
– Subito, prof! Per stasera, come mi vuoi: elegante, casual, o preferisci qualcosa di più…
– Ssst! – Silvia si guardò rapidamente attorno e vide che Anna e Rizzo stavano lavorando alacremente alle loro postazioni, il che significava che non stavano perdendosi una parola; non volendo arrischiarsi ad andare fuori in corridoio e restare a tu per tu con Panzer, Silvia abbassò la voce riducendola ad un sibilo glaciale: – Non ho nessuna intenzione di uscire con te, né oggi né mai. Casomai non l’avessi notato, tu hai trent’anni, e io qua… qualcuno di più.
– Ma prof, a me piacciono le donne più vecchie – rispose candidamente lui.
Silvia era Silvia, e incassò quel complimento così fine: – Resta il fatto che sei rozzo, goffo, insopportabile, cialtrone e…
– Sexy? – chiese lui, speranzoso. Vide che lei aveva preso a guardarsi attorno in cerca di qualcosa di possibilmente grosso, pesante e spigoloso da scaraventargli sulla testa e pensò di rimandare a più tardi il corteggiamento – Vado, prof. – sgattaiolò verso la porta, voltandosi un attimo prima di uscire: – Riprenderemo il discorso stasera, a cena.
Sparì, mentre Silvia esplodeva in un termine che generalmente non è contemplato nel vocabolario della vera signora. Ripresasi, affrontò gli sguardi allibiti dei suoi assistenti: – Va bene, ho capito. Domani il caffè lo offrirò io.


La vasta epa fasciata dalla tuta rossa e bianca, un casco dagli stessi colori che gli proteggeva la pur dura cervice, Panzer sedeva trionfalmente nella cabina di pilotaggio del più straordinario robot che avesse mai calcato con le sue enormi fette il suolo veronese. Con la disinvoltura del vero esperto, Panzer faceva scorrazzare Guttler sui pascoli portando lo scompiglio tra le mucche, che fuggivano in un gran risuonare di campanacci.
– Che ne dici, prof? – gongolò Panzer – Funziona benissimo!
Rizzo guardò sullo schermo il Guttler saltabeccare di fratta in fratta e diede di gomito ad Anna: – Non ti pare che somigli ad Heidi?
– Ridi, ridi! – gridò Panzer – Resta il fatto che questo gioiellino va che è un piacere!
– È ancora presto per dirlo, l’esercitazione è appena cominciata – gli tarpò le ali Silvia.
Panzer eseguì una rapida giravolta, accennò un passo di danza e concluse con una piroetta: – Che ne dici, prof? Ti pare che il Guttler sia sufficientemente stabile?
Anna e Rizzo si scambiarono un’occhiata: buffone o meno, Panzer stava rivelandosi un pilota più in gamba del previsto.
Persino la gelida Silvia dovette ammettere che sì, l’esame stava andando veramente bene: – D’accordo, Panzer, la prova su prato possiamo considerarla superata. Adesso vorrei vedere il Guttler su un terreno ondulato.
– Ai tuoi ordini, prof! – Panzer si guardò rapidamente in giro. Alla sua sinistra il prato formava una salita, dolce prima e piuttosto ripida poi, andando a finire in una zona rocciosa: – Adesso faccio salire il Guttler e poi provo a scalare la montagna.
– Non esagerare – disse Silvia.
– Potrei scavalcare il monte e arrivare fino al lago – continuò l’incosciente.
Silvia sussultò, quasi avesse ricevuto un pugno nel pancreas. Il lago di Garda era dall’altro versante… ed era il culmine della stagione turistica…!
– Tu non farai niente di simile! – esclamò, decisa.
– Hai paura che non ci riesca, e che possa farmi del male? – giubilò lui – Sei così preoccupata per me che…
– Non sono preoccupata per te! – omise all’ultimo istante il “bestia” che le sarebbe venuto spontaneo – Non devi andare al lago perché c’è pieno di gente, laggiù!
– Bene, così facciamo un po’ di pubblicità al Guttler!
– Panzer! – esclamò lei, il tono che non ammetteva repliche – NO!
Era un “no” da non ignorare, anzi, da far scattare sull’attenti, questo persino Panzer lo comprese: – Va bene, prof, se proprio ci tieni non porto il Guttler al lago a fare il pediluvio. Sarà per un’altra volta. Adesso provo a salire.
Silvia riprese a respirare: per un attimo, aveva davvero temuto che quel pazzo… beh, questo era un problema che né il professor Umon né gli altri suoi illustri colleghi avevano: un pilota deficiente che fa pure il cascamorto.
Guttler cominciò a salire con insospettata agilità: era evidente che i suoi piedi facevano bene presa sull’erba, e che anche sul terreno accidentato il robot si mostrava stabile. Panzer guidava senza la minima difficoltà, sembrava che avessero progettato il robot proprio per lui… un uomo, una macchina… proprio come i suoi illustri colleghi, Daisuke Umon, Tetsuya Tsurugi, Koji Kabuto. Già si vedeva ammesso al loro olimpo, parlar loro da pari a pari, rispondendo con la naturale modestia che lo contraddistingueva.
“Sei in gamba, davvero.”
“Grazie, Tetsuya. Anche tu sei forte.”
“Posso stringerti la mano?”
“Ma certo, Koji.”
“Sarebbe per me un onore considerarti mio amico.”
“Per carità, Daisuke, l’onore è mio.”
Naturalmente (e qui gli occhi di Panzer ebbero un luccichio pericolosamente libertino), oltre che i piloti maschi avrebbe potuto avere una conoscenza ravvicinata, possibilmente mooolto ravvicinata, anche con le gentili signore: Venusia, Maria, Sayaka, Jun… si vide, coperto di gloria, circondato dalle quattro meravigliose fanciulle adoranti che facevano a gara per disputarselo, mentre in un angolo Silvia si sarebbe macerata cuore, fegato e pure milza dalla gelosia.
– Panzer! – la voce di Silvia lo fece precipitare dalle sue rosee nuvolette – Fai attenzione, la salita sta diventando piuttosto ripida.
– Niente paura, prof – Panzer rallentò la velocità e il robot s’inerpicò agilmente su per il pendio.
Dall’alto della montagna, il panorama era stupendo: sterminate distese di prati, boschi che spiccavano d’un verde più scuro, qualche malga che biancheggiava qua e là. Giù a valle, si stendeva il ridente paese di Caprino, quel giorno affollatissimo per la cerimonia che segnava l’inizio della Festa d’Agosto. Centinaia di persone si erano riversate laggiù; su un palco, un sindaco dalla pancia fasciata col tricolore avrebbe tenuto il suo discorso, alcuni notabili, tra cui una dignitosa nobildonna e un roseo monsignore, avrebbero onorato la sagra della loro presenza, una banda avrebbe suonato festosamente.
Panzer considerò il paese quasi con tenerezza: ma sì, festeggiate, divertitevi. Ci penseremo il Guttler ed io a proteggervi.
Mancavano pochi passi, e sarebbe stato alla sommità del pascolo, dove l’erba cedeva il posto alla roccia… e là era in attesa il Fato, sotto forma della vacca Bettina.


Bianca e nera, quadrupede. A prima vista, pareva una mucca esattamente come tante altre.
Così almeno apparve agli occhi di Panzer, che in lei vide solo un animale presumibilmente dotato di scarsa intelligenza e ancor più scarso coraggio, una bestia tanto idiota da non essersela data a zoccoli levati alla prima apparizione del terribile Guttler. Non s’accorse dello sguardo bieco che scintillava negli occhi del nobile animale.
Bettina vide invece in quello che era il suo pascolo un intruso prepotente, che aveva scacciato le sue amiche.
– Qualche problema? – chiese Silvia, vedendo Guttler arrestare la sua salita.
– Ma no, prof. È solo una mucca. Le altre se ne sono andate, ma questa qui sembra troppo idiota per scappare.
– Lasciala perdere, il collaudo che abbiamo fatto oggi è più che sufficiente.
– Voglio solo arrivare in cima, tutto qui – Panzer calcolò rapidamente le distanze: vide che la mucca era abbastanza lontana da non rischiare di venir schiacciata, e salì.
Bettina non perse tempo, e abbassata la testa attaccò con tutta la forza datale dal suo peso.
Guttler era un robot progettato per reggere ad urti ben peggiori di quelli causati dalla carica d’una mucca inferocita; disgraziatamente, una cornata assestata quando si è in equilibrio instabile può dare effetti inaspettati. Questo per spiegare perché il robot venisse sbilanciato all’indietro, aprisse le braccia nel vano tentativo di restare in piedi e infine rovinasse giù dal pendio insaccandosi vari metri più sotto.
– Panzer! Tutto bene? – esclamò Silvia, allarmata, mentre Rizzo ed Anna scattavano in piedi dalle loro postazioni.
– Tutto… anf… bene – rantolò Panzer – Ho solo battuto la testa.
– Poco danno, allora – commentò Rizzo, facendo ridacchiare Anna.
Faticosamente, il Guttler si rimise in piedi; voltatosi per valutare l’entità della caduta, Panzer vide la mucca scendere verso di lui, il campanaccio che mandava lugubri rintocchi.
Quella stupida bestia l’aveva fatto cadere! Ma adesso ci avrebbe pensato lui!
Guttler si mosse minacciosamente verso Bettina; per nulla intimorita, la mucca abbassò la testa e partì a tutta velocità, decisissima a farla pagare cara a quello spilungone che aveva invaso il suo territorio.
Qualche decina di metri separava il Guttler dalla sua avversaria. Panzer caricò a sua volta: la bestiaccia si sarebbe spaventata, che diamine!
Ma Bettina era Bettina. Continuò a correre a testa bassa incontro al nemico, che la schivò per un pelo e girò su sé stesso; Panzer vide che la mucca s’era rifugiata dall’altra parte di uno di quei laghetti che fungono da abbeveratoio, e ripartì di corsa. Guidò il Guttler verso la vacca, mise un piede nel laghetto deciso ad attraversarlo…
In genere, quei laghetti sono tutti poco profondi: uno, due metri al massimo.
Tutti, ovviamente, tranne quello.
Guttler affondò nell’acqua fino al ginocchio, cadde in avanti e scrosciò a terra mancando per un pelo Bettina, che con un aggraziato balzo si sottrasse all’appiattimento; Panzer venne sbattuto violentemente in avanti, e la sua testa ebbe un brusco impatto con la consolle… in particolare, con un certo tasto rosso e quadrato che per nessun motivo avrebbe dovuto venir premuto.
Gli occhi di Guttler s’accesero, ne scaturì un raggio brunastro che percorse pascoli e valloncelli andando infine ad investire il ridente paese di Caprino, con il suo sindaco, le sue autorità e la sua banda. Un istante dopo, qualche migliaio di persone venne irreparabilmente colpito dalle tremende radiazioni Gutta-X.
Silvia lanciò una serie d’esclamazioni, e i suoi assistenti seppero che almeno per i successivi sei mesi avrebbero bevuto il caffè gratis.


– Una vacca, una semplice vacca! – gemette il Presidente della multinazionale farmaceutica nemica della stipsi.
– In battaglia possono venire colpiti degli innocenti – osservò Silvia, ostentando una calma che non provava affatto.
– Ma questa era solo un’esercitazione, ed è costata tremilaquattrocentoventitrè vittime! Tremilaquattrocentoventitrè, tra cui un sindaco, un monsignore e una contessa! Un disastro!
– Non proprio – gli fece osservare Silvia, che sapeva sempre cogliere il lato utile delle cose – Adesso sappiamo che le armi di nuova generazione progettate da voi sono efficaci.
– Sì, con tremilaquattrocentoventitrè disgraziati che l’hanno testata di persona!
– Guardiamo le cose come stanno – tagliò corto Silvia – Voi avete inventato le radiazioni Gutta-X, armi non cruente che hanno lo scopo di mettere fuori combattimento il nemico senza ucciderlo… perché si presume che, quando è troppo occupato a diciamo concimare il terreno, anche il più agguerrito dei nemici sia costretto a calmarsi. Adesso siamo sicuri che le radiazioni funzionino perfettamente.
– Ne siamo sicuri tremilaquattrocentoventitrè volte!
– Infatti, adesso lo sanno anche tutti quei signori. La stipsi è un disturbo ostinato e comunissimo; pensate a quanti di loro si saranno sentiti finalmente liberati. Probabilmente molti potrebbero essere interessati alle radiazioni Gutta-X .
Il presidente aveva dentro di sé una percezione quasi extrasensoriale per gli affari. Guardò Silvia, poi parve riflettere febbrilmente… una buona campagna pubblicitaria… qualche slogan, “Gutta-X, scarichiamo i nostri problemi interiori”… legioni d’infelici cui finalmente avrebbe arriso un futuro di liberazione… e fiumi di denaro che avrebbero impinguato le casse dell’azienda.
– Un presidente abile può trasformare una sconfitta nella più fulgida delle vittorie – affermò infine. Pareva un uomo nuovo.
– Dovremo però modificare le radiazioni – osservò Silvia – Non credo che i clienti gradiscano un effetto così rapido.
Il presidente ripensò a quanto era successo laggiù in paese, dove tremilaquattrocentoventitrè persone erano state colte tutte insieme da un immediato, irrefrenabile ed incontenibile moto interiore, ed annuì gravemente: – Ci lavoreremo.
Si alzò, fece per uscire dall’ufficio di Silvia; poi si volse per un’ultima domanda: – A proposito, che ne è stato del pilota? Non ha subito gli effetti delle radiazioni, mi sembra.
– Oh, no, naturalmente lui non ne ha sofferto – purtroppo, aggiunse mentalmente Silvia – Comunque, non è qui. È stato richiamato ad altri incarichi.


Puzza, puzza, puzza.
Ovunque, maleodoranti montagnole. Ognuna di loro segnalava il posto esatto in cui s’era trovata una vittima al momento del disastro.
Scopa e paletta in mano, Panzer ne raccolse una e la versò nel bidone.
Duecentocinquantasei.
Coraggio.
Ne mancavano solo tremilacentosessantasette.
 
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GrendizeR
view post Posted on 6/11/2007, 23:27     +1   -1




Guttler X

“Ragazzi miei, me lo sento! Questa è la volta buona che finalmente sconfiggeremo quell’ammasso di ferraglia chiamato Guttler X. I nostri piani falliscono quasi sempre a causa di banali errori, ma questa volta, grazie al nostro nuovo robot Nemesulide Y, avremo la vittoria distruggendo per sempre la roccaforte della girella! Ed io, Miss Grippa, una volta diventata regina di Girellandia, le cambierò nome in Tegolinocity e contringerò gli abitanti a convertirsi al tegolino! Aahahahaahahahaa!!!!!
Mazzetto!! Colpo!!! Miei fidi schiavi, pronti a partire?”
“Veramente, miss Grippa, il robot non è ancora ultimato. Colpo sta provvedendo ad installare una delle nuove armi di cui è dotato il nostro robot: gli oppai missile. Strano però, dovrebbe aver finito un paio di ore fa. Come mai ci mette così tanto? Aspetti che lo chiamo con la radio. Colpoooooooo!! Colpoooooooo!!! Rispondi! Che stai combinando??”
“arfff arffff, siiiiii…. Ma che belle!! E come sono dure! Ah, siii daiiii… uhmmmm!”
“Mazzetto?” disse sconsolata Miss Grippo “sai dirmi perché sono circondata da idioti?”
“Ma cosa dice mia signora! Colpo è quel che è, ma io sono il grande Mazzetto e non mi permetterei mai di fare una cosa simile!”
“Allora perché mi stai fissando le pere sbavando sui miei stivali? DEPRAVATI CHE NON SIETE ALTRO!!!!! RICOMPONETEVI E PREPARATEVI ALLA PARTENZA! FRA 10 MINUTI VI VOGLIO NELLA CABINA DI PILOTAGGIO!!
“Si nostra signora!!”

Miss Grippa? Mazzetto e Colpo? GuttlerX?? Miei cari lettori forse vi starete chidendo se siete finiti nell’ennesima serie delle time bokan? Invece no. Questo non è un cartone animato, è la realtà. E non siamo in Giappone ma in Italia, precisamente in Veneto e l’anno è il 2040. 10 Anni fa la terra fu attaccata da le truppe aliene di Vega e un robot chiamato Goldr… ops scusate questa è un’altra storia.
Dicevo, siamo nel 2040 e l’Italia, in seguito al terzo conflitto mondiale ha cambiato nome in Girellandia. Sono passati 30 anni da quella sanguinosa guerra durante la quale si estinsero numerose merendine. Sopravvissero le girelle, i saccottini e i tegolini e con un trattato di pace si decise unanimamente di chiamare Girellandia l’Italia. Tuttavia, anche se Tegolinari e Saccottinari continuavano a vivere in armonia con i girellari, dei ribelli tramavano nell’ombra contro la pace. Il trio Trombo, sostenitori del tegolino, con le loro macchine infernali attaccavano regolamente il quartier generale della Girella venendo puntualmente sconfitti dal robot gigante Guttler X.
Abbiamo visto i cattivi della nostra storia, ma i buoni chi sono?
“Ronf…. Ronf….”
“Guzzilla! Guzzilla!!!”
“Ronf……….. ronf………”
“Ahooooooooo!!!!!! TI VUOI SVEGLIAREEEE?? Sono le 10 di mattina!!!”
“Mmmm si tesoro ora mi alzo…” prooot!! “Che hai stamattina? Di solito non gridi così forte….”
“E’ una settimana che il trio Trombo non ci attacca, il mio sesto senso mi suggerisce che stanno preparando un piano più diabolico del solito”
A parlare è ____________ moglie di Guzzilla e con lui, pilota del robottone Guttler X.
“Eccomi ciccia, sto scendendo. Che giorno è oggi?”
“Martedì 13 Novembre. Perché?”
“Niente, niente mi sembra che oggi ci sia un compleanno ma non so chi. Di qualcuno che si chiama gredzinger, drenginger, mandinzer… Boh, mi verrà in mente.”
“Ecco la tua colazione ciccio mio. Girelle fritte”
“Grazie cara, passami il quotidiano che voglio leggere chi rosica oggi.
Uhm interessante! Oggi alle 15 c’è una sfilata di costumi da bagno per robottoni giganti. Ci andiamo cara? Portiamo Guttler X così si diverte un po’ anche lui”
“Non posso cicci, alle 12 c’è un convegno sul doppiaggio storico e la sua importanza nelle nuove generazioni. Vacci pure te.”
“Oh, ma non sarà la stessa cosa, senza di te, ciccia. Dai vieni anche tu!”
“Farò il possibile. Se mi libero presto vi raggiungo. Tieni il cellulare acceso che ti faccio uno squillo appena parto, cicci.”
“Ok, ciccia. Buon convegno. Ci vediamo dopo. Smack”

Nel frattempo, nella base del trio trombo.
“3-2-1- paaaaaaaaaaaatenza!!!”
Si apre il portellone, ed un robottone dalle fattezze femminili con addosso un bikini si alza in volo.
“Il suo piano è geniale Miss Grippa, solo lei poteva concepire un piano così diabolicamente perfetto. Quegli sporcaccioni di Guzzilla e Guttler X saranno sicuramente tra gli spettatori della sfilata di costumi per robottoni giganti. Quando Nemesulide Y sarà sul palco ne approfitteremo per attaccare Guttler X. Oggi _________ è ad un convengno sul Doppiaggio storico e senza due piloti il Guttler X è solo un giocattolone indifeso. Distruggerlo sarà come rubare una caramella ad un bambino!”
“Si mio caro Mazzetto, devo ammettere che il mio piano è geniale, solo io potevo idearlo”

Alle 15,30 dove si tiene la sfilata.
“Oh Guttler hai visto che poppe questa modella?? Altro che quella di prima che sembrava un’asse da stiro!! Ahahaha” buuuurpp! “aspetta aspetta!! Ooooooohhh guarda questa!!! Ti piacerebbe metterle le mani dove dico io eh? Auauauauaaua ahahaah Sei proprio un maiale Guttler!! Ahahaha”

“Tocca a noi ragazzi, preparatevi ad andare in scena!”

<< Ed ecco a voi l’ultimo costume della sfilata, indossato dalla bellissima Nemesulide Y!!>>

Accompagnato da una sensualissima musica, entra sul palco, il robottone del trio Trombo.

“Oppporccccc… hai visto che carrozzeria Guttler???? Io sto male!”

Lentamente Nemesulide Y attraversa il palco e una volta arrivata davanti a dove sono seduti i nostri eroi…
“SALVE A TUTTI CARISSIMI GIRELLARI, E’ MISS GRIPPA CHE VI PARLA! POTETE PURE SCAPPARE PERO’ SE VI VA, VISTO CHE AVETE PAGATO IL BIGLIETTO POTETE RIMANERE SEDUTI E GODERVI LA SCONFITTA DI GUTTLER X”

“Maledizione! Il trio trombo! Che stupido sono stato a non seguire il sesto senso della mia ciccia. Senza l’unione dei due piloti Guttler X è un giocattolo e non può attaccare!”

Nemesulide Y si lancia contro Guttler X. Lo scontro è impari, il robot donna attacca con pugni e calci mentre guttler X immobile incassa tutti i colpi.

“Che posso fare?” pensa disperato Guzzilla “Se continua così, Guttler X verrà sconfitto!
Ma che cos’ho in tasca? Una girella? Forse…. L’antica profezia recita che i cattivi verranno sconfitti dalla sacra girella….

GUTTLER X PRENDI QUESTA!!!”
Con uno sforzo enorme, Guzzilla lanciò la girella nella bocca del robottone gigante.

“AHAHAH Guzzilla che credi di fare? Il tuo Guttler X sta per essere sconfitto dalla mia bellissima Nemesulide Y!!
Ed ora con la pressione di questo pulsante partirà l’arma segreta! Gli oppai missile!!
VIA!!!!”

D’un tratto gli occhi del robottone si illuminano……

“CHI MI HA EVOCATO?”

Guzzilla ha le lacrime agli occhi
“Ma tu parli! Guttler X!!”

“LA SACRA GIRELLA MI HA SVEGLIATO DAL SONNO CHE MI AVEVA RIDOTTO AD UN ROBOT, IO PERO’ SONO UN DISCENDENTE DEGLI ANTICHI E CUSTODE DEL VERBO GIRELLARO”

“Guttler X, devi sconfiggere il trio trombo, loro vogliono distruggere la girella e sostituirla col tegolino!” urlò Guzzilla!

“IL TEGOLINO?? VOI 3 DUNQUE VOLETE QUESTO?”

“Maledetta testa di latta, tu sei solo un robottone e meriti solo di esplodere assieme a tutti i girellari!!! La nostra arma segreta ti distruggerà!! OPPPAI MISSILEEEEEEEEE!!!!!!!!!!VIAA!!!!!!!!!!!”

Dal petto di Nemesulide Y partirono due enormi missili appuntiti diretti verso Guttler X.
L’esplosione fu tremenda e annebbiò tutta l’enorme sala.

“AHAHAHAH CE L’’HO FATTA!! Io Miss Grippa mi auto incorono regina di Tegolinocity!!!!!!!!!! E voi 2 Mazzetto e Colpi vi promuovo da schiavi di primo livello a schiavi di secondo livello. Siete contenti? Evviva il Tegolino!!!”

“FATE SILENZIO!!!!
COME VI PERMETTETE DI PRONUNCIARE IL NOME DELLA DIVINA MERENDINA CON LE VOSTRE BOCCHE?”


“Ehhhhh??? Ma che sta succedendo? Mazzetta? Colpo? Ditemi che è un incubo!”

Lentamente la nebbia si diradò. Guttler X era vivo e vegeto e avanzava verso Nemesulide Y.

“MIA CARA NEMESULIDE Y, FINALMENTE TI POSSO RIABBRACCIARE DOPO SECOLI! PRENDI QUESTO TEGOLINO”

Guttler X tirò fuori da una tasca un tegolino e lo mise in bocca a Nemesulide Y. La quale dopo pochi attimi si animò.

“DOVE SONO? CHE CI FACCIO QUI? GUTTLER X!! AMORE MIO!! COME MAI SEI QUI? SONO CONFUSA”

“AMORE MIO, DOPO TI SPIEGHERO’ TUTTO, ORA SCONFIGGIAMO ASSIEME QUEI 3 CHE TI STAVANO CONTROLLANDO!”

“COME VUOI TU CARO!”

“Cari Mazzetto e Colpo qui ci conviene scaaaaaaaaaaaaapppaaaareeeeeeeeeeee”
Veloci come un lampo i 3 fuggirono via a bordo di un tandem e sparirono all’orizzonte.

“Fermi tutti” disse Guzzilla “mi sa che ci dovete delle spiegazioni. Chi siete voi?”

“IO SONO GUTTLER X DELLA SACRA GIRELLA MENTRE LEI E’ LA MIA AMANTE NEMESULIDE Y DEL DIVINO TEGOLINO. SIAMO GLI ULTIMI RIMASTI DELLA NOSTRA STIRPE DI PROTETTORI DELLE MERENDINE. CI SIAMO IBERNATI SECOLI FA DOPO UNA CATASTROFE.
TI RINGRAZIO GIOVANE UOMO PER AVERTI PRESO CURA DI ME. DIMMI, HAI UN DESIDERIO CHE POSSO ESAUDIRE?”


“Si, 30 anni fa dopo una guerra si sono estinte numerose merendine, potete farle tornare?”

“QUESTO E’ UN DESIDERIO CHE TI FA ONORE GIOVANE UOMO!!
E SIA!!! CHE LE MERENDINE ESTINTE RITORNINO!!”


Magicamente apparvero nei supermercati, tutte le merendine estinte, persino quelle scomparse prima della guerra. Tornarono le cianbelle di Mister day, le merendine di papà Barzetti, i soldini del mulino bianco, e persino ciocorì e biancorì!!



E vissero tutti felici e contenti…
 
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Icarius
view post Posted on 11/11/2007, 04:04     +1   -1




GUTTLER X, PROLOGO: LA MINACCIA DAL PASSATO


L’auto arrivò ad uno dei numerosi ingressi di quella poderosa struttura. Al posto di blocco, il guidadore mostrò alla guardia un tesserino; questi lasciò allora passare l’auto ed i suoi passeggeri. Il dottor Nigros fu così condotto in quella straordinaria base, una vera fortezza delle scienze. Fu scortato fino all’ingresso. Durante l’attraversamento delle varie zone della base, lo colpì subito il fatto che vicino a tanti scienziati ci fossero anche numerosi militari. Alla fine fu condotto in una grande sala, che subito si illuminò, mostrando pannelli al plasma attorno ad un lungo tavolo. Di li a poco si accesero, facendo apparire persone che, almeno virtualmente, prendevano parte a quella riunione.
Da uno dei monitor, un uomo in divisa iniziò a parlare:
_Sono il generale Taddeus; benvenuto alla Parusia, la nostra base ,dr Nigros! _
_A cosa devo questo invito? _Rispose Nigros.
_Spero che i miei uomini siano stati educati con lei! _Chiese Taddeus.
_Lasciamo perdere! _Rispose Nigros.
_Li deve scusare, sono militari non diplomatici _Rispose Taddeus ridendo.
_Siamo al corrente dei suoi studi sulle antiche civiltà Mesopotamiche e dell’area dell’Egeo orientale! _Continuò Taddeus.
_Che onore! _Disse Nigros.
_I miei complimenti per il suo lavoro, dr; ma mi dica, come andarono i suoi scavi presso il sito di Catal Hoyuk? Spero si pronunci così! Sa, io non ero molto tagliato per la storia; mi interessano di più il presente e specialmente il futuro! _Disse Taddeus con un filo di sarcasmo.
_ Bene fino a quando il governo decise che quegli scavi andavano sospesi, senza altre spiegazioni! _Rispose Nigros.
Taddeus si accese un sigaro, poi fece cenno ad uno dei suoi militari che si trovava nella sala e questi mostrò un video con alcuni reperti archeologici.
_Li riconosce dr? _Chiese Taddeus.
_ Le tavolette di Catal Hoyuk! _Rispose sottovoce Nigros.
_Si, datate 8000 anni fa; 5000 anni prima della nascita del cuneiforme sumero! Lo ha rivelato l’analisi al Carbonio 14! _ Rispose Taddeus che poi fece cenno di allargare l’immagine sul monitor.
_Non è scrittura vera e propria, sono perlopiù segni! _Disse Nigros.
_Quello che i nostri computer hanno scoperto ora, lei lo intuì subito; sono coordinate, come a voler rappresentare una mappa! _Disse Taddeus.
_Andiamo! _Rispose ironico Nigros.
_Non reciti la parte dello scettico con me, dr! Millenni fa, sul nostro pianeta, giunsero degli alieni, su questo ormai non ci sono più dubbi! _ Disse Taddeus.
Nigros accennò un sorriso, tra il sorpreso ed il sarcastico.
_Senta, cavolate di storia o archeologia a me non interessano! Siamo sull’orlo di una guerra extraplanetaria e di certo noi non siamo i favoriti! _Disse adirato Taddus.
_Guerra? Ma cosa dice! _Rispose Nigros.
Taddeus si accese un sigaro, poi disse:
_Lei cerca di datare quello che trova, noi invece cerchiamo di capire chi lo ha scritto e perché!_
Nigros lo guardava turbato.
_Dr, gli alieni stanno tornando! Non sappiamo né quando, né perché; sappiamo solo che sono ostili! _Concluse Taddeus.
_Io non capisco cosa vogliate da me! _Riprese Nigros.
_Presto detto! _Rispose Taddeus, facendo un cenno ad i suoi.
In pochi minuti fu portata nella stanza, su di un carrellino, una grossa lastra di pietra.
_La stele dell’Eufrate! _Disse stupito Nigros.
_Vedo che non devo spiegarle cosa sia questa pietra! _Disse impassibile Taddeus.
I due si fissarono per alcuni infiniti istanti.
_Anche questo straordinario reperto sparì improvvisamente, senza che il governo desse spiegazione alcuna! _Disse Nigros alzandosi di scatto dalla sua poltrona.
_Naturale, è materiale top secret adesso! Ora vogliamo che lei la decifri per noi! _Disse Taddeus, non mostrando alcuna emozione.
_Sono alcuni primitivi geroglifici di una sconosciuta civiltà che abitò la sponda meridionale del fiume Eufrate, in Mesopotamia, 2000 anni A.C. circa! Sono tutt’ora indecifrati! _Disse Nigros.
_Noi sappiamo che una parte lei li ha già decifrati; ora finisca quello che ha iniziato! _Rispose Taddeus.
_ Lei dirà tutto quello che sa e noi faremo altrettanto con lei! Guardi che le nostre sono notizie in esclusiva! _Concluse ironico Taddeus.
_Perchè? _Chiese Nigros.
_Perchè un domani ci siano nuove generazioni su questo pianeta! _Rispose brutalmente Taddeus.
_Immagino che non mi lasciate molta scelta, vero? _ Disse Nigros.
_Andiamo dr, una volta, ai tempi della scuola, il mio prof di storia disse che la sua materia, un giorno, avrebbe salvato il mondo! Mi accorgo solo ora di quanto avesse ragione! Faccia quello che le ho chiesto! Nell’interesse di tutti, compreso il suo! Non ci deluda, visto che tutti noi dipendiamo dalla sua intelligenza ora! _ Rispose Taddeus, guardando fisso negli occhi Nigros.
Nigros così, per i successivi 6 mesi, lavorò alla base. Gli furono messi a disposizione apparecchiature, testi antichi e strumenti per poter svolgere al meglio il suo lavoro. Fino a quando, un giorno, Nigros si fece condurre da Taddeus.
_Aspettavo con ansia la fine del suo lavoro, dr! _Disse il militare.
_La vedo finalmente dal vivo; sa, non sono abituato a parlare ad un monitor! Anche a casa guardo pochissimo la tv! _ Rispose Nigros.
_Sana abitudine, mi creda! Immagino che lei abbia notizie per me, giusto? _ Disse con tono serio Taddeus.
_Vi mostrerò ciò che ho scoperto, ma prima raccontatemi cosa sta succedendo! _Disse Nigros.
_Ha decifrato la stele? _Chiese Taddeus.
_Si, ma prima voglio capire cosa nascondete! _
Taddeus si accese il solito sigaro. Poi, dopo alcuni istanti, disse:
_Presto detto; alcuni scienziati hanno portato alla luce quelle tavolette che le mostrai il giorno in cui arrivò alla base, nell’antica città di Catal Hoyuk, nell’odierna Turchia! Ben presto tutti si accorsero della singolare scoperta; non presentavano scrittura, infatti a quei tempi non poteva esistere, visto che parliamo di 8000 anni prima di Cristo, ma segni! Strani segni, indecifrabili! Per mesi gli studiosi cercarono di risolvere quell’enigma! Poi, qualcuno di loro si accorse che quei segni erano costellazioni! E quel qualcuno era lei, dr Nigros! _
Nigros l’ascoltava in silenzio, poi rispose:
_Si! Ma stranamente quelle costellazioni avevano una posizione diversa da come dovevano apparire 8000 anni fa, all’età in cui risalgono! _
Taddeus rise.
_Bingo! Lei capì che le tavolette raffiguravano le costellazioni nella posizione che avevano in cielo 12000 anni fa! _Disse il militare.
_Si, tutti sanno che le costellazioni sono sempre in movimento! _Rispose Nigros.
_Si, ma gli antichi abitanti di Catal Hoyuk non potevano calcolare la posizione delle costellazioni di 4000 anni prima! Ora era facile fare 2+2! _Disse Taddeus.
_ Così voi le faceste sparire! I giornali scrissero di un clamoroso incendio nel campo scavi archeologici! Era tutta una bugia! _Gridò Nigros.
_ Era materiale troppo pericoloso! Doveva restare segreto! Poi, dopo un po’, saltò fuori anche la lastra dell’Eufrate, con quella misteriosa scrittura! I nostri studiosi capirono che era collegata a quelle tavolette! _Disse Taddeus.
_E voi faceste sparire anche quella, quando io ero ormai sul punto di decifrarla! _Urlò Nigros.
_La doveva decifrare per noi! E noi le abbiamo dato i mezzi per farlo! Ora ci dica cosa c’è scritto su quella stele! _Rispose Taddeus.
Nigros si ricompose e tirò fuori alcuni fogli scritti ed iniziò a parlare:
_La via delle stelle ha portato a noi gli dei celesti di Nerdion! Ci hanno insegnato come innalzare le nostre città e come abbattere i nostri nemici! Hanno bandito gli antichi dei e distrutto i loro templi, incenerendo i loro fedeli! Se li obbediremo ed avremo fede in loro, essi ci proteggeranno e la nostra terra prosperirà, altrimenti la loro ira ci darà la stessa fine di Aradon e Baack Mal! Gloria al divino serpente di Nerdion! _
Tutti restarono in silenzio. Poi questo irreale silenzio fu rotto da Taddeus:
_Mio Dio, gli antichi già conoscevano quei maledetti! _
_Questo dice la stele che ho decifrato! Aradon e Baack Mal sono due antiche città della Turchia meridionale, risalenti all’età del bronzo, distrutte da un cataclisma! _Concluse Nigros.
_No, quelle città non furono distrutte da un cataclisma; sono state cancellate dalla furia di quei maledetti alieni! Scavi archeologici furono condotti in quel sito, utilizzando le tecniche più all’avanguardia mai adoperate e tutte diedero lo stesso responso; ciò che rase al suolo quelle due città non era nulla di naturale! _Disse allarmato Taddeus.
_Che storie andate raccontanto? Io ho fatto la mia parte, ora voi rispettate quanto detto; cosa sta succedendo? _Chiese Nigros indispettito.
In quel momento nella stanza entrò un uomo con indosso un camice bianco.
_Le presento il dr Iasefol, capo della sez scientifica della base Parusia! _Disse Taddeus.
_ Iasefol? Si, lo conosco! Premio Nobel per la fisica quantistica! E’ un onore per me conoscerla! _Rispose Nigros.
_Anche lei non scherza, dr! E’ un’autorità nel campo dell’archeologia! _Disse Iasefol.
_Bene, fatte le presentazioni, racconti tutto al dr Nigros dell’energia Guttler! _Disse sbrigativamente Taddeus, rivolgendosi a Iasefol.
Allora Iasefol iniziò a parlare:
_Nel 1973, fu scoperta una nuova straordinaria fonte di energia! Un’energia pura ma potentissima! Questa energia, detta Guttler, era molto più potente di quella atomica, ma pulita, non radioattiva! Gli studi mostrarono che essa si formò ai tempi del Big Bang e da allora si è sprigionata per tutto il cosmo! Questa base altro non è che un enorme accumulatore di energia Guttler! L’unico al mondo!Solo qui è possibile immagazzinare questa energia, per poterla studiare ed utilizzare! _
Nigros restò impressionato.
_L’energia Guttler può avere campi di applicazione vastissimi, ma ora è utilizzata solo per scopi bellici! _Continuò Iasefol.
_Cosa? Perchè? Per creare altre armi di distruzione?_Intervenne adirato Nigros.
_Calma dr! Siamo costretti a farlo! L’energia Guttler è la nostra unica speranza! _Disse Taddeus. Poi continuò:
_Ora le dirò quanto promesso! Il dr Iasefol, mesi fa, da questa base, ha intercettato un segnale! Una sorta di onda spazio temporale proveniente da un lontano pianeta e risalente a migliaia di anni fa! Quell’onda fu inviata sulla Terra come segnale; loro stanno arrivando! Anzi sono già qui!_
Nigros sconvolto chiese:
_Chi è già qui? _
Iasefol e Taddeus si guardarono, poi quest’ultimo rispose:
_Una sconosciuta razza aliena, giunta qui già migliaia di anni fa! Ora sta per ritornare e sembra con propositi di conquista! Gli scavi di Catal Hoyuk ed altri fatti nelle rovine di antiche civiltà sembrano confermare tutto questo! Compresa la stele che lei stesso ha decifrato! _
Nigros si sedette di colpo.
_Siete certi di tutto questo? _Chiese sconvolto.
_Mi segua! _Disse Taddeus.
Giunsero così in una sala blindata. Indossarono camici e mascherine ed entrarono in una piccola camera. Sotto una tenda respiratoria vi era un uomo.
_Osservi quell’uomo; è uno di loro! _Disse Taddeus a Nigros.
_Sembra un comune umano! _Rispose questi.
_Esteriormente si! Eppure la sua struttura chimica ed organica è completamete diversa da noi! Ha il sangue freddo, come i rettili! _Spiegò Iasefol.
_E’ morto? _Chiese Nigros.
_No, è come se stesse in coma! _Rispose Iasefol.
Nigros aveva con sè fogli con i disegni delle tavolette di Catal Hoyuk e ad un tratto l’alieno si svegliò guardandole. Le fissò per alcuni istanti, poi un ghigno comparve sul suo volto.
_Si è risvegliato! _Urlò Iasefol.
Con un filo di voce, l’alieno iniziò a parlare:
_Girate intorno alla verità da secoli, ma non l’avete mai compresa; siete solo delle scimmie un pò evolute! Nerdione l’onnipotente ormai è giunto! Il popolo che vi ha dato la luce della ragione e della conoscenza è tornato! Stolti, avete ignorato la sua volontà! Millenni fa giungemmo sulla Terra, indicando la via della civiltà a voi umani, succubi dell’ignoranza e della barbarie! Grazie a noi avete eretto Piramidi, torri e opere uniche, attraverso le quali potevate quasi giungere fino al cielo! I segni del nostro passaggio sono disseminati ovunque sul pianeta, ma voi non li avete mai compresi! Nerdione l’onnipotente vi donò la conoscenza ma vi ammonì dal fanatismo e dalla superstizione religiosa; non vi è un dio, nè 100, né 1000! Chi non accettò questo fu sterminato! Il vostro unico padrone era Nerdione e le sue leggi! Scimmie incivili, pensavamo l’aveste compreso, ma non era così! Allora decidemmo che non meritavate il dono della vita! Il segnale che avete captato è partito migliaia di anni fa; ora le immense forze invasori di Nerdione sono prossime a giungere su questo pianeta e pagherete la vostra disobbedienza con l’estinzione! Siete folli ora se pensate di potervi opporre a noi; vi stiamo osservando da quando i primi esseri monocellullari uscirano dall’acqua, iniziando il lungo cammino della vita su questo pianeta e voi ora vorreste contrastarci? Non vi è dio nell’universo, solo Nerdione ne è l’origine e la fine! Esso è, allo stesso tempo,il più grande ed il più piccolo! Tutto nasce, vive e muore in esso! Gloria a Nerdione l’onnipotente!_
Detto questo, iniziò a tremare e ad avere convulsioni ed infine spirò. I presenti restarono sconvolti.
_E’ morto! _Disse Iasefol.
In quello stesso momento, la pelle dell’alieno si ritirò, come a brucarsi, mostrando il suo vero aspetto. Il corpo, di colore verde e nero con sfumature di giallo e grigio,era ricoperto da squame.
_Mio Dio! _Esclamò Nigros.
_Che razza di mostro è! _Disse Taddeus.
_E’ un rettile, come le analisi avevano rivelato! _Rispose Iasefol.
_Ma come può essere? _Chiese Taddeus.
_Noi terrestri siamo frutto dell’evoluzione dei mammiferi, mentre questi alieni sono invece evoluzione dei rettili! La vita ha nella varietà la sua forza! _Rispose Iasefol.
_Questi mostri stanno per invaderci! _Disse Taddeus.
_Dobbiamo fare qualcosa! _Gridò Nigros.
_L’alieno aveva ragione, i segni del loro passaggio sulla Terra erano nei resti delle passate civiltà, ma non lo abbiamo compreso! _Disse Iasefol.
_Certo, ora si! La stele che ho decifrato parlava del serpente di Nerdion e un serpente è presente in tutte le civiltà del passato! L’estremo oriente ha il culto del drago, rappresentato come un serpente; il Serpente Piumato era adorato dalle civiltà Precolombiane nell’America centrale e meridionale; il serpente è presente poi nella Trimurti indiana e adornava il capo dei faraoni egiziani! Senza dimenticare il mito del serpente nella cultura ebraica! _Disse Nigros.
_Già, peccato che ce ne accorgiamo solo ora! _Rispose Taddeus.
_Questi alieni odiano l’uomo perché riconosce e prega una divinità! Per questo vogliono sterminarci! _Disse Iasefol.
_Un pò come ragionavano i Nazisti, che odiavano le razze semite perché sottomesse ad un Dio! _Intervenne Nigros.
_Ora basta parlare di storia! Bisogna agire! _Disse Taddeus.
_Ma che speranze abbiamo; sono immensamente più progrediti di noi! _Disse allarmato Nigros.
_No, abbiamo un speranza; il Guttler X! _Rispose Iasefol.
_Cosa sarebbe? _Chiese Nigros.
_Un robot combattente, alimentato dall’energia Guttler! E’ la nostra unica speranza! _Rispose Iasefol.
_Non ce la farete mai a costruirlo, loro sono già qui! _Urlò Nigros.
_Calma! Il Guttler è già pronto! Manca però il pilota! _Disse Taddeus.
_Si, un pilota con cratteristiche fisiche, mentali e spirituali fuori dal comune! _Intervenne Iasefol.
_Solo così si potrà sfruttarte la potenza del Guttler X! Un commando scelto lo sta cercando ovunque; tra i militari, gli sportivi, persino tra le bande giovanili! La fuorì c’è una sorta di superuomo e noi lo troveremo! _Disse Taddeus.
_Mai come adesso la razza umana è sull’orlo dell’estinzione e solo il Guttler X può salvarla! _Disse Iasefol, guardando il corpo senza vita del nerdioniano.


 
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