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Interessante editoriale sul mercato manga/anime, dal sito d/v

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Rodan75
view post Posted on 9/9/2008, 11:39     +1   -1




Dovrebbe andare forse altrove (sicuramente in d/news), ma lo posto qui perché secondo me merita grande visibilità, è parecchio lungo ma in fondo riguarda ogni appassionato:

CITAZIONE
09/09/2008
Bentornati!
Un saluto a tutti coloro che sono tornati dalle vacanze, e anche a coloro che invece in vacanza non ci sono potuti andare (e ai quali auguriamo di riuscire a rifarsi al piu' presto!).

Qui a d/visual ci siamo impegnati febbrilmente per preparare un autunno ricchissimo di novita', sfidando l'avversita' degli elementi in una Tokyo dal clima tropicale, con tanto di alluvioni e allagamenti quasi quotidiani, e soprattutto l'avversita' di un mercato sempre piu' inintellegibile.

Cosi', ogni incontro con gli altri editori oppure occasioni di festa come il premio annuale dei manga indetto dal Ministero degli Esteri nipponico, diventano solo tristi appuntamenti in cui editori che fino a qualche anno fa si vantavano di raggiungere vendite inimmaginabili in qualsiasi altro paese del mondo ora si tastano il polso a vicenda e si scambiano sguardi apprensivi e costernati, quasi a voler fare un conto alla rovescia di chi l'anno prossimo ci sara' ancora e chi invece non ci sara' piu'.

L'aumento del petrolio e il conseguente aumento della carta, combinati a un crollo delle vendite, stanno mettendo in ginocchio l'industria del manga: Shueisha, Shogakkan e Kodansha che annunciano l'una dopo l'altra la chiusura di testate importanti (Jump mensile, Young Sunday, Magazine Z...); periodici che cercano di reinventarsi dandosi una nuova veste grafica (Jump SQ di Shueisha, che ha fatto gridare al miracolo quando il primo numero, aiutato da una splendida copertina, e' arrivato ristampa dopo ristampa a 600.000 copie, per poi tornare vittima dell'indifferenza del grande pubblico dopo meno di un anno); profeti che annunciano una rivoluzione che portera' i manga a diventare prodotto da leggere solo sui telefonini, ma il cui ottimismo non viene ancora confortato dai dati...

Cosa sta succedendo ai manga? Non ci vuole molto per capirlo: basta entrare in un treno, i famosi treni giapponesi dove una quindicina d'anni fa tutti, bambini e adulti, adolescenti e massaie, passavano il tempo leggendo riviste di manga, che si accumulavano poi a centinaia nei cestini dell'immondizia delle stazioni. Oggi e' raro vedere anche una sola persona per vagone con un manga in mano, e quella persona e' quasi sempre un impiegato trentenne o quarantenne, della generazione cresciuta quando "Jump" accoglieva nelle sue pagine sempreverdi come "Ken il Guerriero" e "City Hunter", "I Cavalieri dello Zodiaco" e "Kinnikuman", "Dragon Ball" e "Orange Road"; le riviste Shogakukan regalavano sussulti d'amore con Mitsuru Adachi e Rumiko Takahashi e quelle Kodansha affascinavano i piu' "duri" con "Be-bop Highschool", "Shonan Jun'aigumi", "Kotaro", "Vino di Zucca" o "Akira".

Cos'e' rimasto di quell'epoca? Praticamente nulla. Chi vuole leggere oggi questi classici ha numerose scelte: andare in uno dei "Mangakissa" (manga-bar) disseminati ovunque e leggersi gratis tutti i manga che vuole mentre si gusta una coca ghiacciata e naviga per internet disteso su una comoda poltrona che gli massaggia la schiena; oppure in un "Book-off", dove puo' comprare a 105 yen manga che dal libraio di fianco sono in vendita a 500 o 600 yen, per poi tornare a rivenderli, generando un ciclo in base al quale un solo volume viene letto da decine o centinaia di persone che fino a dieci anni fa compravano una copia a testa. Le librerie? Stanno scomparendo. I "conbini", i famosi supermercati aperti 24 ore su 24 che con le loro vendite statosferiche fino a qualche anno fa decidevano le sorti di un fumetto? Non ospitano piu' manga. O meglio, potete trovarci solo versioni ultraeconomiche dei grandi classici, oppure manga di autori sconosciuti che raccontano le scappatelle notturne della cantante X, gli scandali nascosti del politico Y o le tendenze sessuali dell'atleta Z; fumettacci destinati a scomparire dal mercato dopo un paio di settimane e che in un altro paese farebbero fioccare denunce milionarie per diffamazione.

Oppure basta andare sul web o sui siti di manga per cellulari, quello che viene chiamato il "futuro del manga". Con un solo problema: se un manga sul web costa 100 o 200 yen, e' comunque ancora troppo per invogliare un pubblico che puo' tranquillamente andarsene nei manga kissa o nei Book-off a leggerseli per molto meno.

Il pubblico si allontana dai manga? Non c'e' da sorprendersi. Una ricerca effettuata su un campione di studenti dei licei di Tokyo ha dimostrato che il 68% non ha MAI comprato un manga in libreria, preferendo appunto leggerli gratis nei manga kissa o comprarli usati per poi rivenderli. Un'altra, fatta da uno dei piu' autorevoli quotidiani giapponesi, ha dimostrato che un buon 46% della popolazione giapponese non ritiene piu' necessario che un libro sia stampato su carta. Non lo nascondiamo: anche noi troviamo molto piu' comodo inserire centinaia di romanzi nel nostro cellulare o nell'iPod e leggerceli in treno o durante le pause pranzo, piuttosto che portarci dietro decine di pesanti - e costosi - volumi. Sicuramente ne gioiscono anche le ferrovie, che si ritrovano a ospitare passeggeri molto piu' leggeri e meno "ingombranti" di qualche anno fa.


Sono dunque cambiati i gusti del pubblico? Diciamo che sono cambiate le modalita': e' vero che gli studenti che si ritrovano a spendere ogni mese decine di migliaia di yen in bollette telefoniche e nei "must-items" del momento, che siano la borsa firmata o l'iPhone, non hanno piu' gli spiccioli per comprarsi i manga. Ma il problema principale risiede nella semplicissima logica del mercato: perche' pagare il costo di un pranzo per un libro che forse leggerai una sola volta in vita tua, quando puoi leggerlo gratis in un bar o comprarlo usato per qualche decina di yen?

E questa semplice legge economica verra' a far cadere, secondo noi, anche l'ultimo baluardo a cui oggi si aggrappano disperatamente gli editori giapponesi: i manga per telefonino. Teoricamente ottimi: addio a distributori e negozianti che si mangiano meta' del tuo guadagno d'editore; addio anche a stampatori e cartiere che, con i loro aumenti continui, ultimamente arrivano a prendersi gran parte della meta' rimanente.

Nella pratica? Sinceramente, leggere un manga su un cellulare non e' certo l'esperienza piu' appassionante che ci sia capitata. Se consideriamo che la caratteristica principale del manga, in rapporto ai fumetti degli altri paesi, e' quella di avere una struttura molto libera delle vignette, ci rendiamo facilmente conto che lo schermo rettangolare di un cellulare non e' certo il mezzo di riproduzione piu' adeguato.

Hai un iPhone o un iPod Touch? Gli schermi, piu' grandi e "zoomabili", consentono una "reading experience" piu' vicina a quella di un fumetto vero, ma allora sorge spontanea la domanda: perche' non comprarti proprio IL fumetto vero, se ti costa pure meno?

Ma la vera ragione di questa crisi del manga (che si ripercuote naturalmente anche negli anime, genere che per anni ha fagocitato i fumetti piu' importanti e che in cinquant'anni ha saputo fare ben poco in termini di sviluppo di personaggi originali e di strategie a lungo termine) probabilmente sta piu' dalla parte di chi i manga "li fa" che non da quella di chi "li legge".

Quelli di voi che si ritrovano gia' con qualche capello bianco si ricorderanno forse di una serie di interviste che il sottoscritto ha fatto diciotto anni fa per "Mangazine". Cosa raccontavano quasi quattro lustri or sono protagonisti come Shingo Araki o i responsabili della Toei Animation? Che a fare cartoni animati ci si guadagna meno che a lavorare part-time in un supermercato e che quindi gli autori preferiscono lasciare l'ambiente per entrare nel mondo piu' redditizio dei videogames o della grafica pubblicitaria. Guardate un certo Takashi Murakami che ha capito subito l'aria che tirava e che oggi vende a mezzo milione di euro un disegno che uno studio di animazione gli pagherebbe quanto un pacchetto di caramelle. Toei ci spiegava invece come ormai i cartoni "giapponesi" fossero fatti nelle Filippine e che probabilmente qualche anno dopo sarebbero stati fatti in Africa. A quanto ne sappiamo, in Nigeria gli anime non li fanno ancora (visto che in Cina c'e' chi si accontenta di stipendi di 40 euro al mese), ma gia' ci fanno authoring ed editing.

E il mondo dei manga non e' molto diverso: ci sono migliaia di autori in tutto il Giappone che a fatica riescono a permettersi due pasti al giorno; poi ci sono quelle poche decine che hanno un paio di Testarossa in garage o un cinema personale nel sottinterrato di casa. Fino a qualche anno fa, le migliaia di "poveracci" non desistevano solo perche' speravano che un giorno sarebbero entrati anche loro nell'olimpo dei mangaka e, soprattutto, perche' amavano il proprio lavoro; ora chi ama disegnare ha centomila possibilita' molto piu' appaganti.

Risultato? Cosi' come gia' e' avvenuto negli anime nel corso dell'ultimo ventennio, anche nei manga i "nuovi talenti" sono sempre meno numerosi. D'altronde, che idea puo' farsi del manga-business un aspirante fumettista che viene a sapere che Makoto Raiku, autore che ha generato al proprio editore entrate per centinaia di milioni, viene pagato qualche decina di euro a tavola (circa 100 per quelle a colori) e che ha dovuto denunciare Shogakukan quando questa si e' rifiutata di pagargli 1500 (1500!!) euro per cinque tavole che aveva perduto? Se, dopo aver venduto decine di milioni di copie, ti ritrovi in tribunale per avere 1500 euro, meglio diventare grafico pubblicitario, dove quella cifra la guadagni con un depliant disegnato in un paio di giorni.

In altre parole, i lettori giapponesi abbandonano i manga non solo perche' hanno altre priorita' di spesa, ma anche perche', dopo "Dragon Ball" e "Sailor Moon", autori ed editori non sono piu' riusciti a creare dei veri successi. Certo, ci sono le decine di titoli prodotti a tavolino, come si fa con le pozioni: mettiamoci un po' d'azione alla "Dragon Ball", un po' d'arti marziali alla "Ken il Guerriero", qualche minigonna alla "Sailor Moon", un pizzico d'oriente che e' quello che i lettori occidentali vogliono, e abbiamo un fumetto che vende. Purtroppo (o per fortuna, dal nostro punto di vista) i lettori si sono anche fatti piu' smaliziati e cominciano a mostrare la loro insofferenza verso personaggi che nascono piu' da progetti di marketing che non dalle idee dei loro creatori. Si salvera' l'industria del manga e dell'animazione in Giappone? Boh, non e' compito nostro andare alla ricerca di una soluzione.


E all'estero cosa succede? Basta guardarsi attorno: in America, editori che hanno contribuito a creare il mercato di manga e anime chiudono i battenti o si sottopongono a radicali cure di dimagrimento (poco male: un buon 80% della robaccia che invade le fumetterie di meta' mondo meriterebbe al massimo di finire sotto le gambe di qualche tavolo traballante); in Asia si preannunciano fallimenti a catena. E da noi in Europa? Dai dati che abbiamo non ci sembra che le cose vadano meglio: un editore francese che abbiamo incontrato qualche mese fa ci raccontava con soddisfazione che i titoli migliori gli vendevano mediamente sulle 800 copie, ma che riusciva a tirare avanti grazie al suo titolo di punta che arrivava a tremila pezzi. Un altro editore europeo ci ha contattati perche' voleva che un nostro autore disegnasse per la loro rivista di manga che "e' leader nazionale del settore in quanto vende 2400 copie al mese". Sembra di parlare degli inviti a una festa piu' che delle tirature di un libro.

Il problema dei manga fuori dal Giappone e' che, dopo anni in cui e' stato un genere denigrato dai media, all'improvviso e' diventato "cool": e' diventato figo che persone che per anni hanno accusato manga e anime di essere prodotti commerciali e diseducativi fatti al computer cominciassero a discutere di Shirow, Otomo o Miyazaki; personaggi come "Dragon Ball" o "Pokemon" hanno ricreato successi planetari a livello di quello che trent'anni or sono fu "Goldrake". Si e' creato il mito che "il manga vende". Ma cosa c'e' di vero in quel mito?

Basta farsi una semplice domanda per capirlo: perche' giganti come Warner, Paramount, Fox, Universal o Sony non hanno investito miliardi negli anime, se davvero hanno tanto successo? E perche' i manga non sono pubblicati da Mondadori o RCS, ma da altri editori e editorucoli (ci inseriamo anche noi nella lista) che lo fanno o per passione o perche' hanno alle spalle altre attivita' da sostenere o che - al contrario - consentono loro di prendere dei rischi in un settore poco redditizio?
Semplice: perche', a parte qualche raro Successo con la S maiuscola ("Pokemon", "Dragon Ball"...) i manga (e gli anime) non sono in grado di sviluppare un giro d'affari tale da interessare le multinazionali.

PolyGram (oggi Universal) si e' liberata del settore anime appena ha potuto, scacciando malamente la mente di quello che, guarda caso, viene ritenuto uno dei simboli del successo commerciale degli anime, "Ghost in the Shell"; a BMG sono bastati due titoli per decidere di uscire dal mercato; Warner Home Video ha cassato sul nascere i suoi piani d'invasione mondiale attraverso gli anime; Fox ha preferito ritirare i suoi investimenti dal mercato giapponese appena ha capito l'aria che tirava; Sony si ritrova con qualche titolo in saccoccia per ragioni "geografiche" (e' l'unica giapponese della lista), ma non si puo' certo dire che in tutti questi anni abbia dato vita a sfolgoranti piani di marketing per i suoi film d'animazione.

In altre parole, nonostante tutto il chiasso e l'entusiasmo del momento, i manga e gli anime sono quello che sono sempre stati fuori dal Giappone: un prodotto di nicchia, che spesso il pubblico confonde con delle macchine per far soldi, immaginandosi editori che navigano nell'oro e indignandosi se un manga che vende 3000 pezzi costa piu' di un fumetto Bonelli che vende cento volte tanto.

Si salvera' l'industria del manga e dell'animazione fuori dal Giappone? Boh. Noi continuiamo sulla nostra strada, selezionando solo le grandi opere, proponendole in edizione di elevata qualita' e "tastando il polso" alle nuove tendenze del manga con la nostra collana "Vanguard". Dunque, non perdetevi i succosi aggiornamenti di questa settimana sulle nuove uscite in arrivo!

 
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view post Posted on 9/9/2008, 14:07     +1   -1

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Adesso cosa dovremmo fare? Strapazzarci di lacrime per i poveri editori?

Allora, impostiamo il discorso cosi'. Il settore manga in Italia è in crisi perchè il mercato CINESE dove gli editori hanno fatto la corsa alla sala stampa è in rialzo. Adesso farsi stampare gli anime li e importarli in Italia non conviene piu'. Come è possibile che bonelli stampi una tiratura di TEX (che gode con mia gioia di ottima salute da 50 anni) che sfiora le 250.000 copie e tenga un prezzo bassissimo?

Hanno fatto festa quando il mercato cinese ha aperto, hanno chiuso le stamperie italiane (mandando non so quanta gente allo sbando), hanno dato modo alla Cina di lavorare come dannati con il risultato che hanno prosciugato le risrve petrolifere di mezzo mondo contribuendo al causas caro petrolio, risultato, ora è troppo tardi per aprirsi stamperie in Italia e comprare da se la loro carta, gli verrebbe a fare un investimento incredibile in tempi di crisi, e adesso che la portata è saltata fuori dal piatto cosa fanno? Si lamentano. E io cosa dovrei fare?


E' una scusa per mettere 10 euro ad albo? Credevano che natale durasse per sempre? I manga a 3.00 euro ad albo si possono fare, caro editore, questo è un guaio che chi piu' chi meno l'avete fatto voi.
 
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Rumicon
view post Posted on 9/9/2008, 14:30     +1   -1




Devo rileggermelo per bene, ma da una prima lettura vedo dei dati decisamanente fuorvianti, uno tra tutti: Murakami è un artista, un pittore se vogliamo, quindi cosa c'entra? I suoi lavori NON sono quelli di un animatore, inoltre se gli animatori fanno la fame, in generale, Miyazaki non mi pare. Si chiama carriera. Si inizia come animatore, si diventa regista, qualcuno ce la fa, molti no. Qualcuno continua a fare animazione con uno stipendio da fame perché ama questo mondo, ma è sempre stato così da Tezuka in poi, non è mica una cosa nuova!

Lo stesso ci sono migliaia di artisti che non fanno un soldo (quindi ancora meno di un animatore) e ci sono artisti che guadagnano milioni.

I prezzi dei depliants pubblicitari sono giapponesi? No, perché se loro pagano davvero un depliant 1500 euro e ci impiegano pure due giorni a farglielo, è ora di cambiare fornitori! :wahaha.gif:
 
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tetsuya
view post Posted on 9/9/2008, 14:30     +1   -1




CITAZIONE (sawatari Go @ 9/9/2008, 15:07)
Adesso cosa dovremmo fare? Strapazzarci di lacrime per i poveri editori?

Allora, impostiamo il discorso cosi'. Il settore manga in Italia è in crisi perchè il mercato CINESE dove gli editori hanno fatto la corsa alla sala stampa è in rialzo. Adesso farsi stampare gli anime li e importarli in Italia non conviene piu'. Come è possibile che bonelli stampi una tiratura di TEX (che gode con mia gioia di ottima salute da 50 anni) che sfiora le 250.000 copie e tenga un prezzo bassissimo?

Infatti il prezzo di copertina di Tex NON copre le spese di produzione dello stesso albo. Il prezzo reale dovrebbe essere circa il doppio se non ricordo male, per andare in pareggio.
Qualche anno fa la Bonelli aveva solo tre testate in attivo: Tex e collegati, Dylan Dog e collegati e una terza che non ricordo quale. Le vendite di queste tre testate compensavano le perdite del resto. Le cose dovrebbero essere migliorate di recente, con i tagli e le miniserie. E la collaborazione con Repubblica e' stata certamente una gran bella cosa.
La Bonelli sta abbastanza bene, ma Tex di lettori ne ha persi davvero tanti nel corso degli anni. E pure Dylan.
 
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view post Posted on 9/9/2008, 14:41     +1   -1

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Ma è appunto quello che dico io. le soluzioni per mandare avanti le case editrici tramite collaborazioni, tagli e buone idee ce ne sono, e poi nn dimentichiamo che in tutta l'editoria italiana c'è il sovvenzionamento statale (i fumetti non fanno per niente eccezione), smettessero di lamentarsi per essersi pentiti di essersene andati dove tutto costava la metà e di non aver tenuto un minimo di base in italia.

E poi a quanto mi risulta Tex poi cosi' male non va, al mio giornalaio arrivano una dozzina di copie e le vedo finire non oltri i 10 giorni dall'arrivo, anche all'alastor hanno una ventina d'abbonamenti, bhe certo non sarà come ai tempi del grande Gallepini, ma la testata è ben lungi dal chiudere (premesso che per me è un ottima lettura, intelligente e coinvolgente, i bonelli sono la storia del fumetto italiano, e non potrei esserne piu' contento, sono da sempre di altissima qualità, IMHO martin mystere tra tutt è stato uno dei migliorii.)
 
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view post Posted on 9/9/2008, 17:01     +1   -1
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ho scorso velocemente il testo.
Non leggo ne la parola GOLDRAKE , tantomeno la parola GO NAGAI.
quindi non mi interessa-
 
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tetsuya
view post Posted on 9/9/2008, 18:04     +1   -1




CITAZIONE (sawatari Go @ 9/9/2008, 15:41)
Ma è appunto quello che dico io. le soluzioni per mandare avanti le case editrici tramite collaborazioni, tagli e buone idee ce ne sono, e poi nn dimentichiamo che in tutta l'editoria italiana c'è il sovvenzionamento statale (i fumetti non fanno per niente eccezione), smettessero di lamentarsi per essersi pentiti di essersene andati dove tutto costava la metà e di non aver tenuto un minimo di base in italia.

Non so se i fumetti siano coperti dal sovvenzionamento statale. Che io sappia, non ci sono case editrici che ne usufruiscono.

CITAZIONE
E poi a quanto mi risulta Tex poi cosi' male non va, al mio giornalaio arrivano una dozzina di copie e le vedo finire non oltri i 10 giorni dall'arrivo, anche all'alastor hanno una ventina d'abbonamenti, bhe certo non sarà come ai tempi del grande Gallepini, ma la testata è ben lungi dal chiudere (premesso che per me è un ottima lettura, intelligente e coinvolgente, i bonelli sono la storia del fumetto italiano, e non potrei esserne piu' contento, sono da sempre di altissima qualità, IMHO martin mystere tra tutt è stato uno dei migliorii.)

Ma infatti. Bonelli, quando si lamenta del calo di lettori, lo fa in rapporto alle sue vendite dei tempi d'oro. Ma ancora adesso Tex vende TANTO. Ci sono editori che ammazzerebbero per avere la meta' delle vendite di Tex.
L'incognita Bonelli e' semmai quando il Sergione non ci sara' piu' (speriamo il piu' tardi possibile!!!!). In casa Bonelli servirebbe poi una ristrutturazione interna per sfruttare appieno le potenzialita', ma questo e' un discorso piuttosto lungo che vede molte opinioni contrastanti in proposito:)

Uno dei grossi nodi del problema della vendita dei fumetti in Italia e' la distribuzione e il sistema delle fumetterie, come ben puntualizza Alberto (Galloni) in vari interventi su Plus. Piu' altre cosine sottobosco che pero' non sono di nessun interesse all'utente finale.
 
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Great MazinKayser
view post Posted on 9/9/2008, 21:48     +1   -1




non ho letto neanche tutto il testo......ma Nathan never come sta a vendite??questo si che m'interessa....
 
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view post Posted on 9/9/2008, 21:51     +1   -1
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si ma a noi cosa interessa di leggere le vendite di tex willer sul sito della ditta che dovrebbe riportare in auge il maestro?.......
 
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view post Posted on 9/9/2008, 22:20     +1   -1

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CITAZIONE
Non so se i fumetti siano coperti dal sovvenzionamento statale. Che io sappia, non ci sono case editrici che ne usufruiscono.

è una questione di numeri di posti di lavoro, se superano un certo tot, partono gli aiuti, fonte i sindacalisti della confesercenti, Caserta-

Nathan Never a quanto si dice, sta raggiungendo Dylan, non ho i dati alla mano ma dal vociferare che venda addirittura piu' di Dylan c'è da ben sperare.

CITAZIONE
si ma a noi cosa interessa di leggere le vendite di tex willer sul sito della ditta che dovrebbe riportare in auge il maestro?.......

qua, noi, stare parlando di crisi economica di fumetto, noi stare spiegando perchè e quali potrebbero essere motivazioni, io avere puntato dito su stampa all'estero e relative spese, ed avere fatto commento su ditte che stampare in Italia non avere loro problemi, D visual se io non sbagliare stampare fumetti all'estero, e consumare cascate di soldi in trasporto e spese di frontiera, essere attinente a discorso perchè Goldrake non potere costare 4/5 euro un albo?

Essere attinente? E poi Nagai rappresenta lo 0,01 percento del pubblicato in italia in fatto di manga (eggrazie al secchio se non la stampano la roba) una cosa è certa se dovessimo parlare solo di quello che è arrivato di nagai in Italia avremmo poco da parlare.
 
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view post Posted on 9/9/2008, 22:37     +1   -1
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CITAZIONE (sawatari Go @ 9/9/2008, 23:20)
qua, noi, stare parlando di crisi economica di fumetto, noi stare spiegando perchè e quali potrebbero essere motivazioni, io avere puntato dito su stampa all'estero e relative spese, ed avere fatto commento su ditte che stampare in Italia non avere loro problemi, D visual se io non sbagliare stampare fumetti all'estero, e consumare cascate di soldi in trasporto e spese di frontiera, essere attinente a discorso perchè Goldrake non potere costare 4/5 euro un albo?

Essere attinente? E poi Nagai rappresenta lo 0,01 percento del pubblicato in italia in fatto di manga (eggrazie al secchio se non la stampano la roba) una cosa è certa se dovessimo parlare solo di quello che è arrivato di nagai in Italia avremmo poco da parlare.

peppi' noto con piacere che ti sei evoluto da rana ad essere di nearthendal che riesce a compilare
frasi fatte.
complimenti!

darei una limata all uso del tempi in infinito presente
 
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Black Getter
view post Posted on 10/9/2008, 00:38     +1   -1




Leggendo il testo penso che ci sia qualcosa che l'autore abbia tralasciato:
In primis il collasso che "dichiara" esserci in giappone, non è dovuto ad aumenti del petrolio, carta o le altre motivazioni citate, ma da un semplice motivo ESISTONO TROPPI MANGA E ANIME....in questo entrano in gioco anche i videogames....ormai si sfornano nuove serie in una manciata di giorni, saturando l'intero mercato inondandolo da una miriade di opere....te lo credo che poi un qualsiasi studente giapponese o chiunque sia non compra più manga......motivi di spazio e denaro....allora che fare??...naturalmente loro cercano di sviare la questione tramite internet e company.......PERò.....e c'è.....questo meccanismo anche se sbagliato ha permesso la diffusione di ogni opera prodotta in giappone anche negli altri paesi, accrescendo così il numero di fan. Inoltre aggiungo un'altro problema.....un otaku o anche un semplice fan, non riuscirebbe mai a stare dietro a tutta la quantità di materiale prodotto oggi come oggi......e rientrano sempre in gioco spazio e denaro......

Andiamo però ad analizzare un'altra cosa.....ora come ora il mondo dei manga è un pò come quello della musica cioè:

nel mondo della musica ormai tutto è stato scritto e tutto è stato provato, di fatti chi sono i grandi che continuano a vendere....i musicisti del passato o comunque qualcuno che si è distinto tra le nuove leve proponendo nuove cose, su basi che però sono già state scritte, suonate e cantate.

passiamo ai manga e anime....ormai quello che è stato fatto è lì pronto, testato e pronto per essere emulato, copiato o qualsiasi altro uso ci si voglia fare....e come detto prima, i pochi che si salvano e spiccano sugli altri sono coloro che sfruttando proprio quelle basi ormai testate da anni evolvendole per proporle al pubblico. Opere come naruto, bleach e one piece (tanto per citarle dato che ultimamente sono quelle più in voga in giappone e nel resto del mondo) derivano da influenze che hanno avuto gli autori dai grandi maestri del passato (in questo caso mi riferisco a toriyama). Idem è accaduto per uno studio come gainax, e soprattutto di hideaki anno dove troviamo le influenze di maestri come Nagai e Ken Ishikawa.
Di fatti se ci fate caso, le opere che comunque vendono sempre sono quelle degli autori passati, tutt'ora nagai produce manga che comunque hanno un forte impatto sul mondo dei fan.

Le nuove leve: purtroppo data la vastità del mercato manga e anime jappo, coreano, cinese e americano, sono troppi autori troppe opere e poche possibilità di trovare delle stelle nascenti. E quelle poche che ci sono devono avere la raccomandazione di un maestro di eccezzione.

Torniamo all'italia: in italia il mercato può dirsi tutto all'infuori che sia in crisi.....non ci saranno le vendite riscontrate in altri paesi....però questo è colpa di vari motivi:
- ignoranza di molti nel mondo di manga e animazione
- errate strategie che vertono ad alienare il popolo di giovani e delle masse
- scarsa ed errata informazione su questo mondo
- cattiva abitudine e distorte strategie di mercato
- costo eccessivo e scarsità di divulgazione
- mancanza di una pubblicità o diffusione del prodotto su larga scala

Al momento in italia vengono prodotti molte opere, non scherzo sono davvero tante, però queste opere perdono il loro valure a causa di un pubblico alienato su determinate cose e poco aperto, ma soprattutto ad una errata pubblicità del prodotto. A questo poi si aggiungone la solita motivazione del denaro e del costo degli albi.
Rimane comuque il fatto che al momento in italia abbiamo un mercato davvero attivo con editori che si fanno sempre più spazio in questo mondo:
- planeta deagostini
- Panini comics
- j-pop
- free books
- d/visual
- coconino
- edizioni bd
e molte altre ancora


.........il problema però rimane la pubblicità e l'informazione.

Per finire rivolgo questo mio pensiero all'autore della lettera: al posto di farsi il problema della crisi degli altri paesi pensassero prima di tutto al paese dove sono conosciuti e con un certo pubblico, ma soprattutto puntare l'occhio su quello che veramente può interessare il pubblico italiano, cioè portare alla luce quelle vecchie opere degli anni 70-80 che sono le basi di tutto e pensare dopo al futuro, dato che in questo ambito ci sono altre case che hanno "una sorta di sopravvento". Ormai il nome d/visual è collegato direttamente a nagai oppure ad opere di grande interesse come quelle di Yokoyama.....
spero vivamente che d/visual ci si metta di buona lena e proponga al più presto le opere da loro prodotte, dando priorità a quelle in corso di pubblicazione.


mi scuso con gli utenti se vi ho ammorbato :dito:
 
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view post Posted on 10/9/2008, 00:44     +1   -1
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CITAZIONE (Black Getter @ 10/9/2008, 01:38)
Per finire rivolgo questo mio pensiero all'autore della lettera: al posto di farsi il problema della crisi degli altri paesi pensassero prima di tutto al paese dove sono conosciuti e con un certo pubblico, ma soprattutto puntare l'occhio su quello che veramente può interessare il pubblico italiano, cioè portare alla luce quelle vecchie opere degli anni 70-80 che sono le basi di tutto e pensare dopo al futuro, dato che in questo ambito ci sono altre case che hanno "una sorta di sopravvento". Ormai il nome d/visual è collegato direttamente a nagai oppure ad opere di grande interesse come quelle di Yokoyama.....
spero vivamente che d/visual ci si metta di buona lena e proponga al più presto le opere da loro prodotte, dando priorità a quelle in corso di pubblicazione.


mi scuso con gli utenti se vi ho ammorbato :dito:

perdonatemi se colgo la pallo al balzo ( o faccio il galletto sulla spazzatura , scegliete voi) ma vorrei ricordare che DANILO , al secolo Black Getter , HA VENTI ANNI

e questa la dice molto piu' lunga di quanto possa dire un discorso protratto da 5 anni a cavallo di piu' e piu' forum

meditate gente.
meditate.
 
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Black Getter
view post Posted on 10/9/2008, 00:50     +1   -1




CITAZIONE (GODZILLA - GranMasterZilla @ 10/9/2008, 01:44)
perdonatemi se colgo la pallo al balzo ( o faccio il galletto sulla spazzatura , scegliete voi) ma vorrei ricordare che DANILO , al secolo Black Getter , HA VENTI ANNI

e questa la dice molto piu' lunga di quanto possa dire un discorso protratto da 5 anni a cavallo di piu' e piu' forum

meditate gente.
meditate.

e colgo quello che hai detto per ribadire che molti, di età dai 15 anni in su si avvicino al mondo del passato anche con piccoli sacrifici nell'acquistare albi fuori dalla loro portata....



W I CLASSICI :face24.gif:

PIù NAGAI PER TUTTI...............

PIù YOKOAMA PER TUTTI...............

PIù ISHIKAWA PER TUTTI..............


VOGLIO SAPé COME CACCHIO FINISCE BABIL JUNIOR E VIOLENCE JACK.....e che cazz :onion1:
 
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tetsuya
view post Posted on 10/9/2008, 01:14     +1   -1




CITAZIONE (GODZILLA - GranMasterZilla @ 9/9/2008, 22:51)
si ma a noi cosa interessa di leggere le vendite di tex willer sul sito della ditta che dovrebbe riportare in auge il maestro?.......

A me interessa tutto quello che riguarda il fumetto. Sia da appassionato che da addetto ai lavori. Se un editoriale D/V serve per dar vita a interessanti riflessioni sul fumetto, ben venga.

CITAZIONE (sawatari Go @ 9/9/2008, 23:20)
Nathan Never a quanto si dice, sta raggiungendo Dylan, non ho i dati alla mano ma dal vociferare che venda addirittura piu' di Dylan c'è da ben sperare.

Mi sembra alquanto strano che NN sia cosi' in controtendenza, visto che fino a poco tempo fa stava perdendo lettori che era una bellezza. E in generale il calo colpisce tutti, anche se si tratta di piccole erosioni in certi casi.


CITAZIONE (Black Getter @ 10/9/2008, 01:38)
Rimane comuque il fatto che al momento in italia abbiamo un mercato davvero attivo con editori che si fanno sempre più spazio in questo mondo:
- planeta deagostini
- Panini comics
- j-pop
- free books
- d/visual
- coconino
- edizioni bd
e molte altre ancora


.........il problema però rimane la pubblicità e l'informazione.

No.
Voi non vi rendete conto di quello che accade dietro le quinte a livello europeo, in particolare da quanto e' entrata in gioco Planeta. E del sistema di alleanze dell'ecosistema editoriale italiano.
Della poca abilita' manageriale di molte fumetterie, che crea danni devastanti.
Del sistema distributivo che non e' esattamente indipendente, diciamo cosi'.

Roba da mettersi le mani nei capelli, provato in prima persona...
 
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33 replies since 9/9/2008, 11:39   353 views
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