Il "pesce" sovrana segreta della FranciaFrancia, castello di Versailles, 1745In onore del matrimonio del Delfino di Francia con la sua cugina, l'infante di Spagna, fu organizzato un ballo in maschera; a questi poteva partecipare chiunque potesse vestirsi in modo adeguato. Sul più bello, comparvero nella sala otto personaggi vestiti da alberi di tasso, perfettamente uguali. Uno di essi era il re Luigi XV, ma quale?
Solo a serata inoltrata il re, accaldato, si tolse il travestimento e tutti scoprirono che era proprio lui che stava danzando tutta la sera con una bella dama vestita da Diana. Questa non era altri che Madame Jeanne-Antoinette d'Etiolles (nome di nascita: Poisson, cioè pesce), la futura Madame de Pompadour.
Luigi voleva a tutti i costi fare di Jeanne-Antoinette la sua amante ufficiale, ma i cortigiani erano allibiti: la corte di Versailles era una cosa tutta particolare - chiamata anche "questo paese",
ce-pays-ci, un mondo al di fuori di tutto il resto. La gente parlava un francese diverso dal popolo, e c'erano mille trappole in cui una persona incauta poteva cadere, mille dettagli nell'etichetta che bisognava sapere a memoria per non fare figuracce terribili. Come avrebbe potuto questa semplice donna del popolo (sposata con un aristocratico, sì, ma nata borghese) riuscire a muoversi tra di loro?
Il re avvicinò la principessa di Conti, perennemente indebitata causa il suo debole per l'azzardo, e la convinse, in cambio di un'alta somma di denaro, a introdurre la sua futura amante a corte. Jeanne imparò in breve tempo il linguaggio e i regolamenti di corte - era molto intelligente e soprattutto ambiziosa - e il suo ingresso a Versailles stupì tutti gli astanti.
Ma mentre tutti si aspettavano che la regina - la polacca Maria Leszczynska, con cui Luigi era sposato da da vent'anni - la accogliesse con sprezzo o almeno con gelo, Maria fu sorprendentemente gentile. Aveva un conoscente in comune con la futura marchesa di Pompadour e chiese sue notizie. Anche Jeanne era sbalordita e si accommiatò dicendo alla regina: "Maestà, ho l'ardente desiderio di trovarmi nel Vostro favore."
Maria già da anni doveva sopportare gli adulteri di suo marito, e dopo la nascita di otto figlie femmine e due maschi si era rassegnata al fatto che Luigi non si interessava più a lei. Il re si era fatto sempre più distante, la evitava quando poteva, e a volte era scortese, se non offensivo verso di lei.
Fu grazie all'intercessione della marchesa di Pompadour che i loro rapporti migliorarono un po'. Anni dopo, Maria Leszczynska commentò: "Se deve avere un'amante, meglio questa di qualsiasi altra."