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| Arpie - Divinità della mitologia greca. Erano immaginate in origine come donne alate, poi come mostri con testa, busto e braccia di donna, il resto di uccello. Esiodo ne conosce due: Aello, «bufera», e Ocipete, «colei che vola rapida», figlie, con Iride, di Taumante ed Elettra. In altri autori sono tre, con Celeno, l’«oscura». Sono localizzate prima nel giardino delle Esperidi, poi nelle isole Strofadi, dove si rifugiano perché cacciate dai Boreadi Calai e Zete dalla casa del re tracio Fineo che esse perseguitavano. Rapiscono e trasportano nell’al di là le anime dei morti e talvolta i viventi; in tale ufficio funebre sono spesso rappresentate dall’arte antica. In uno stadio successivo del mito hanno abitudini ripugnanti: così in Virgilio e quindi in Dante e nell’Ariosto. Sirene - Essere favoloso della mitologia classica, rappresentato in forma di giovane donna nella parte superiore del corpo , talvolta con ali, e nella parte inferiore in forma di uccello o, in epoca successiva, di pesce, che emergeva dalle acque del mare e, con il canto dolcissimo, incantava i naviganti facendoli naufragare. Già nel 12° libro dell’Odissea le s. sono rappresentate nel tentativo di affascinare con il canto Ulisse, e il canto sarà anche nella letteratura posteriore l’elemento fondamentale della loro personalità. La sede delle s. fu posta dapprima sulla costa occidentale dell’Italia meridionale presso le isolette dette Sirenuse (Licosa, S. Pietro, Galletta) e poi localizzata sulle coste vicine allo Stretto di Messina: il loro numero variò da due (Omero) a tre o quattro. Cfr. www.treccani.it/enciclopedia/sirena/www.treccani.it/enciclopedia/arpie/Un po' come il dio del sole (sempre per i greci), prima era Elios e poi... fu Apollo
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