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KOJIMANIACA's Graphic Novel: Un destino già tracciato

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kojimaniaca
view post Posted on 29/4/2007, 15:15 by: kojimaniaca     +1   -1




CAPITOLO III°: "Il lato oscuro"


Appena terminata la cena, Gennosuke Yumi si era congedato dai presenti, ritirandosi come d'abitudine nel suo studio, per raccogliere le proprie idee in santa pace, e magari bersi un buon caffè.
Quello era uno dei pochi momenti di quiete che riusciva a ritagliarsi nell'arco della giornata, difficilmente vi rinunciava e sempre a malincuore.
Lo studio era un'ampia stanza, arredata in modo semplice ma funzionale, con un'illuminazione soffusa, che rendeva l'atmosfera molto accogliente, ed un'ampia vetrata dalla quale si poteva godere di una splendida vista sul Fuji.
In un angolo c'era la macchina per il caffè.
Yumi se ne preparò una tazza, poi s'accomodò sulla sua poltrona preferita, e s'accese una sigaretta: una spirale di fumo salì sinuosa verso il soffitto
"Prima o poi dovrò smettere" pensò, ma senza molta convinzione.
Sua figlia Sayaka lo rimproverava di continuo per quel vizio, e lui per farla contenta aveva ridotto il numero delle sigarette giornaliere, limitandosi a fumarne una dopo pranzo ed una dopo cena.
Dopo la piazzata di Tetsuya, la serata aveva preso una piega poco piacevole, ed adesso sentiva il bisogno di un po' di tranquilla solitudine.
Ultimamente s'era instaurato un clima decisamente pesante, e tutto sembrava risalire ad un'unica causa: Koji.
Yumi si ripromise di fare al più presto due chiacchiere in privato con il ragazzo, per cercare di capire il motivo del suo atteggiamento, e per vedere di risolvere in qualche modo la situazione.
Il comportamento anomalo di Koji sembrava legato a doppio filo con l'avvento del Mazinkaiser, ma il professor Yumi non riusciva a capirne il collegamento
"Forse è troppo sotto pressione..." pensò.
Quel ragazzo impulsivo, a volte testardo, ma comunque sempre pronto a godere delle piccole gioie della vita quotidiana, anche quando era sottoposto allo stress che il suo ruolo di combattente comportava, si era chiuso inspiegabilmente in sé stesso, isolandosi da tutti.
Il suono di un cicalino lo distolse dalle sue riflessioni, avvisandolo di una chiamata sull'interfono.
- Sì?- disse Yumi, dopo aver premuto un pulsante per rispondere.
- Professore, mi spiace disturbarla, ma dovrebbe venire in sala controllo a vedere...insomma, sta succedendo qualcosa di strano nell'hangar del Mazinkaiser...- dichiarò la voce di Nossori.
- Qualcosa di strano? In che senso strano? - chiese Yumi.
- Professore, forse è meglio che veda di persona...-
- D'accordo, vengo subito! -
Il professor Yumi spense la sigaretta in un posacenere, ed uscì dallo studio.
Poco dopo faceva il suo ingresso in sala controllo; Nossori gli mosse incontro.
- Venga a vedere sul monitor -
Dallo schermo giungevano le immagini trasmesse dalle telecamere a circuito chiuso dell'hangar di Mazinkaiser: come sempre le luci notturne erano appena sufficienti per distinguere l'immenso robot nella sua interezza, ma stavolta si notava qualcosa di insolito.
Una specie di luminescenza rossastra emanava da quel gigantesco corpo meccanico, ed andava via via aumentando, pulsando similmente ad un battito cardiaco.
Yumi assunse un'aria preoccupata
- Avete capito di cosa si tratta? - chiese.
- Abbiamo provato ad eseguire delle analisi a distanza, ma senza risultati precisi: i dati pervenuti attraverso il computer principale sono piuttosto scarsi e controversi. Da quel poco che abbiamo in mano, sembrerebbe una specie di aura, un fenomeno psichico...- si espresse il professor Morimori.
Gennosuke Yumi sedette in silenzio sulla sedia che gli stava dietro, preso da un senso di profonda inquietudine.

Sayaka e Jun erano rimaste sole.
Boss e soci si erano ritirati in un'altra stanza a guardare la tv, così loro si erano preparate una tazza di the, ed ora la stavano sorseggiando, sedute al piccolo tavolo della cucina.
Aspettavano.
Tetsuya era via da ormai più di mezz'ora.
Jun tamburellava nervosamente con le dita sulla tazza che teneva in grembo, e guardava di sottecchi Sayaka, cercando di intuire quali pensieri le passassero per la testa.
La ragazza infatti appariva relativamente calma, ma un lieve tremore delle mani ed il pallore del viso ne tradivano l'ansia.
- Sei preoccupata Sayaka? - chiese Jun rompendo il silenzio.
- Un po' - rispose lei.
- Stai tranquilla - continuò Jun in tono rassicurante - Tetsuya non è poi così cattivo come sembra, si comporta così solo perché infondo anche lui è in ansia per Koji -
- Tu dici? - chiese Sayaka dubbiosa.
- Certo - rise Jun - Anche se ha un modo tutto suo per dimostrarlo -
La figlia del professor Yumi accennò suo malgrado un sorriso.
- Beh, non è il massimo dei sorrisi, ma per ora può andare! - le disse Jun in tono gioviale.
Sayaka osservò con una punta d'invidia quella ragazza dalla femminilità esotica e sensuale: nonostante avessero quasi la stessa età, Jun le appariva molto più matura di quello che era in realtà.
- Lo sai? - disse dopo un po' Sayaka - I tuoi occhi s'illuminano quando parli di lui -
Jun arrossì violentemente.
- Lui...lui chi? - balbettò imbarazzata
- Tetsuya naturalmente, chi se no? - la punzecchiò l'altra - E' evidente che ne sei profondamente innamorata -
- Ma che dici? Non è vero...beh ...ecco, insomma, io...e poi...e poi senti chi parla! Quanto tempo è che tu e Koji vi stuzzicate in tal senso? - ribatté la ragazza - State sempre a litigare, ma si vede benissimo che siete cotti l'uno dell'altra! -
Stavolta fu Sayaka ad avvampare.
- Forse una volta era così Jun - mormorò poi seria - Ma ora non più -
- Non dire così Sayaka - disse Jun prendendole una mano e stringendola nella sua - Vedrai che le cose si sistemeranno - continuò, con un tono che però non convinse neppure lei.
In realtà la situazione non le appariva così rosea.
Koji ormai era diventato quasi un estraneo per tutti loro.
Con un sospiro s'alzò da tavola, per andare a riporre la tazza ormai vuota nella lavastoviglie, ma una sensazione d'angoscia indecifrabile le piombò addosso all'improvviso, facendogliela sfuggire di mano.
Seguì un tonfo secco, ed una miriade di schegge tintinnanti si sparsero su tutto il pavimento.
Jun guardò sgomenta Sayaka, che nel frattempo era balzata dalla sedia: nello sguardo spaurito dell'amica, riconobbe il suo stesso presentimento.
Le due ragazze corsero a perdifiato lungo il labirinto di corridoi appena illuminati, e quando si trovarono a pochi metri dalla stanza di Koji, videro che la porta era stata scardinata.
Proprio in quel momento una figura indistinta girò furtiva dietro l'angolo del corridoio, sparendo rapidamente alla loro vista.
Una persona giaceva invece immobile a terra, riversa attraverso la soglia della porta abbattuta.
Jun urlò.
- TETSUYA! -
La ragazza s'inginocchiò a fianco del giovane, raccogliendo fra le braccia quel corpo inerte.
Il volto del pilota del Great Mazinger era contratto in una smorfia di dolore, e dalle labbra cianotiche usciva un sottile filo di sangue.
Sul collo si notavano dei segni inequivocabili.
- TETSUYA! - singhiozzò disperata, cullandolo ed accarezzandolo come se fosse un bambino indifeso
- RISPONDIMI TETSUYA! -
Il giovane non reagì in alcun modo.
Senza perdere altro tempo, Sayaka fece scattare l'allarme generale, premendo un apposito pulsante sulla parete, poi attraverso l'interfono chiese aiuto al centro medico dell'Istituto.
Si chinò quindi su Tetsuya per controllarne polso e respiro: non dava segni di vita.
- Coraggio Jun, dobbiamo provare a rianimarlo! - esclamò decisa.
Jun annuì sconvolta, e mentre Sayaka praticava il massaggio cardiaco, lei provvedeva ad insufflare l'aria nei polmoni del giovane, facendo aderire la propria bocca alla sua.
Poco dopo Tetsuya emise un gemito strozzato, riprendendo incredibilmente a respirare.
Socchiuse appena gli occhi, cercando freneticamente lo sguardo di Jun.
Il giovane mosse appena le labbra per tentare di dire qualcosa, ma senza riuscire ad emettere alcun suono.
Jun, con le lacrime agli occhi, gli fece capire con un cenno che non serviva, passandogli dolcemente la mano nei capelli.
In quel momento vennero raggiunti dall'equipe medica, che si prese immediatamente cura del giovane, trasportandolo poi d'urgenza verso l'infermeria.
Jun lo seguì tenendolo per una mano.
Quasi contemporaneamente, richiamati dall'allarme, erano giunti di corsa anche il professor Yumi e Sewashi, giusto in tempo per veder caricare Tetsuya su una barella.
- Stai bene Sayaka? - chiese preoccupato Yumi.
- Sì papà...-
- E Tetsuya? - continuò poi, seguendo con lo sguardo il giovane semi svenuto e pallido, che veniva portato via lungo il corridoio - Cosa è successo a Tetsuya? -
Un'intuizione si fece strada improvvisa nei suoi pensieri.
- Koji...- mormorò - E' stato lui vero? -
Sayaka annuì, con le lacrime che scorrevano copiose lungo le guance.
Quella figura che aveva scorto in fondo al corridoio era senz'altro Koji, ma Sayaka rabbrividì a quel pensiero, perché quello che aveva intravisto per pochi istanti non aveva nulla di umano.

Edited by kojimaniaca - 13/10/2009, 22:16

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