Go Nagai Net

KOJIMANIACA's Graphic Novel: Un destino già tracciato

« Older   Newer »
  Share  
kojimaniaca
view post Posted on 6/3/2008, 19:28 by: kojimaniaca     +1   -1




CAPITOLO X°: " Luna rossa "


Alla guida della sua auto, Genzo Umon lanciava di tanto in tanto delle occhiate furtive al taciturno passeggero seduto al suo fianco, il quale osservava il paesaggio scorrere davanti ai suoi occhi, perso in chissà quali pensieri.
Era una bella mattinata di sole e Koji teneva il braccio fuori dal finestrino aperto, lasciando che il vento scivolasse fra le dita della mano aperta, come una specie di fluido invisibile: la sensazione era piacevole, quasi sensuale.
L'autunno era decisamente alle porte e le giornate s'erano visibilmente accorciate. Anche la luce del sole aveva assunto quella particolare sfumatura dorata, che rendeva l'atmosfera più intima e malinconica nello stesso tempo, come se la natura, preparandosi al lungo inverno, sentisse già la nostalgia dell'estate.
Koji sospirò e chiuse gli occhi, ascoltando la musica che arrivava dal lettore cd della vettura: era un pezzo d'opera, un'aria che gli era famigliare, ma di cui non conosceva né l'autore né il titolo, la sua cultura in proposito era piuttosto scarsa. Il testo era in italiano e pur non capendone il senso il ragazzo non riuscì a trattenere un brivido, quando il tenore affrontò con voce limpida quel passaggio: "...No, no, sulla tua bocca lo dirò quando la luce splenderà! Ed il mio bacio scioglierà il silenzio che ti fa mia!..."
- Ti piace? - la voce di Umon lo fece sussultare involontariamente
- Beh...ecco io...non è che me ne intenda molto...però è bella, forse un po triste...- mormorò imbarazzato Koji preso alla sprovvista
- E' un'aria dalla Turandot di Giacomo Puccini - gli spiegò l'uomo con un sorriso - Ma forse preferiresti ascoltare qualcos'altro, se vuoi accendo la radio - continuò poi
- No, no, va bene così, davvero! - s'affrettò a replicare il giovane - Non è così male... -
Umon rise divertito della sua sincerità e Koji ammutolì, rendendosi conto di avere fatto una gaffe
- Siamo quasi arrivati. Sono sicuro che ti troverai bene alla fattoria -
Il giovane guardò verso il punto indicato dallo scienziato: un po' più a valle, fra boschi di betulle, s'intravedeva il tetto di una grande casa.
- Io non so che dire dottor Umon, vi state prendendo tutti troppo disturbo per me, infondo sono poco più che uno sconosciuto per voi e... -
- Basta Koji, ne abbiamo già parlato e ti ho assicurato che i Makiba sono ansiosi di ospitarti a casa loro per il resto della tua convalescenza e comunque fino a quando lo riterrai opportuno. Devi rimetterti in forze, l'aria buona e l'ottima cucina di Hikaru sono quello che ci vuole! - lo interruppe l'uomo col tono di chi non ammetteva obiezioni
- Io invece, ho come l'impressione che il professor Yumi mi voglia tenere alla larga dall'Istituto di Ricerca Fotoatomica - ribattè amaramente il ragazzo - Mi corregga se sbaglio...-
Umon lo fissò serio, staccando per un attimo lo sguardo dalla strada
- Tu vuoi tornarci Koji? - chiese allora, concentrandosi nuovamente sulla guida.
Dopo un attimo di riflessione il ragazzo rispose abbassando il capo
- No...credo di no, almeno per il momento... - mormorò.
Dopo quello che era accaduto non se la sentiva di affrontare Tetsuya, Boss e gli altri, ma in particolare voleva evitare il piccolo Shiro. Non aveva voluto sentirlo nemmeno al telefono, era troppo imbarazzato per riuscire a dirgli qualcosa, qualsiasi cosa. Come poteva spiegarli cosa era successo? Come poteva giustificarsi per aver quasi ucciso Tetsuya, la persona che il bambino considerava come un altro fratello maggiore?
- Dai tempo al tempo ragazzo mio - gli disse Umon come se avesse intuito quello che stava pensando - Vedrai che le cose si sistemeranno, considerala una specie di vacanza! -
Koji annuì, ma con poca convinzione.
Finalmente l'auto varcò la cancellata della fattoria e dopo un breve tratto di strada sterrata, si fermò di fronte alla casa colonica. Sedute in veranda Hikaru e Sayaka li stavano aspettando.


Lo strano uomo in divisa da nazista percorse a passo deciso il breve tragitto, che dall'hangar sottomarino conduceva agli alloggi della persona che lo stava aspettando.
Era molto tempo che non tornava in quel luogo, esattamente da quando si era allontanato per evitare i continui contrasti con il Barone Ashura, scontri che in più di un'occasione avevano contribuito all'esito negativo delle battaglie contro il Mazinger Z ed il Great Mazinger.
Ma ora era tornato.
Dopo più di un anno di assenza, nel quale s'era impegnato a reperire denaro, armi e uomini utili alla loro causa, poteva finalmente rimettere piede sull'isola.
Era soddisfatto dei risultati raggiunti: aveva infiltrato con successo alcune persone di fiducia nei posti chiave del potere mondiale, organizzando una vasta rete di contatti che coinvolgeva politici corrotti di ogni nazionalità, militari e ricchi industriali senza scrupoli.
I battenti di una grande porta, decorata da lamine in bronzo finemente incise, si spalancarono silenziosamente di fronte a lui ed una maschera di ferro lo introdusse in un lussuoso salotto, dove lo attendeva un uomo seduto in un'ampia poltrona.
- Bentornato Conte Blocken, sono lieto di riaverla finalmente tra le mie fila - lo accolse quest'ultimo, facendogli segno di accomodarsi.
Il Conte accennò un saluto militare battendo i tacchi
- Grazie Dottor Hell, anche per me è un piacere rivederla! - rispose, sedendosi sulla splendida sedia in stile Luigi XIV° che gli era stata indicata.
Un servitore fece rapidamente il suo ingresso nella stanza, recando due calici colmi di vino che posò su un tavolo a fianco dei due uomini, poi si ritirò in un angolo in attesa di nuove istruzioni.
- E' passato parecchio tempo Conte... -
- Lo so e mi spiace non aver potuto essere al vostro fianco nell'ultima battaglia, ma il mio lavoro di intelligence si è rivelato più impegnativo del previsto. Comunque ho raggiunto degli obiettivi importanti - si giustificò Blocken
- Non volevo muoverle un rimprovero, so che ha svolto un lavoro esemplare e glie ne rendo merito - replicò Hell - Temo però, che nemmeno la sua presenza sarebbe stata determinante per le sorti dello scontro... - continuò poi l'uomo esprimendo con lo sguardo tutta la sua rabbia repressa.
Il Conte non replicò, ritenendo superfluo ogni commento in proposito.
- E' dunque così forte questo Mazinkaiser? - provò a chiedere, dopo aver sorseggiato pensieroso dal proprio bicchiere.
Prima di rispondere, il Dottor Hell lo fissò per un attimo con aria imperscrutabile
- Più di quanto immagina Blocken, più di quanto immagina...stia a vedere... - disse poi, premendo alcuni pulsanti sul bracciolo della sua poltrona.
Un pannello scorrevole sulla parete di fronte si aprì, rivelando uno schermo di grandi dimensioni.
Le scene dell'ultimo combattimento fra il Kaiser e l'enorme mostro bio-meccanico con il quale s'era fuso il Barone Ashura, cominciarono a scorrere sul video in tutta la loro crudezza.
Ad un certo punto Blocken balzò incredulo dalla sedia,lasciandosi quasi sfuggire la coppa piena di vino dalla mano
- Che diavolo era quella luce? - esclamò il Conte.
Le immagini drammatiche e allo stesso tempo sbalorditive della fine della battaglia e della morte di Ashura scomparvero improvvisamente dallo schermo, come se qualcosa le avesse interrotte bruscamente.
Blocken tornò a sedersi sbigottito
- Non ho mai visto niente di simile...ha una potenza inaudita - disse infine
- Già, ed io l'ho sottovalutato - mormorò cupamente di rimando Hell - C'è qualcosa in quel robot, qualcosa che sfugge alla mia conoscenza... - continuò come se stesse parlando a sé stesso
- Cosa intende dire Dottor Hell? Di certo ha una capacità combattiva superiore agli altri Mazinger, ma sono sicuro che non è imbattibile, basta solo trovarne il punto debole - dichiarò convinto il Conte
- Non è così facile come sembra Blocken, non sto parlando di semplice tecnologia -
Detto questo, l'anziano scienziato s'alzò in piedi ed attraversò la stanza a passi lenti, fino a fermarsi di fronte ad un'ampia parete trasparente, che permetteva una suggestiva visuale sul fondale marino.
Rimase così per qualche istante, scrutando assorto le profondità color cobalto e pullulanti di vita del Mar Mediterraneo, poi si voltò all'improvviso, fino ad incontrare lo sguardo interrogativo di Blocken.
- Si tratta di quel dannato ragazzo -
- Kabuto? -
- Già, Kabuto... - replicò Hell quasi con impazienza, ma non riuscì a finire il discorso.
Il pavimento cominciò a tremare violentemente, accompagnato da un pauroso boato.
- Il terremoto! - esclamò Blocken scattando in piedi ed andando a ripararsi sotto il tavolo.
Hell dovette appoggiarsi alla parete per mantenersi in equilibrio, ma rimase dov'era, osservando impassibile i vari oggetti che cadevano al suolo ed i mobili che si spostavano. Al centro della sala, uno splendido lampadario in cristallo non resse alle sollecitazioni, staccandosi dal soffitto e finendo rumorosamente in frantumi sul pavimento di marmo. Schegge scintillanti si sparsero dappertutto.
La scossa cessò dopo istanti che parvero eterni ed il Conte scivolò prudentemente fuori dal suo rifugio improvvisato.
La normale illuminazione era stata sostituita dalle luci d'emergenza ed una sirena dal suono acuto squarciava fastidiosamente il silenzio che era seguito al frastuono del sisma.
Il Dottor Hell si fece largo in mezzo al caos che ora regnava nell'ambiente, raggiungendo un pannello sul quale premette alcuni tasti
- Qual'è la situazione? Ci sono danni? - chiese ad un misterioso interlocutore, mentre l'allarme veniva finalmente sospeso
- Stiamo controllando Signore, ma sembra che la struttura abbia retto bene. Fra poco saremo in grado di ripristinare tutti i sistemi - rispose una voce dall'altra parte del microfono - L'unica cosa rilevante da segnalare è un crollo nell'ala nord, ma fortunatamente nessuno è rimasto coinvolto -
In quella zona si stavano eseguendo dei lavori per l'ampliamento della base, per cui Hell non dette eccessivo peso alla cosa.
- Tenetemi informato se ci sono novità - disse allora
- Sissignore - fu la risposta, quindi la comunicazione venne interrotta.
Hell si voltò allora verso Blocken, che si stava spolverando la divisa con una mano
- Tutto bene Conte? -
- Potrebbe andare meglio - grugnì di rimando l'interpellato – E' stata una scossa bella forte... -
Un breve suono simile ad un ronzio lo interruppe, annunciando l'arrivo di una nuova chiamata
- Che succede ancora? - chiese lo scienziato
- Dottor Hell... - disse la voce di prima un po' più titubante
- Ebbene? -
- Abbiamo trovato qualcosa di strano - continuò - Forse dovrebbe venire a vedere con i suoi occhi


- Che ne pensi Tetsuya? - chiese Gennosuke Yumi al giovane, che era appena sceso dal Brain Condor.
Il ragazzo si tolse stancamente il casco, infilandolo sotto il braccio destro. Quella mattina s'era addestrato duramente per diverse ore, per testare alcune modifiche apportate al suo robot dallo staff dell'Istituto ed ora era sfinito.
- Non so esattamente cosa gli avete fatto, ma ho fatto fatica a tenerlo - rispose - E' come se avessi cambiato moto, passando ad una di cilindrata superiore! -
Il professore sorrise della similitudine
- In un certo senso è così Tetsuya, la potenza del Great Mazinger è stata aumentata, sia a livello di energia, che a livello strutturale. In questo senso i dati tecnici del Mazinkaiser ci sono stati molto utili, anche se abbiamo dovuto adattarli un po'... -
- ...così da essere in grado di contrastare il robot di Koji? - terminò la frase Tetsuya, ponendo quella domanda a bruciapelo.
Yumi sussultò impercettibilmente, ma la cosa non sfuggì al giovane, le cui labbra si piegarono in un sorriso beffardo ed amaro allo stesso tempo
- Lei ha paura - mormorò in tono piatto il ragazzo - Lei ha paura di Koji -
L'uomo lo guardò imbarazzato, non sapendo cosa ribattere
- Crede che tenerlo lontano dall'Istituto e dal Mazinkaiser possa servire a qualcosa? - incalzò Tetsuya - Lo sa anche lei che questo periodo di tregua non durerà, Hell è ancora vivo e tornerà ad attaccarci. Dubito che Koji se ne starà con le mani in mano tra vacche e cavalli! -
- Al momento non intendo permettere a Koji di pilotare il Mazinkaiser, non dopo quello che è successo - replicò seccamente il professore - Ho in programma di farlo visitare da uno specialista e poi deciderò il da farsi -
- Uno specialista? - chiese perplesso il giovane - Vuole dire uno strizzacervelli? Non credo che Kabuto apprezzerà la cosa... -
- Uno specialista che valuti le condizioni psico-fisiche di Koji e stabilisca se sia ancora in grado di continuare a combattere - continuò Yumi, sorvolando sul tono ironico usato da Tetsuya
- Mio fratello non è matto! - protestò energicamente una voce alle loro spalle.
Si voltarono entrambi.
Dall'ingresso dell'hangar Shiro li stava fissando, gli occhi colmi di lacrime, i pugni serrati lungo i fianchi ed il corpo tremante per la rabbia
- Mio fratello non è matto! - ribadì, battendo un piede a terra come a sottolineare quell'affermazione
- Shiro, ascolta... - provò a dire Tetsuya, ma il ragazzino scappò via urlando
- Vi odio! VI ODIO! -
- Vado a parlargli - disse dopo un po' Gennosuke Yumi, superato il primo momento d'imbarazzo
- No, lasci fare a me professore - disse il giovane - Parlerò io con Shiro -
Lo cercò per quasi mezz'ora ed infine lo trovò nel posto più ovvio.
Spinse la porta socchiusa ed entrò nella stanza di Koji: seduto sul pavimento, con la schiena appoggiata al letto del fratello c'era il ragazzino, che giocherellava con una palla da baseball, facendola rimbalzare sulla parete di fronte. Tetsuya la intercettò al volo e s'accomodò a fianco del bambino.
Rimasero in silenzio per un bel po'
- Mi manca - disse Shiro ad un certo punto
- Lo so - rispose il giovane
- Anche tu credi che mio fratello sia impazzito? -
- Nessuno sa di preciso cosa sia successo a Koji, ma siamo tutti un po' nervosi per quello che è accaduto, cerca di capire Shiro -
- Ti ha quasi ucciso... - mormorò il ragazzino
- Ehi piccoletto! Guarda che ci vuole ben altro per farmi fuori! - rise Tetsuya cercando di sdrammatizzare - Non sarà certo quel pivello di Koji a togliermi di mezzo! -
- Mio fratello non è un pivello, capito! - scattò Shiro ingaggiando un piccolo incontro di lotta con il giovane, che divertito lo immobilizzò in pochi istanti serrandolo tra le braccia
- Ti arrendi piccoletto? -
Shiro cercò di divincolarsi con tutte le sue forze, ma senza successo, così s'abbandonò ansimante contro il petto di Tetsuya, il quale trasformò la stretta in un abbraccio fraterno
- Appena possibile ti porterò a trovare Koji - gli disse con una gentilezza che stupì lui stesso.
Il bambino lo guardò speranzoso, accennando un sorriso fra le lacrime
- E ti prometto che tutto si risolverà per il meglio Shiro - continuò Tetsuya in tono rassicurante, ma mentre pronunciava quelle parole, si rese conto che forse non avrebbe potuto mantenere fede a quel giuramento.


- Sembra una specie di tunnel sotterraneo - disse Blocken sporgendosi sulla voragine che s'era aperta nel pavimento in seguito al sisma.
Alcune maschere di ferro avevano posto dei potenti riflettori, puntandoli verso l'interno del baratro, riuscendo comunque ad illuminarne solo una piccola parte.
Il Dottor Hell osservò meditabondo quell'angolo di corridoio che si perdeva nelle tenebre del sottosuolo: conosceva fin troppo bene quel posto, lo aveva percorso mille volte in sogno e sapeva già cosa avrebbe trovato in fondo ad esso. Lo colse un vago senso d'inquietudine.
" Ti sto aspettando Hell..." sussurrò la solita voce nelle sua mente.
L'anziano scienziato rabbrividì suo malgrado
- Voglio che l'area sia messa in sicurezza al più presto - ordinò poi in modo perentorio - E quando sarà possibile accedere alla galleria, avvisatemi immediatamente -
- Sissignore! - esclamò una delle maschere di ferro.
Poi, prima di allontanarsi, l'uomo si rivolse al suo braccio destro, congedandolo
- Blocken, al momento non ho più bisogno di lei e poi immagino che sarà stanco per il viaggio. Uno dei miei servitori l'accompagnerà nel suo alloggio -
- La ringrazio Dottor Hell - rispose il Conte, chinando lievemente il capo in un cenno di saluto e rimanendo tuttavia un po' stupito per il tono sbrigativo dello scienziato.
Hell tornò solo e pensieroso nei propri appartamenti.



- Koji, svegliati! - qualcuno scostò la tenda, permettendo alla luce del giorno di far capolino dalla finestra.
Il ragazzo grugnì qualcosa d'incomprensibile, girandosi dall'altra parte e tirandosi le coperte fin sopra alla testa.
- Avanti pigrone! Guarda che ti stanno aspettando tutti per la colazione - lo incalzò Sayaka, scuotendolo per una spalla
- Ancora un minuto mammina...- bofonchiò lui, rannicchiandosi su un fianco
- Spiritoso! Guarda che passo alle maniere forti! - replicò lei cominciando a tirare per il lenzuolo
- Ti avviso, sono nudo! -
Sayaka mollò subito la presa arrossendo fino all'attaccatura dei capelli
- Stai scherzando vero? - domandò la ragazza fingendosi scandalizzata.
Koji abbassò il lenzuolo dal volto, guardandola con un'impagabile faccia da schiaffi
- Fra dieci secondi lo scoprirai di persona.....uno, due, tre....-
- No no! Non ci tengo! - esclamò lei scappando verso la porta della stanza
- ...quattro, cinque, sei, sette.... -
- Ho capito, ho capito, me ne vado, ma sbrigati a scendere! - rise lei chiudendosi l'uscio alle spalle
- ...otto, nove e dieci! - concluse Koji ridendo.
S'alzò velocemente e s'infilò sotto la doccia. Era la prima notte che passava alla fattoria e non voleva certo fare la figura di quello che dorme fino a tardi, ma era davvero stanco. Come sempre più spesso negli ultimi tempi, il suo sonno era tormentato dagli incubi, tanto che preferiva rimanere sveglio il più possibile pur di non dover sognare.
Dieci minuti dopo era pronto, quindi scese al piano terra, dove gli altri lo aspettavano attorno ad una grande tavola apparecchiata per la colazione.
- Buongiorno Koji! - lo salutò con un sorriso Hikaru
- Buongiorno a voi! - rispose Koji - Scusate il ritardo - disse un po' imbarazzato, visto che gli occhi di tutti i presenti erano puntati su di lui. Si sedette a fianco della ragazza e di Sayaka.
Di fronte a lui c'erano il piccolo Goro, Dambei e Daisuke.
- Qui siamo abituati ad alzarci molto presto al mattino - gli disse quest'ultimo senza alzare gli occhi dal proprio piatto.
Koji avvertì una sorta di rimprovero nel tono di voce del figlio del dottor Umon e forse anche una punta di disprezzo.
- Chiedo di nuovo scusa, ma stanotte non ho dormito molto - si sentì in dovere di chiarire il ragazzo - Cercherò di essere più puntuale - disse rivolgendosi direttamente ed intenzionalmente a Daisuke
- Non dargli retta Koji! - intervenne il vecchio Dambei - Qui sei un'ospite e non sei tenuto ad alzarti all'alba come noi -
Daisuke guardò intensamente Koji, che sostenne il suo sguardo con aria di sfida. Il giovane fleediano non poté fare a meno di notare gli occhi cerchiati di scuro e segnati dalla mancanza di sonno del ragazzo che gli stava di fronte
- Sono io che ti chiedo scusa, il mio è stato un commento fuori luogo - disse allora a Koji - Comunque adesso devo andare, ho molto lavoro da fare - continuò poi, alzandosi da tavola e lasciando la stanza senza aggiungere altro.
Koji lo seguì perplesso con lo sguardo. Quel giovane continuava ad essere un mistero per lui ed in quel momento si rese conto anche di un' altra cosa: per tutto il tempo in cui era stato lì, era la prima volta che si rivolgevano la parola.


- Ufo? Che stupidaggini! - fu il commento sarcastico di Tetsuya al notiziario della sera alla tv - Quando non hanno notizie a sufficienza, riempiono lo spazio a loro disposizione con un sacco di idiozie! -
- Eppure sembra che ultimamente siano stati avvistati in più parti del globo, li hanno pure ripresi con una telecamera! - insistette Boss dal divano in cui era sprofondato di fronte al teleschermo, assieme ai suoi due inseparabili amici e Shiro. Seduti al tavolo lì vicino, Tetsuya, Jun e il professor Yumi stavano sorseggiando un caffè.
- Ecco, guarda, adesso fanno vedere il video! - disse ancora Boss, schiacciando sul telecomando per aumentare il volume.
Tutti tacquero, concentrando la loro attenzione sullo schermo della tv.
Non era uno dei soliti video sfocati che generalmente si vedevano in giro sul fenomeno ufo, ma una ripresa bella nitida, fatta casualmente da un turista giapponese in visita a Roma.
Le immagini mostravano cinque ordigni piatti, di forma circolare, che sorvolavano in formazione a V la Città Eterna, compiendo evoluzioni al di fuori di ogni legge conosciuta dell'aerodinamica e sparendo poi improvvisamente alla vista come erano arrivati.
- Non sembra un video fasullo... - provò a dire timidamente Jun
- Già... - replicò Tetsuya.
Adesso era serio e guardò in silenzio Gennosuke Yumi, che senza volere s'era rovesciato addosso la tazzina del caffè.
Nello sguardo dello scienziato, il giovane lesse la sua stessa preoccupazione.


Non poteva crederci.
Non poteva crederci, eppure li aveva visti con i propri occhi.
Erano arrivati fino a lì ed ora stavano adottando la stessa strategia usata su Fleed: quella era la ricognizione prima dell'attacco.
Quando aveva visto le immagini al notiziario, aveva sperato di sbagliarsi, ma purtroppo non era così: quelli erano proprio i minidischi della flotta di Re Vega.
Adducendo ai presenti una scusa qualunque, Daisuke era uscito all'aperto: gli mancava il respiro ed aveva voglia di urlare, ma la voce non usciva, come se qualcosa in gola gli impedisse di farlo.
Rimase per un attimo appoggiato contro uno dei sostegni della veranda, poi cominciò a correre come un pazzo, attraversando in breve tempo il recinto dei cavalli ed inoltrandosi quindi nel bosco di betulle, finché si fermò esausto fra l'erba alta in riva al fiume.
Lì alzò lo sguardo al cielo: una splendida luna piena lo rischiarava, illuminando quasi a giorno il paesaggio. Daisuke sentì il sangue raggelare nelle vene.....una sfumatura rossastra ne velava la superficie, dandole un aspetto spettrale.
Finalmente la voce uscì.
Con i pugni contratti, il giovane urlò tutta la sua angoscia.
Poco dopo una mano si posò sulla sua spalla.
Daisuke si voltò e vide Koji.
Il ragazzo lo aveva seguito.
Incuriosito dall’ atteggiamento misterioso del figlio di Genzo Umon, Koji si era trovato di fronte, non volendo, a quella scena sconcertante, rimanendone molto turbato. D’impulso s’era quindi avvicinato con
il desiderio d’aiutarlo, percependo chiaramente il profondo dolore che si celava in quello sfogo.
Daisuke lo guardò con aria sconvolta
- La luna è rossa - mormorò in un soffio - Ci attaccheranno... - poi cadde privo di sensi fra le braccia del giovane Kabuto.
Koji lo sostenne accompagnandolo a terra ed adagiandolo fra l'erba alta
- Che diavolo sta succedendo? - mormorò sbigottito fra sé e sé.
Poi guardò quella strana luna rosso sangue e non riuscì a trattenere un brivido di paura.


image


continua...

Edited by kojimaniaca - 13/10/2009, 23:02

Download attachment
Un_destino_gi__tracciato_cap._X.pdf ( Number of downloads: 13 )

 
Top
17 replies since 24/4/2007, 05:25   5515 views
  Share