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KOJIMANIACA's Graphic Novel: Un destino già tracciato

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kojimaniaca
view post Posted on 28/2/2009, 15:31 by: kojimaniaca     +1   -1




CAPITOLO XV°: " La minaccia dallo spazio "


Finalmente suo fratello si era addormentato.
Koji scostò le coperte e scivolò con cautela fuori dal letto, cercando di non svegliarlo, poi s’infilò la giacca del pigiama e si avviò silenziosamente verso la porta della stanza
- Dove vai? - mormorò piano Shiro
Il giovane sussultò come un ladro colto in flagrante e rimase immobile con la mano sulla maniglia , trattenendo per un attimo il respiro
" Beccato..." pensò con disappunto.
Il tentativo di svignarsela senza fare rumore, era fallito miseramente.
Il ragazzino invece, borbottò ancora qualcosa nel sonno e poi si girò dall’altra parte, tirandosi il lenzuolo fin sopra la testa.
Koji tirò un sospiro di sollievo ed uscì nel corridoio privo di illuminazione, chiudendo la porta dietro di sé.
Tenendo come riferimento la parete, proseguì a tastoni verso la stanza di Sayaka, con la speranza di trovarla ancora sveglia e passare con lei il resto della nottata.
Sentiva il bisogno di starle vicino, di tenerla fra le braccia e dimenticare almeno per un po’ l’angoscia che lo attanagliava.
Gli avvenimenti della giornata avevano contribuito ad aumentare in modo esponenziale la sua preoccupazione: l’agguato a Tetsuya e quindi la conferma che il Dottor Hell era ancora vivo; le incredibili rivelazioni di Daisuke e la prospettiva di un’imminente invasione aliena...ce n’era abbastanza per garantirgli parecchie notti insonni.
Ma ciò che lo tormentava di più, era il pensiero di quella cosa che continuava a covare dentro di lui.
Durante l’attacco della donna cyborg, aveva rischiato di esserne nuovamente sopraffatto e solo con un enorme sforzo di volontà era riuscito a ricacciarla indietro, uscendone però esausto.
Se non fosse stato per l’intervento di Daisuke, probabilmente sarebbe stato ucciso assieme a Tetsuya dal biondo sicario di Hell.
Però...e se fosse accaduto mentre era impegnato in un combattimento a bordo del Mazinkaiser?
Sarebbe stato in grado di dominarsi? Oppure si sarebbe trasformato in un demone distruttore, più terribile di quelli che aveva affrontato finora?
La possibilità di una tale evenienza lo fece rabbrividire.
- No! - esclamò sottovoce stringendo i pugni e scuotendo il capo - Non permetterò che accada! Riuscirò controllarmi! - continuò con convinzione, arrivando davanti alla porta della stanza della ragazza e bussando leggermente
- Sì..posso farcela! - sorrise il giovane, ritrovando un po’ della sua consueta spavalderia - Saprò affrontare anche questa situazione! -
" Ne sei sicuro? " sussurrò ironicamente una voce alle sue spalle.
Una sensazione di gelo alla nuca lo fece voltare di scatto
- Chi...chi c’è? - esclamò sorpreso, scrutando attentamente e freneticamente nel buio – Sei tu Shiro? Guarda che non è affatto divertente...-
Nessuno.
Rimase in ascolto, cercando di cogliere un qualsiasi rumore, un movimento sospetto...niente.
Koji respirò a fondo, cercando di placare i battiti accelerati del cuore
" Sto cominciando a dare i numeri " pensò, dandosi mentalmente dell’idiota " Adesso ho pure le allucinazioni "
Per tutta risposta una risatina sgradevole echeggiò sommessamente nel silenzio, raggelandogli il sangue nelle vene.
Qualcosa di non ben definito scivolò verso di lui dal fondo del corridoio, facendosi largo fra le ombre della notte.
Decisamente non era suo fratello.
Il ragazzo annaspò all’indietro in preda al panico e s’appoggiò alla porta, che aprendosi inaspettatamente, gli fece perdere l’equilibrio
- Koji! - esclamò spaventata Sayaka, accendendo la luce e guardando il ragazzo che era piombato di schiena sul pavimento della sua camera, trascinando con sé un appendiabiti a cui aveva cercato inutilmente di aggrapparsi
- Sa..Sayaka....- balbettò lui con voce strozzata, sollevandosi sui gomiti e fissando incredulo quel rettangolo spalancato sull’oscurità del corridoio
- Che succede?...Mio Dio...sembra che tu abbia visto un fantasma! - continuò preoccupata la ragazza, osservando prima la porta aperta e poi lo sguardo sgomento del giovane.
Koji non rispose, incapace di articolare alcun suono coerente.
Pensò che forse aveva scorto qualcosa di peggio di un fantasma.


- Sarà contento tenente, finalmente ha ottenuto quel trasferimento a cui teneva tanto -
- Lo sono generale - sorrise Harada, alzandosi dalla sedia sulla quale era stato fatto accomodare circa mezz'ora prima
- Non potevo sperare di meglio -
Quella mattina s'era svegliato di pessimo umore a causa di una fastidiosa emicrania, ma le cose stavano decisamente migliorando.
Hiro Yoshida lo scrutò attentamente da dietro la sua scrivania: perché aveva l'impressione che quel sorriso nascondesse qualcosa di più di una semplice soddisfazione?
- Certo non è esattamente quello che aveva richiesto, ma sono sicuro che occuparsi della sicurezza dell'Istituto di Ricerca Fotoatomica, le darà le gratificazioni che cerca - continuò il generale, cercando invano di capire cosa pensasse quell'uomo dalla faccia di pietra - Non nego però, che all'inizio ho avuto qualche perplessità in proposito, ma a quanto pare lei ha conoscenze molto influenti Harada... -
" Non immagini quanto, maledetto bastardo " pensò l' ufficiale continuando a sorridere " Non immagini quanto..."
- Sarò all'altezza di quest'incarico signore – disse poi senza cambiare espressione e cercando di glissare sulle ultime battute del suo superiore, il cui tono ironico non gli era certo sfuggito - Stia tranquillo! -
Il generale annuì poco convinto.
Di certo Harada s'era sempre dimostrato un ottimo ufficiale, ligio al dovere e con uno stato di servizio senza una pecca, ma giravano strane voci sul suo conto, voci che parlavano di soprusi e metodi poco ortodossi usati con i suoi sottoposti.
Quelle indiscrezioni però non avevano mai trovato una conferma.
Yoshida quindi non aveva alcun motivo valido per opporsi a quel trasferimento
- Bene - replicò allora con un sospiro - Allora contatterò al più presto il professor Yumi per metterlo al corrente del suo arrivo entro questa settimana, nel frattempo avrà la possibilità di scegliere i venti uomini che faranno parte di questa squadra speciale -
- Sissignore -
- Inutile dirle che sarà a completa disposizione di Gennosuke Yumi ed ogni decisione farà capo a lui, chiaro tenente? -
- Chiarissimo -
Seguirono i convenevoli di rito e Tatsuo Harada si congedò dal generale.
Cinque minuti dopo usciva dal Comando Generale delle Forze Armate Internazionali e s'apprestava a salire sulla sua auto, alla guida della quale lo attendeva il sergente Morita
- Dalla sua espressione direi che ha ricevuto belle notizie tenente! - esordì quest'ultimo, scendendo dal mezzo e correndo ad aprire la portiera dalla parte del passeggero.
Harada si tolse il berretto afferrandolo per la visiera e si accomodò sul sedile, lanciando un' ultima occhiata alla facciata dell'edificio di forma esagonale che aveva appena lasciato: il sole di quella limpidissima mattinata di tardo autunno, si rifletteva a specchio sulle sue ampie finestre, facendolo assomigliare ad un grosso diamante
- Ottime notizie sergente, ottime notizie...- rispose Harada prendendo una sigaretta ed infilandosela tra le labbra piegate in un enigmatico sorriso.
Mentre l'accendeva ed aspirava la prima boccata di fumo, pensò che infondo quella giornata non era iniziata poi così male.


- Prendine ancora Tetsuya, non fare complimenti! - disse Hikaru porgendo all'ospite un'altra fetta di torta al cioccolato
- Grazie signorina Makiba, ma in questo momento non riuscirei a mandare giù nemmeno un boccone - rispose il giovane, cercando di declinare il più gentilmente l'offerta.
Aveva mangiato decisamente troppo.
- Signorina Makiba? Ti prego Tetsuya, dammi pure del tu! - si schermì la ragazza
- D'accordo..Hikaru - mormorò lui un po' imbarazzato.
Conosceva quella famiglia solo da qualche giorno e già lo trattavano come uno di casa...non era abituato a tanta ospitalità
- Spero che la cena sia stata di tuo gradimento - indagò timidamente la ragazza
- Era tutto eccezionalmente buono sign...Hikaru , sei davvero una cuoca straordinaria -
- Davvero un'ottima cena Hikaru - intervenne Daisuke dall'altra parte della tavolata - Stasera hai superato te stessa! -
- Sono d'accordo, l'uomo che ti prenderà in moglie sarà davvero fortunato - aggiunse Genzo Umon seduto al suo fianco
A quest'ultimo complimento la ragazza arrossì vistosamente e lanciò un'occhiata fugace verso Daisuke
- Il primo che osa avvicinarsi a mia figlia dovrà fare i conti con me! - sbraitò a quel punto Dambei, alzandosi di scatto dalla sedia e vacillando pericolosamente - Guai a chi tocca la mia bambina! - il volto paonazzo indicava senza ombra di dubbio, che l'uomo era decisamente alticcio
- PAPA'! - sibilò Hikaru.
Sotto lo sguardo minaccioso della figlia, l'ometto ammutolì e tornò a sedersi: era ancora abbastanza sobrio per rendersi conto, che quel tono di voce non prometteva niente di buono
- Se continui così papà, la nostra Hikaru rimarrà zitella - esclamò Goro divertito, mentre divideva con Shiro l'ultima fetta di torta
- GORO! -
Il ragazzino s'affrettò ad abbassare la testa sul suo piatto, infilandosi in bocca un enorme pezzo di dolce .
Far arrabbiare sua sorella non era certo una cosa salutare, c'era il rischio di ritrovarsi a lavare piatti per una settimana
- E comunque dovreste fare i complimenti anche a Sayaka, la torta l'ha fatta lei! - continuò Hikaru
- Per così poco...- arrossì quest'ultima - Hai cucinato tutto tu! -
- In ogni caso propongo un brindisi alle nostre cuoche provette! - intervenne di nuovo Dambei, versandosi dell'altro sakè - Anche se mi sembra che qualcuno non abbia apprezzato molto...- concluse, lanciando un'occhiata in tralice verso Koji.
Tutti si voltarono verso il giovane, che sedeva silenzioso in fondo alla tavolata, fissando come ipnotizzato le fiamme che ardevano nel caminetto acceso in un angolo della sala
- E' vero Koji, non hai mangiato praticamente nulla - osservò dispiaciuta Hikaru.
Silenzio.
Sayaka toccò gentilmente una spalla del giovane
- Koji...- chiamò piano
- Cosa? - esclamò il ragazzo sussultando vistosamente ed uscendo di colpo da quella specie di trance.
Si guardò attorno un po' stupito, rendendosi conto solo in quel momento, di essere al centro dell'attenzione di tutti i presenti
- Che c'è? - chiese titubante e sentendosi decisamente a disagio - Mi sono macchiato da qualche parte? -
- Cos'hai Koji? - provò ad indagare Daisuke - Non hai quasi toccato cibo e non hai detto una parola per tutta la serata -
- Io veramente...-
- Non starai ancora pensando a quello che è successo l'altra notte spero! - s'informò senza tanti complimenti il vecchio Dambei
- Perché? Cosa è successo? - chiese Umon incuriosito
- Koji ha visto un fantasma! - esclamò tutto eccitato Goro - Un fantasma vero! -
- Che sciocchezze! - intervenne in tono pratico Hikaru - Piantala con questa storia del fantasma! Si è trattato semplicemente di suggestione. Questa è una vecchia casa e di notte si sentono i rumori più strani, il buio e l'immaginazione hanno fatto tutto il resto. Gli spettri non esistono Goro! - concluse con l'intenzione di mettere fine a quella discussione, anche perché da un paio di giorni, suo fratello e Shiro non parlavano d'altro.
Non voleva che i due ragazzini si mettessero in testa chissà quali fantasie
- Un momento! - replicò risentito Koji - Io non ho mai parlato di fantasmi o simili...ma c'era qualcuno in quel corridoio, ne sono sicuro! -
- Forse eri ancora un po' teso per l'agguato a Tetsuya...- provò a suggerire Sayaka, cercando la sua mano sotto il tavolo, ma l'occhiata delusa con cui la fulminò il giovane, la fece desistere immediatamente. "Nemmeno tu mi credi": questo diceva quello sguardo.
Il giovane serrò i denti, ripensando con disagio al trambusto che si era creato quella notte a causa sua.
Si erano svegliati tutti e la casa era stata perlustrata da cima a fondo, stanza per stanza.
Le ricerche di un eventuale estraneo si erano estese anche nei dintorni dell'abitazione e nelle stalle, ma senza alcun esito.
Koji si era sentito un perfetto idiota.
- Scusate...- mormorò quindi in tono piatto il giovane, alzandosi da tavola - Non mi sento troppo bene, ho bisogno di prendere un po' d'aria -
- Aspetta, vengo con te! - esclamò Sayaka afferrandogli una mano
- Da solo - replicò lui gentilmente, ma con fermezza, liberandosi dalla presa
- Koji...se ho detto qualcosa che ti ha offeso...- provò a dire Hikaru
- Ho solo voglia di fare due passi, tutto qui - rispose lui, afferrando bruscamente la sua giacca che stava su una sedia lì vicino ed avviandosi deciso verso la porta.
La sua uscita fu accompagnata da un'imbarazzato silenzio
- Credo che andrò anch'io a sgranchirmi le gambe - disse a quel punto Tetsuya, alzandosi ed appoggiando il tovagliolo sulla tavola.
Sayaka lo squadrò preoccupata
- Stai tranquilla - la rassicurò il giovane con un sorriso a fior di labbra - Te lo riporto tutto intero -


- E se Duke Fleed non si fosse rifugiato su questo pianeta?- azzardò Gandal lanciando un'occhiata al suo sovrano, che stava prendendo visione di alcuni dati sul computer - Per quello che ne sappiamo potrebbe essere morto e disperso da qualche parte della galassia con il Grendizer... -
Re Vega finse di non sentire, concentrandosi su quello che stava facendo: lui sapeva perfettamente che il giovane principe era sulla Terra, la Voce era stata chiara in proposito, ma questo non poteva certo dirlo al suo sottoposto.
Il problema era che non sapeva dove si trovasse esattamente.
Su questo punto la Voce non si era pronunciata
- Quell'inetto di Barendos non ha trovato alcun indizio utile in proposito - insistette il Generale - Io penso che abbiamo aspettato abbastanza! -
- Con questo cosa vuole dire Gandal? - replicò seccato il sovrano, fulminandolo con un'occhiata
- Io..io - balbettò quest'ultimo, indietreggiando istintivamente di qualche passo
- Già, perché non lo spieghi anche a me Gandal? - intervenne da dietro la voce famigliare del Comandante Barendos - Sono proprio curioso - continuò, avanzando deciso verso di loro
- Non ti hanno insegnato a bussare? - replicò il Generale guardandolo con evidente disprezzo - Questa era una conversazione privata...-
- Per poter sparlare tranquillamente alle mie spalle? - rispose Barendos con un sorriso ironico - E comunque sappi che sono stato convocato da Sua Maestà! -
- Sto aspettando Gandal - continuò Re Vega fissandolo con severità.
Il Generale deglutì, abbassando il capo e cercando di recuperare un po' di sicurezza.
Quando sollevò di nuovo la testa, i lineamenti del volto avevano preso sembianze prettamente femminili
- Quello che voglio dire è che abbiamo perso abbastanza tempo! - esclamò con enfasi una voce di donna - Dobbiamo attaccare subito, le stupide armi dei terrestri non sono in grado di contrastare i nostri mostri combattenti! -
- Ma Grendizer sì! - ribatté Barendos
- Non ci sono prove che Duke Fleed sia vivo! - replicò Lady Gandal - E comunque, se così fosse, quale sistema migliore per stanarlo, se non un attacco in piena regola? -
- Non si può iniziare un piano d'invasione senza aver valutato tutti i rischi -
- Ma di quali rischi vai blaterando? -
- Sto parlando di questo - rispose Barendos, inserendo alcuni dati nel computer principale.
Alcune immagini raccolte da un satellite spia, scorsero su un grande schermo davanti a loro
- Sembrerebbe un robot da combattimento... - mormorò sorpreso Re Vega, osservando con molto interesse il Great Mazinger ripreso durante un addestramento - Ce ne sono altri? -
- Questo non sono riuscito ancora a scoprirlo mio Signore - rispose sinceramente Barendos - Ma penso che potrebbe avere a che fare con Grendizer -
Gandal, che nel frattempo era tornato alle sue sembianze maschili, preferì non dire nulla
- Potrebbe...- annuì il sovrano - Voi cosa ne pensate Gandal? -
- Penso che al punto in cui siamo, non possiamo escludere alcuna ipotesi - si pronunciò quest'ultimo dopo un attimo di riflessione.
Re Vega lo scrutò un po' sospettoso per quella improvvisa mansuetudine, poi attivò con un gesto un' altro schermo più piccolo alla sua sinistra
- Zuril! - chiamò.
Dopo alcuni istanti, l'immagine del Ministro della Scienza prese forma sul video
- Eccomi mio Sire -
- A che punto siamo con il mostro spaziale? -
- Giru Giru è quasi completato -
- Bene, avvisatemi non appena sarà operativo -
- Sarà fatto Maestà - lo rassicurò Zuril chiudendo il collegamento.
Il sovrano si voltò quindi verso Gandal e Barendos
- Andate anche voi e tenetevi pronti -
I due s'inchinarono e lasciarono la sala.
Re Vega rimase ad osservare pensieroso un fermo immagine del Great Mazinger
..." Non lo sottovalutare...stavolta Duke Fleed avrà dei potenti alleati "...


- Che fai? Mi segui? - chiese Koji senza nemmeno voltarsi.
Tetsuya sorrise tra sé e sé, e raggiunse il giovane che stava ritto sulla riva del fiume, osservandone il vorticare della corrente: le ultime piogge lo avevano ingrossato vistosamente, e nel buio, lo scrosciare impetuoso delle acque, riempiva l'aria di un suono cupo e vagamente minaccioso.
- Chi, io? Perché mai avrei dovuto seguirti? Volevo solo fare una passeggiata - si giustificò il pilota del Great Mazinger sedendosi su un grosso masso lì vicino - Temo di aver un po' esagerato a cena... -
Koji lo squadrò poco convinto
- Ti ha mandato Sayaka vero? - insistette allora, palesemente infastidito dalla sua presenza - Guarda che non era necessario, non ho bisogno della balia -
- Detto da uno che vede i fantasmi suona piuttosto ridicolo...- commentò sarcasticamente Tetsuya.
Una mano lo afferrò senza tanti complimenti per il bavero della giacca impedendogli di terminare la frase.
Tetsuya vide il destro di Koji partire repentino in direzione del suo volto e chiuse gli occhi in attesa dell'impatto con la propria mascella...
Niente.
Anche la presa sotto il suo mento andò allentandosi.
Riaprì gli occhi.
- Ma che sto facendo? - mormorò Koji allontanandosi di qualche passo e guardandosi le mani, come se si trattasse di parti estranee al suo corpo - Che sto facendo? -
Tetsuya s'aggiustò tranquillamente il colletto del giubbotto
- Piuttosto nervosetto Kabuto, eh? -
- Io...io...scusami Tetsuya... -
- Non preoccuparti Kabuto, credo di capire come ti senti - gli rispose quest'ultimo - E comunque sono io che devo scusarmi, ho fatto una battuta infelice -
Koji lo guardò sbalordito
- Sei sicuro di star bene Tetsuya? - chiese, fingendo un tono preoccupato - L'altro giorno devi aver respirato decisamente troppo fumo... -
Tetsuya scoppiò in una fragorosa risata
- Touché! - esclamò dopo un po' il pilota del Great Mazinger riprendendo fiato - Questa me la sono davvero cercata -
Koji accennò suo malgrado un sorriso, ma poi calò un minuto d'imbarazzato silenzio, durante il quale il frastuono del fiume dominò incontrastato.
- Senti Kabuto... - disse ad un certo punto Tetsuya tornato serio - Volevo proseguire con un certo discorso -
- Quale discorso? -
- Quello su Shiro...sul fatto che dovrei prendermi cura di lui... - rispose guardandolo dritto negli occhi.
Koji sospirò e poi sedette stancamente sul masso a fianco del giovane, fissando un punto indefinito fra i ciottoli della riva.
Faceva piuttosto freddo ed il loro respiro si condensava in piccole nuvole di vapore, che la luce di una pallida luna metteva ogni volta in evidenza
- C'è mai stato un momento in cui hai creduto di impazzire? - chiese di punto in bianco il giovane Kabuto.
Tetsuya ripensò involontariamente alla tragica scomparsa dell'unica figura paterna che avesse mai conosciuto in vita sua: lo sconforto ed il rimorso provati allora, avevano rischiato di condurlo alla follia, un baratro dal quale solo l'affetto di Jun era riuscito a strapparlo.
Annuì senza dire nulla
- Ho paura Tetsuya...- mormorò allora Koji, cercando di controllare il tremito nella voce - ...una paura fottuta -


- Se vuoi finisco io... - disse Hikaru a Sayaka, che stava lavando i piatti della cena, mentre lei li asciugava con un panno pulito - ...così puoi andare a cercare Koji -
Non le erano sfuggite le occhiate furtive che la ragazza lanciava di tanto in tanto fuori dalla finestra: la sua preoccupazione era evidente.
Sayaka scosse la testa
- Ha detto che vuole restare solo...- disse passando all'amica un altro bicchiere appena risciacquato - Lo aspetterò qui -
Hikaru la guardò un po' perplessa
- Piuttosto...- continuò Sayaka - Perché non te ne vai di là con gli altri Hikaru? Hai lavorato già così tanto per preparare questa cena, lascia almeno che mi occupi io di rassettare la cucina -
Dal salotto arrivava la voce sguaiata di un ormai ubriaco Dambei che raccontava le sue imprese giovanili nel Texas, quando lavorava in un ranch come mandriano.
Hikaru sapeva quelle storie a memoria, come del resto tutti quelli che conoscevano il vecchio ed infatti poco dopo la voce del piccolo Goro supplicò suo padre di smetterla.
Seguì l'immancabile tiritera sull'ingratitudine dei figli e poi, grazie al cielo, il suono di una chitarra s'insinuò dolcemente nella discussione, finché tutti tacquero, rimanendo in ascolto.
La voce calda e baritonale di Daisuke intonò una romantica ballata country, che parlava di una bella ragazza dagli occhi bruni: Hikaru arrossì senza controllo
- Che aspetti? - le sorrise Sayaka strizzandole un occhio e scacciandola con un gesto della mano - Vai! Vai! -
Hikaru esitò un attimo, ma poi annuì ed appoggiò lo straccio sul lavello
- Grazie Sayaka - le disse, ravvivandosi i capelli con le dita e dirigendosi verso la porta della cucina
- Aspetta Hikaru! - esclamò l'altra - Il grembiule! -
- Ops...già, che sbadata! -
Il grembiule volò su una sedia
- Ancora una cosa...- disse la figlia del professor Yumi, osservando Hikaru con aria critica
- Che c'è? -
- Non va per niente bene, sembri una suora! - esclamò Sayaka avvicinandosi all'amica e slacciandole un paio di bottoni della camicetta, in modo da accentuare maliziosamente la scollatura
- Ma...Sayaka...io...-
- Poche storie! Così sei perfetta ed adesso sbrigati a raggiungere il tuo principe azzurro! - concluse l'altra ridendo compiaciuta.
Hikaru le lanciò un sorriso complice ed uscì dalla cucina quasi danzando.
Sayaka tornò verso il lavandino e prima di iniziare a detergere l'ennesima stoviglia, rivolse uno sguardo pensieroso verso la finestra.


- Che strano...-
Hayashi scrutò perplesso lo schermo del radar: un segnale anomalo s'era acceso per alcuni secondi, per poi sparire altrettanto velocemente
- Cosa c'è di strano? - chiese Yamada stiracchiandosi sulla poltrona della sua postazione di controllo e lanciando un'occhiata annoiata al collega
- Il radar ha rilevato qualcosa - rispose Hayashi
- Davvero? E di che si tratta? - chiese incuriosito l'altro
- Non saprei, la traccia è apparsa solo per qualche istante -
- Un meteorite? -
- Forse...ma...no...eccola di nuovo..anzi...eccole! - esclamò eccitato l'assistente del dottor Umon
- Fa vedere! - disse Yamada avvicinandosi.
Stavolta le tracce erano più di una e si muovevano in formazione dirigendosi verso sud-est rispetto alla loro posizione: i due operatori ne contarono almeno una decina.
- Non sono aerei...troppo veloci - mormorò preoccupato Hayashi
- Tu pensi che...? - chiese titubante Yamada, sistemandosi con mano tremante gli occhiali, che gli stavano scivolando dal naso a causa del sudore
- Penso che sia meglio avvertire il dottor Umon - lo interruppe Hayashi fissando turbato quei puntini luminosi.


- Coraggio, alzati! - disse Tetsuya togliendosi il giubbotto ed appoggiandolo sul masso sul quale era seduto fino a poco prima
- Che...che vuoi fare? - chiese Koji sulla difensiva
- Non c'è niente di meglio di un po' di boxe per scaricare i nervi - rispose il giovane tirando qualche gancio all'aria per riscaldarsi
- Stai scherzando vero? -
- Ti sembra che stia scherzando? - rispose imperturbabile l'altro
- Non farò a pugni con te Tetsuya - dichiarò deciso Koji alzandosi in piedi.
Una mano sul petto gli impedì di allontanarsi
- Dove credi di andare? -
- A casa, non ho nessuna intenzione di battermi - insistette Koji, ma uno spintone lo rimise a sedere senza tanti complimenti
- Non preoccuparti Kabuto, ho promesso a Sayaka che avrei risparmiato il tuo bel faccino - sogghignò Tetsuya - Vedrai, non ti farò troppo male -
- Piantala! - sibilò a quel punto Koji visibilmente irritato - Non provocarmi...-
- Altrimenti? -
- Altrimenti sarò io a cambiarti i connotati -
- Davvero? - rise Tetsuya - Scommetto che riesco a tenerti testa per più di dieci minuti, senza che tu riesca nemmeno a sfiorarmi -
- La vedremo...- mormorò Koji sfilando a sua volta la giacca e preparandosi ad affrontare l'avversario.
- Si dia inizio alle danze allora - sorrise compiaciuto Tetsuya mettendosi in guardia.


- Stanotte verrà la neve - disse Daisuke scostando la tenda e scrutando il cielo attraverso i vetri della finestra
- Dici? - chiese Hikaru avvicinandosi al giovane ed appoggiando i gomiti sul davanzale - Strano, non c'è una nuvola in cielo -
- Guarda quell'alone attorno alla luna - insistette Daisuke, chinandosi su di lei per osservare meglio
- Nevicherà presto, vedrai -
La ragazza non disse nulla, limitandosi ad annuire.
I loro volti erano così vicini che quasi si toccavano ed Hikaru poteva sentire i capelli del giovane sfiorarle la guancia
" Profuma di buono " pensò la ragazza voltandosi appena per osservarne il profilo, mentre Daisuke continuava a parlare con lo sguardo rivolto all'esterno " Sarebbe bello se adesso si girasse a baciarmi..."
Hikaru chiuse gli occhi " Sì...sarebbe fantastico..."
- Ma tu non mi ascolti! - esclamò il giovane con gran disappunto
- Cosa? - sussultò lei, tornando bruscamente alla realtà - Ce...certo che ascoltavo! - balbettò imbarazzata
- Hai detto che stanotte verrà la neve -
Due incredibili occhi blu la fissarono perplessi
- Veramente stavo dicendo, che forse dovrei andare a vedere che fine hanno fatto Koji e Tetsuya...-
" Stupida..stupida " pensò la ragazza, dandosi mentalmente una manata sulla fronte
- Si può sapere cosa state confabulando voi due lì nell'angolo? - gracchiò la voce di Dambei alle loro spalle
- Non mi piace quando state così appiccicati, CHIARO? -
Il vecchio era seduto al tavolo, impegnato in una partita a carte con Umon, Goro e Shiro.
" Siamo alle solite! " pensò Hikaru rivolgendo gli occhi al cielo e mordendosi la lingua per non rispondere male a suo padre
- Stavo dicendo ad Hikaru che stanotte cambierà il tempo - disse semplicemente Daisuke - C'è aria di neve -
- Ma che sciocchezze vai dicendo! - sbraitò il vecchio Makiba - Il meteo non ha previsto alcuna nevicata per almeno un paio di settimane! -
Daisuke non replicò, limitandosi a sorridere: sapeva che era meglio non contraddire Dambei, soprattutto quando aveva qualche bicchierino di troppo in corpo
- Insomma papà! - intervenne sbuffando Goro - Non ti distrarre! Guarda che tocca a te pescare la prossima carta! -
- Calma, calma! - ribatté lui - Ho bisogno di concentrazione! -
- Ma quale concentrazione! Devi solo pescare una carta dal mazzo papà! - replicò esasperato il ragazzino.
Seguì un acceso battibecco, durante il quale Hikaru fece scivolare la sua mano in quella di Daisuke
- Svignamocela! - sussurrò lei - Questo è il momento buono -
Il giovane la seguì senza obiettare.
Cinque minuti dopo camminavano fianco a fianco lungo il recinto dei cavalli
- Mio padre sa essere davvero insopportabile quando ci si mette! -
- Non essere così dura con lui, è solo molto protettivo nei tuoi confronti - provò a giustificarlo Daisuke
- Protettivo? Geloso vorrai dire! Si comporta come se fossi ancora una bambina! - ribatté lei gesticolando furiosa.
Daisuke rise di cuore
- Ecco vedi? Anche tu non mi prendi sul serio! - esclamò un po' risentita la ragazza
- Io ti prendo molto sul serio invece...- le disse lui, guardandola negli occhi con un'espressione indecifrabile.
Hikaru sorpresa mise un piede in fallo.
Daisuke fu lesto a sostenerla per impedirle di cadere.
Un attimo dopo la stringeva a sé, baciandola teneramente.


- Professor Yumi! -
- Che succede Sewashi? - chiese l'uomo entrando di corsa in sala controllo ed avvicinandosi al suo assistente.
L'allarme generale era scattato all'improvviso in tarda serata, distogliendolo dal libro che stava tranquillamente leggendo sdraiato sul suo letto
- Oggetti volanti non identificati in rapido avvicinamento da ovest professore! - spiegò uno degli addetti al radar - Ecco le coordinate esatte -
Lo scienziato controllò perplesso i dati forniti dal computer principale: sicuramente non erano i soliti mostri bio-meccanici del Dottor Hell, troppo piccoli e veloci, ma al momento non poteva escludere alcuna ipotesi
- Qualche problema? - chiese una voce alla loro spalle.
Harada avanzò deciso verso il centro della sala: il tenente s'era insediato con tutti i suoi uomini ormai da tre giorni, prendendo servizio presso l'Istituto
- Forse sì - mormorò Yumi preoccupato, continuando a guardare lo schermo - Dovè Jun? - chiese poi a Sewashi
- Eccomi professore! - esclamò in quel momento la ragazza, facendo il suo ingresso nella stanza.
Jun indossava la sua tuta da combattimento.
Yumi annuì
- Contattate Tetsuya e teniamoci pronti ad ogni evenienza - ordinò allora lo scienziato, accomodandosi nella sua postazione - Stiamo a vedere cosa succede -
- Professor Yumi! - chiamò improvvisamente l'operatore alle comunicazioni - Una chiamata urgente dal Centro di Ricerche Spaziali! -
- Passamela - mormorò l'uomo senza staccare gli occhi dal monitor.


- Che c'è? Sei già stanco? -
Koji, senza fiato e piegato in due per il dolore, non rispose.
L'ultimo pugno di Tetsuya lo aveva raggiunto inesorabile alla bocca dello stomaco ed adesso sentiva l'impellente bisogno di vomitare, cosa che infatti fece poco dopo, trascinandosi carponi verso un albero lì vicino.
Era a pezzi, ma per lo meno Tetsuya era stato di parola...gli aveva risparmiato il volto
" Un vero gentiluomo... " pensò, squassato dagli ultimi conati.
Chissà perché questa cosa gli sembrò particolarmente divertente, tanto da scatenargli un'irrefrenabile ilarità e così Koji s'abbandonò supino fra i ciottoli, ridendo istericamente fino alle lacrime.
Tetsuya lo guardò sorpreso
- Sei impazzito Kabuto? -
A quelle parole Koji rise ancora più forte ed il cipiglio perplesso di Tetsuya fu il colpo di grazia a quel poco di autocontrollo che gli era rimasto.
Il pilota del Great Mazinger scosse sorridendo la testa, poi si lasciò andare faticosamente a fianco di Koji, massaggiandosi la mascella indolenzita e cercando di non dare retta alle proteste che arrivavano da parti insospettabili del suo corpo.
Non era andata proprio come aveva previsto: Kabuto si era difeso piuttosto bene e Tetsuya aveva dovuto impegnarsi parecchio per mandarlo al tappeto
- Sei a pezzi anche tu eh? - chiese Koji fra uno scoppio di risa e l'altro - Cominci ad invecchiare Tsurugi -
- Sarò sempre abbastanza in forma per darti una lezione Kabuto - replicò ironico l'altro - Comunque è stata una bella scazzottata -
Koji annuì, asciugandosi gli occhi e cercando di recuperare un po' di serietà
- Grazie...- mormorò poi sinceramente - Mi sento meglio...se così si può dire -
Tetsuya sbuffò divertito
- Quando vuoi Kabuto - rispose con un ghigno - Sempre a tua disposizione -
Tacquero per un po', seguendo ognuno il filo dei propri pensieri
- Kabuto - disse Tetsuya ad un certo punto
- ...mmmh? -
- L'altro giorno hai detto che m'invidi...posso saperne il motivo? -
Un sorriso malinconico aleggiò per qualche istante sulle labbra di Koji
- T'invidio per tutto il tempo che hai potuto trascorrere con nostro padre - rispose dopo un attimo di riflessione - T'invidio per quello che hai rappresentato per lui -
Tetsuya lo fissò stupito: aveva detto "nostro" padre
- Tu puoi ritenerti fortunato, hai avuto l'opportunità di conoscerlo bene - continuò Koji - Per me non è stato così...ero ancora un bambino quando ho creduto di aver perso entrambi i genitori e mio fratello era appena nato... -
- Questo lo so Kabuto...- provò a dire l'altro
- Allora saprai anche che, mentre papà si prendeva cura di te e di Jun, io e Shiro siamo cresciuti praticamente come due orfani! - lo interruppe bruscamente Koji, alzando involontariamente il tono della voce - Proprio quando avevamo più bisogno di un padre, lui non c'era, capisci Tetsuya? Non c'era! -
Tetsuya percepì una profonda sofferenza in quello sfogo imprevisto e forse anche un rancore mai sviscerato pienamente
- Mi spiace Kabuto...non avevo mai pensato alla situazione in questi termini -
- Non devi dispiacerti, non è colpa tua - rispose Koji con un sospiro - E comunque ormai non ha più importanza -
- Ne ha per me Kabuto! - esclamò inaspettatamente Tetsuya - Tu, Shiro e Jun siete la mia unica famiglia... per quanto mi riguarda potrai sempre contare sulla mia amicizia - continuò il giovane porgendogli la destra
Koji lo guardò piacevolmente sorpreso
- Questo vale anche per me Tetsuya! - esclamò il ragazzo dopo un attimo d'esitazione e stringendo con slancio quella mano che gli veniva tesa.
In quel momento ebbero entrambi la certezza, che lassù da qualche parte Kenzo Kabuto stesse sorridendo.


- Scusami Hikaru...io...io mi sono lasciato trasportare - balbettò Daisuke staccandosi rapidamente da lei.
La ragazza posò la mano sulle labbra del giovane per zittirlo
- Per favore Daisuke, non rovinare tutto - mormorò - Ho desiderato questo momento dalla prima volta che ti ho visto...non rovinare tutto-
- Non fraintendermi Hikaru - cercò di chiarire il giovane - Anch'io lo desideravo da molto tempo -
- Davvero? - chiese lei con malcelata ironia - Allora perché ti giustifichi? -
Lui la guardò dritto negli occhi
- Perché non so se potrò mai ricambiare i sentimenti che tu provi per me Hikaru -
Una folata di vento gelido scompigliò improvvisamente i loro capelli.
Hikaru abbassò lo sguardo imbarazzata
- Spero che adesso mi risparmierai il solito discorsetto di circostanza - disse la ragazza in tono piatto
- Che discorsetto? -
- Quello che dice: per me sei solo un'amica - continuò lei amaramente - Non lo sopporterei...-
Daisuke le scostò gentilmente una ciocca bruna dal viso
- Guardami Hikaru - le disse dolcemente
Seppur riluttante, la ragazza tornò ad incrociare lo sguardo del giovane
- Sono innamorato di te - mormorò semplicemente stringendola al petto - Mi credi? -
- Allora qual'è il problema Daisuke? - sussurrò la ragazza abbandonandosi trepidante fra le sue braccia
- Non capisco...-
- Ci sono troppe cose che non conosci sul mio passato - sospirò il giovane fleediano - Cose che al momento non posso rivelarti -
- Perché? - insistette lei - Perché? -
Ma il giovane non rispose: qualcosa in alto aveva attirato la sua attenzione
Hikaru seguì la direzione dello sguardo di Daisuke e così vide anche lei quello che stava fissando con tanto interesse: uno stormo di strani oggetti luminescenti stava compiendo delle incredibili evoluzioni sopra di loro.
- Mio Dio e quelli cosa sono? - chiese un po' spaventata la ragazza, osservandoli mentre sparivano rapidamente verso l'orizzonte.
Silenzio.
Si girò a cercare Daisuke, ma il giovane era sparito.


Qualcosa vibrò improvvisamente nella tasca interna della sua giacca.
Umon ne estrasse il cellulare e dopo una rapida occhiata al display rispose alla chiamata
- Dimmi Hayashi - disse allontanandosi dal tavolo da gioco e rivolgendo ai presenti un cenno di scusa
- Cosa? - esclamò preoccupato dopo un breve ascolto - Ne sei sicuro? -
Dambei distolse per un attimo lo sguardo dalle carte che teneva in mano ed osservò incuriosito lo scienziato
- D'accordo vengo subito! - concluse poi sbrigativamente Umon, chiudendo la comunicazione
- Qualcosa non va? - chiese il vecchio Makiba
- Devo tornare al Centro - rispose evasivamente lo scienziato, indossando rapidamente il suo cappotto e cercando le chiavi dell'auto - Scusatemi! -


- E quelli che diavolo sono? - esclamò improvvisamente Tetsuya, indicando qualcosa in alto.
Koji impallidì e balzò in piedi per seguir meglio la traiettoria di alcuni oggetti molto luminosi, che volavano in direzione del Fuji.
Di certo non erano aerei: troppo veloci
- Guai - mormorò Koji, mentre un presentimento si faceva largo nei suoi pensieri - Guai grossi -
- Che vuoi dire Kabuto? -
Koji però stava già correndo in direzione della fattoria
- Non ho tempo per spiegarti adesso! - gli urlò - Vieni! Dobbiamo tornare! -
Tetsuya lo seguì senza farsi più domande.


Fu con grande sollievo che Sayaka vide tornare Koji e Tetsuya.
Dopo aver finito di sistemare la cucina, Sayaka era salita in camera sua e senza accendere la luce, si era seduta vicino alla finestra, sbirciando di tanto in tanto all'esterno, in attesa dei due giovani
" Eccoli! " pensò, scostando appena la tenda per osservare meglio " Finalmente! "
All'improvviso un trillo sommesso alle sue spalle, la fece sussultare.
La ragazza afferrò al volo il cellulare che teneva sul comodino e controllò chi la stava chiamando: era suo padre.


- Daisuke! - chiamò trafelato Koji, piombando nel cortile di casa assieme a Tetsuya.
Il giovane era davanti all'ingresso e parlava concitatamente a bassa voce con suo padre
- Cercavo proprio voi ragazzi - disse Umon voltandosi verso di loro - Mi hanno telefonato dal Centro e sembra che alcuni oggetti volanti non identificati si stiano dirigendo verso il monte Fuji -
- Li abbiamo visti anche noi! - esclamò Tetsuya - Erano molto veloci! -
- Non è tutto - continuò l'uomo - Hayashi ha cercato di avvisare anche il professor Yumi, ma la comunicazione si è interrotta quasi subito ed in maniera piuttosto brusca -
- Interrotta? - chiese preoccupato Koji - Che sia successo qualcosa di grave? -
- Kabuto - disse Tetsuya allarmato - Forse sarebbe meglio rientrare all'Istituto -
Il ragazzo annuì, lanciando contemporaneamente un'occhiata a Daisuke
" Sono loro vero? " avrebbe voluto chiedergli " Sono i veghiani "
Lo sguardo con cui lo ricambiò il giovane fleediano fu più che eloquente
- Può prestarci l'elicottero del Centro dottore? - chiese a quel punto in tono pratico Koji
- Certo! - rispose lo scienziato - Salite in auto, vi accompagno! -
- Aspettatemi! - chiamò a gran voce Sayaka uscendo di casa in quel momento - Vengo con voi! -
- Non se ne parla nemmeno! - la bloccò Koji - Tu rimani qui! -
- Ho appena sentito papà - esclamò concitata la ragazza, cercando di divincolarsi dalle braccia del giovane
- L'Istituto è sotto attacco! -
- Sotto attacco dici? Maledizione! - imprecò Koji - Speriamo di arrivare in tempo! -
- Vuoi spicciarti Kabuto? - urlò Tetsuya spazientito
- Arrivo! - rispose Koji, sollevando Sayaka di peso e depositandola senza tanti complimenti sulla veranda
- Tu rimani qui, punto e basta! - le intimò.
La ragazza fece per replicare, ma Koji era già a bordo dell'automobile, dove Daisuke attendeva con il motore acceso.
Il mezzo partì in una nuvola di polvere
- Koji Kabuto ti odio! - gli urlò Sayaka furiosa e poi entrò di corsa in casa.
Poco dopo ne usciva con addosso la tuta da motociclista ed il suo casco sotto il braccio, diretta verso la rimessa dove teneva parcheggiata la moto.
Qualche istante più tardi viaggiava a tutta velocità verso l'Istituto di Ricerca Fotoatomica.


L'auto di Umon guidata da Daisuke, le sfrecciò accanto mentre stava rientrando alla fattoria, abbagliandola per un attimo con i fari.
A bordo le sembrò di vedere anche Koji e Tetsuya.
Hikaru accennò un timido saluto con la mano, ma la macchina proseguì senza rallentare.
La ragazza rimase ad osservare pensierosa i fanalini di coda che sparivano nel buio
" Ma che sta succedendo? " pensò, colta da un senso di vaga inquietudine.
Quando più tardi vide Sayaka uscire da dietro il fienile in sella alla sua moto ed allontanarsi in tutta fretta, capì che stava accadendo qualcosa di grave.


- Mi lasci uscire con Venus professore, la prego! - protestò Jun
Un bagliore accecante, seguito da un boato, le fecero morire le parole in gola, mentre l'intero Istituto veniva scosso fino alle fondamenta dall'ennesimo attacco dei minidischi di Vega.
Yumi strinse nervosamente i braccioli della poltrona su cui era seduto, ma non rispose.
Non se la sentiva di esporre la ragazza a rischi inutili, almeno finché non gli fosse stata più chiara l'origine di quei dischi volanti.
Nonostante le dimensioni ridotte, sembravano dotati di una potenza di fuoco non indifferente e con la prima bordata erano riusciti ad interrompere ogni tipo di comunicazione con l'esterno: l'Istituto era isolato.
Yumi era riuscito a malapena ad avvisare la figlia con il cellulare
- Aspettiamo Tetsuya - disse lo scienziato - Intanto confidiamo nella resistenza della barriera -
- Siete sicuro che riuscirà ad arrivare? - chiese Harada alle sue spalle - Sarà difficile che riesca ad accedere all'Istituto sotto il fuoco nemico -
Il tenente appariva impassibile, quasi indifferente a quello che stava accadendo
- Faremo in modo da dargli tutta la copertura possibile - replicò lo scienziato - L'Istituto è dotato di un ottimo impianto difensivo -
- Professore, siamo riusciti a ripristinare temporaneamente parte delle comunicazioni! - intervenne a quel punto Nossori - C'è una chiamata da parte di Genzo Umon -
L'immagine dello scienziato apparve sullo schermo principale della sala controllo
- Professor Yumi! - esclamò sollevato quest'ultimo - Grazie a Dio state bene! -
- Per il momento sì, ma non so quanto riusciremo a resistere ancora -
- Tenete duro! - replicò Umon - Koji e Tetsuya stanno arrivando a bordo di un elicottero, dovrebbero essere lì a momenti -
" Koji? "
Yumi non aveva pensato all'eventualità che il ragazzo potesse tornare assieme a Tetsuya, ma del resto doveva aspettarselo.
Presto avrebbe dovuto adempiere ad una spiacevole incombenza


- Qui Koji! Rispondete Istituto di Ricerca! - una serie di scariche elettrostatiche furono l'unica risposta al suo appello - Mi sentite? Qui Koji, rispondete per favore! -
- Ancora niente? - chiese Tetsuya, impegnato a pilotare l'elicottero
- No purtroppo - rispose il ragazzo - Speriamo che non sia troppo tardi -
- Non dirlo nemmeno per scherzo Kabuto! - esclamò Tetsuya - Arriveremo in tempo, vedrai! -
- Lo spero - replicò Koji - Ma non puoi farlo volare più veloce questo coso? -
- Sono già al massimo e comunque ci siamo quasi! - disse l'altro facendo un cenno col capo
Koji guardò nella direzione indicata da Tetsuya: stavano sorvolando a bassa quota un fitto bosco di abeti e la sommità dell'Istituto cominciava ad apparire fra le cime degli alberi.
La barriera era innalzata e la flotta nemica stava sottoponendo l'edificio ad un furioso attacco incrociato.


- Perché quel robot non esce? - si chiese perplesso Barendos, osservando su uno schermo i minidischi in azione - Perché non contrattaccano? -
Seduto sulla sua poltrona, Re Vega non rispose, limitandosi a tamburellare con le dita sul tavolo che gli stava di fronte.
Barendos si voltò verso il sovrano: al suo fianco il Ministro Zuril stava controllando i dati trasmessi da una delle navicelle.
Gandal invece, se ne stava seduto in disparte, sorseggiando impassibile del liquore color rubino
- Abbiamo individuato il punto debole di quella barriera difensiva - intervenne Zuril - Fra poco saremo in grado di neutralizzarla! - continuò con aria soddisfatta
- Cosa aspettiamo a far intervenire il mostro spaziale? - chiese a quel punto Gandal.
Barendos lo guardò stupito: per la prima volta la pensavano alla stessa maniera
- Non ancora - mormorò Re vega - Non ancora -


- Dottor Hell! Dottor Hell! - chiamò a gran voce Blocken, fermandosi al centro dell'enorme sala sotterranea e percorrendola con lo sguardo alla ricerca dell'anziano scienziato.
Ci mise un bel po' ad individuarlo in quella semioscurità, ma infine lo vide.
L'uomo stava seduto su uno scranno in pietra, ai piedi della statua più grande ed accarezzava un gatto nero, che gli stava acciambellato in grembo.
Il volto era in ombra e il Conte non riusciva a scorgerne gli occhi, talmente infossati nel volto scarno, da apparire come due orbite vuote.
Lo scienziato sembrò non accorgersi del suo arrivo
- Dottor Hell...- provò ad insistere Blocken
- Cosa vuole Conte? - chiese Hell muovendo appena le labbra.
Blocken rabbrividì al suono di quella voce, ma cercò comunque di darsi un contegno
- Sta succedendo qualcosa d'importante! - disse il Conte eccitato - L'Istituto di Ricerca del professor Yumi è stato attaccato da alcuni ufo! -
Hell accennò una specie di ghigno.
Il felino s' alzò, stiracchiandosi pigramente e saltando giù dalle sue ginocchia.
Blocken lo vide allontanarsi dietro la statua, dove gli parve di notare un lieve movimento ed un fruscio di seta rossa
- E' venuto fin qua solo per dirmi questa cosa Blocken? - mormorò Hell, richiamando di nuovo la sua attenzione
- Ma...come? - balbettò incredulo il Conte - Non le importa di quello che le sto dicendo? -
- Si rilassi Blocken - replicò l'anziano scienziato - So già tutto -


- Come diavolo facciamo ad avvicinarci? - domandò Koji - Quelli ci fanno fuori non appena siamo a tiro! -
- Già - mormorò Tetsuya - Siamo un bersaglio troppo facile, ci vorrebbe un diversivo -
- Hai già qualche idea? -
- Una ne avrei Kabuto, ma non credo che ti piacerà -
Koji sfoderò un sorrisetto ironico
- Abbiamo scelta? -
Tetsuya scosse la testa in segno di diniego
- Appunto...- concluse il giovane Kabuto.


- Professor Yumi, un velivolo si sta avvicinando da nord-ovest! - avvertì Mori Mori dalla postazione radar
- Sembrerebbe un elicottero -
- Devono essere Tetsuya e Koji - esclamò lo scienziato alzandosi di scatto dalla poltrona - Preparatevi ad abbassare la barriera ed a rispondere al fuoco con tutte le armi disponibili -
- Cannoni laser pronti professore! - rispose uno degli assistenti di laboratorio
- Jun! - disse poi lo scienziato rivolgendosi alla ragazza - Esci con Venus e fai il possibile per coprire i ragazzi -
- Ci conti professore! - esclamò lei, avviandosi verso l'uscita della sala controllo
- Jun! - la richiamò l'uomo
- Sì? -
- Stai attenta -


- Sei pronto Kabuto? -
- Sì! - rispose Koji, sistemandosi il paracadute d'emergenza sulle spalle
- Bene! Quando te lo dico lanciati! Ok? -
- D'accordo! - annuì il ragazzo.
Tetsuya s'alzò di quota e puntò diritto verso l'Istituto, inserendo il pilota automatico.
Alcuni ufo si staccarono dal gruppo, con l'intenzione di intercettarli
- Ci hanno visto! - esclamò preoccupato Koji
- Ancora un po'...ancora un po'...- mormorò Tetsuya con i nervi tesi - ORA! -
I due giovani si gettarono nel vuoto ed il velivolo proseguì il suo volo verso i minidischi.
Qualche istante dopo esplodeva in mille pezzi, distrutto dal fuoco nemico.
Koji piombò in malo modo in mezzo a dei cespugli, mentre Tetsuya se la cavò un po' meglio, atterrando pesantemente un po' più in là, su un mucchio di foglie secche accumulate dal vento.
Del resto, il lancio non era stato abbastanza lungo, per permettere ai due giovani un maggior controllo della vela
- Tutto bene Kabuto? - chiese Tetsuya alzandosi in piedi e liberandosi velocemente dal paracadute.
Le imprecazioni che gli arrivarono in risposta furono piuttosto eloquenti.
Poco dopo Koji era comunque al suo fianco
- Abbiamo un centinaio di metri da percorrere su un terreno scoperto - disse Tetsuya, osservando pensieroso il tragitto da lì all'Istituto - Non sarà facile -
- Non sarà facile...a meno che qualche angelo custode non ci dia una mano - sorrise Koji indicando davanti a sé.
La barriera era stata disattivata e Venus era apparsa sul campo di battaglia, riuscendo ad eliminare un paio di minidischi con l'ausilio del Koushiryoku Beam
- E brava la mia Jun! - esclamò soddisfatto Tetsuya - Forza Kabuto, sbrighiamoci! -


- Inviate immediatamente Giru Giru - mormorò Re Vega senza staccare gli occhi dallo schermo principale
- E mandate in appoggio un'altra squadriglia di minidischi -
- Subito vostra Maestà! - esclamò Zuril, trasmettendo l'ordine all'astronave madre, che sostava appena fuori dall'atmosfera terrestre.


Quando vide i due giovani gettarsi con il paracadute,Yumi tirò un sospiro di sollievo
- Fate fuoco con tutte le armi a disposizione! - ordinò - Dobbiamo coprire Koji e Tetsuya -
- Professore - lo interruppe all'improvviso l'operatore radar - Abbiamo un problema...-
- Che genere di problema? -
- Qualcosa si sta avvicinando - rispose l'uomo - Qualcosa di grosso -
- Fa vedere! - disse lo scienziato controllando lo schermo.
Il radar segnalava un oggetto di grandi dimensioni, circondato da una ventina di velivoli più piccoli, che si stava dirigendo verso di loro dall'orbita terrestre.
Adesso ne era sicuro: la nuova minaccia arrivava dallo spazio e non si trattava sicuramente del Dottor Hell.
Gli avvistamenti sempre più numerosi di ufo, verificatisi qualche tempo prima in tutte le parti del mondo, assumevano ora un nuovo significato: spionaggio.
Yumi si voltò a guardare i suoi collaboratori, tutti gli sguardi erano puntati su di lui, in un silenzio carico d'attesa
- Prepariamoci al peggio - mormorò lo scienziato.
Harada sedette tranquillamente in un angolo e s'accese una sigaretta.


- Ci siamo quasi! - urlò Tetsuya per sovrastare il frastuono del bombardamento.
I due giovani avevano ormai raggiunto il perimetro esterno delle mura di recinzione che circondavano l'Istituto, così ne approfittarono per sostare qualche istante e riprendere fiato.
L'aria era quasi irrespirabile a causa del fumo e del calore dei numerosi incendi divampati nella zona dell'attacco, ma questo non impedì loro di proseguire attraverso una falla nel muro, facendosi largo fra le macerie
- Tetsuya! - esclamò ad un certo punto Koji - Guarda là! -
Un minidisco li aveva notati e stava puntando minaccioso su di loro
- Separiamoci! - disse Tetsuya - E' l'unica soluzione! -
- Va bene - rispose l'altro senza fermarsi - In bocca al lupo! -
Il velivolo nemico esitò un attimo, poi deviò rapidamente dirigendosi sul pilota del Great Mazinger, che resosi conto della situazione, cercò di correre il più velocemente possibile, proseguendo a zig zag, in modo da non offrire un facile bersaglio.
Un raggio emesso dalla navicella colpì il terreno a pochi metri da lui, sollevando una massa di detriti che gli piovve addosso scaraventandolo a terra semistordito.
L'ufo atterrò a breve distanza con un lieve ronzio e ne scesero due umanoidi di alta statura, che imbracciavano delle strane armi simili a fucili.
Uno degli alieni s'avvicinò al giovane, che giaceva supino in mezzo alla polvere e provò a toccarlo prudentemente con la punta del piede.
Non ottenendo alcuna reazione si chinò su di lui.
Tetsuya lo afferrò all'improvviso per una caviglia e lo trascinò a terra, strappandogli dalle mani l'arma e usandone il calcio per metterlo fuori combattimento, ma poco dopo si ritrovò con il fucile dell'altro umanoide puntato in mezzo alla fronte
- Buttalo! - gli ordinò con una strana voce metallica e mono tono.
Il giovane ubbidì, scagliando il fucile qualche metro più in là
" Maledizione! " pensò, alzandosi lentamente in piedi e cercando freneticamente un modo per cavarsela da quella situazione.
Un ombra si avvicinò silenziosa e non vista alle spalle dell'alieno
- Non ti muovere! - esclamò quest'ultimo, vedendo Tetsuya sollevarsi da terra - Rimani dove sei! -
Il giovane lo guardò impassibile e dopo aver lanciato un'occhiata furtiva dietro l'umanoide, sfoderò un gran sorriso.
In quel momento, Koji piombò fulmineo sul soldato di Vega, atterrandolo ed ingaggiando con quest'ultimo un furioso corpo a corpo.
Tetsuya si precipitò a raccogliere il fucile dell'altro umanoide
- Spostati Kabuto! - urlò
Koji si divincolò gettandosi di lato.
Un raggio accecante scaturì dall'arma, colpendo a morte l'alieno, che rimase esanime a terra.
- Ma non dovevamo separarci? - chiese ironico Tetsuya, tendendo una mano a Koji per aiutarlo a rialzarsi
- Sai com'è - replicò con lo stesso tono quest'ultimo - Cominciavo già a sentire la tua mancanza -
- Immagino...- rispose sarcastico Tetsuya dandogli una manata fra le scapole - Non perdiamo tempo Kabuto, andiamo! -
I due giovani ripresero la loro corsa verso l'edificio.


- Dottor Umon, altri oggetti non identificati si stanno dirigendo verso l'Istituto di Ricerca Fotoatomica -
avvisò Hayashi inquadrandoli sullo schermo principale
- Quello è un mostro spaziale! - sussultò Daisuke stringendo i pugni - Devo intervenire subito con il Grendizer! -
- Aspetta figliolo, non essere precipitoso - gli disse lo scienziato posandogli una mano sulla spalla - Lascia che se ne occupino Koji e Tetsuya -
- Ma padre...-
- Capisco quello che provi Daisuke, ma se tu ora uscissi con Grendizer, riveleresti a Vega la tua presenza sulla Terra - cercò di dissuaderlo Umon - Aspettiamo e vediamo cosa succede, sono sicuro che quei due ragazzi sapranno cavarsela egregiamente -
- Lo spero padre, lo spero...- mormorò dubbioso il giovane fleediano.


- Tetsuya e Koji sono riusciti ad entrare nell'Istituto - esclamò felice Mori Mori - Sono salvi! -
- Grazie al cielo! - esclamò Yumi - Avvisate Jun ed alzate nuovamente la barriera -
Lo scienziato lasciò la sala controllo e si diresse verso l'hangar del Mazinkaiser, seguito qualche minuto dopo dal tenente Harada.


- Ci vediamo là fuori Kabuto! - lo salutò Tetsuya, infilandosi il casco e dirigendosi verso il tunnel d'accesso al Brain Condor.
Koji ricambiò il saluto, proseguendo di corsa lungo il corridoio che lo avrebbe condotto al Kaiserpilder, finendo di allacciarsi il corpetto della tuta da combattimento.
Qualche istante dopo era di fronte alla porta d'ingresso dell'hangar
- Identificarsi prego - proclamò una voce femminile computerizzata
- Koji Kabuto - disse il ragazzo
- Riconoscimento vocale eseguito - rispose la voce dopo qualche istante - Accesso negato -
- Cosa? - esclamò interdetto il giovane - Come sarebbe a dire accesso negato? -
- Mi dispiace Koji - disse una voce alle sue spalle.
Il ragazzo si voltò: Gennosuke Yumi gli stava di fronte, con un'espressione del volto indecifrabile
- Che significa tutto questo professore? - chiese allibito - E' uno scherzo vero? -
- Nessuno scherzo Koji - rispose serio l'uomo - Non intendo permetterti di pilotare il Mazinkaiser -
- Ma questo è assurdo! - insistette il ragazzo - Siamo attaccati, io DEVO uscire! -
- Se ne occuperà Tetsuya - continuò lo scienziato senza scomporsi - Dopo quello che ti è successo, ritengo che non sussistano le condizioni psico-fisiche per consentirti di affrontare un combattimento -
- Lei...lei non può farmi questo - balbettò Koji scuotendo la testa incredulo, poi preso da un impeto di rabbia estrasse la pistola a raggi dalla fondina, puntandola sullo scienziato
- Koji! - esclamò Yumi - Non fare sciocchezze! -
- Apra questa dannata porta professore - mormorò il ragazzo con voce cupa ed una luce pericolosa negli occhi - La apra! -
- No! - replicò deciso lo scienziato - Cerca di capire figliolo, non posso -
Koji lo guardò e poi abbassò il braccio sconvolto
- Ma cosa sto facendo? - sussurrò fissando inebetito la pistola - Mi perdoni professore..io...io...-
- Getta quell'arma Kabuto! - urlò perentoria una voce alla sua destra.
Koji si voltò e si ritrovò cinque uomini armati di mitra che lo tenevano sotto tiro.
Uno lo conosceva bene: era il tenente Harada
- Siamo dunque a questo punto? - chiese Koji costernato
- Tenente, faccia abbassare immediatamente le armi ai suoi soldati! - intervenne Yumi - Tutto questo non è necessario! -
- Lo farò non appena Kabuto avrà consegnato la sua - replicò l'ufficiale.
Koji lasciò cadere a terra la sua pistola e in un attimo fu circondato ed immobilizzato senza tanti complimenti dagli uomini del tenente.
Harada raccolse l'arma e gli si avvicinò soddisfatto
- Bravo bambino - gli sussurrò in un orecchio - Bravo, bravo bambino...-
A quelle parole il ragazzo montò su tutte le furie.
In un attimo riuscì a liberarsi dalla presa dei soldati, atterrandone due con una mossa di judo, poi si scagliò verso il tenente afferrandolo per il bavero della giacca e sbattendolo contro una parete, ma gli altri due militari gli furono subito addosso.
Una scarica elettrica gli attraversò improvvisa e dolorosa tutto il corpo, lasciandolo boccheggiante sul pavimento.
Prima di svenire vide solo il sorriso beffardo di Harada e lo strano oggetto che teneva nella mano destra.

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( eventuali commenti nell'apposito topic grazie! :innocent.gif: http://gonagai.forumfree.net/?t=20004611
)

Edited by kojimaniaca - 15/11/2009, 21:21

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