Go Nagai Net

KOJIMANIACA's Graphic Novel: Un destino già tracciato

« Older   Newer »
  Share  
kojimaniaca
view post Posted on 13/8/2009, 14:06 by: kojimaniaca     +1   -1




CAPITOLO XVI°: " Sotto attacco "


- FINGER MISSILE! - urlò Jun.
Una raffica di piccoli missili colpì abbattendolo uno dei minidischi, che si schiantò al suolo esplodendo quasi istantaneamente.
" E tre! " esultò fra sé e sé la ragazza, ma due scariche di raggi vegatron la sorpresero all'improvviso alle spalle, facendola gridare di dolore.
Venus vacillò per qualche istante, riuscendo tuttavia a non perdere l'equilibrio; rispose prontamente con un'altra bordata di missili, che però non andarono a segno.
Jun respirò a fondo per riprendersi dallo shock, e per calmare la violenta nausea che la stava assalendo.
Quegli ufo erano sorprendentemente agili, ed il suo robot faticava a respingerne gli attacchi, ma doveva tenere duro, almeno finché Tetsuya e Koji non fossero riusciti a mettersi in salvo nell'Istituto.
Era preoccupata: aveva perso di vista i due giovani già da un po', a causa del buio e della pesante cappa di fumo stagnante sul terreno, che nemmeno i potenti riflettori posti sulla sommità dell'edificio riuscivano a penetrare.
Pregò mentalmente per la loro incolumità.
La luce rossastra proveniente dai roghi, si rifletteva sinistra sul lucido metallo dei minidischi, che le sfrecciavano attorno senza darle tregua, rendendoli simili a dardi infuocati.
Jun era confusa, e cominciava a dare segni di cedimento.
Il nemico si concentrò ancora di più su di lei, dimenticando per qualche istante l'Istituto di Ricerca che, protetto nuovamente dalla barriera, continuava a resistere.
" Buon segno " pensò " I ragazzi devono essere riusciti ad entrare ".
La conferma le arrivò tramite un breve comunicato dalla sala controllo, e la ragazza tirò un sospiro di sollievo.
- Cerca di resistere ancora un po' Jun! - la incitò Mori Mori - Coraggio! -
- Ci provo! - rispose lei - Ma comincio ad essere in difficoltà, sono troppo veloci! -
Venus infatti, colpita a più riprese, piombò sulle ginocchia, incapace di reagire in alcun modo.
Jun cercò di mantenere le braccia del robot incrociate sopra alla testa, per proteggere in qualche modo la cabina di pilotaggio.
La ragazza urlò, non riuscendo più a sopportare gli spasmi che le giungevano ormai da tutto il corpo, ed un nome le uscì come un'invocazione:
- TETSUYAAAAAAAAAA -
- THUNDER BREAK! - le rispose una voce familiare.
La scarica di un fulmine s'abbatté implacabile sul nemico, ed uno dei minidischi, colpito in pieno, si disintegrò nell'aria.
Un altro, preso di striscio, precipitò senza più controllo, finendo lontano in mezzo al bosco, in un crepitare di piante abbattute.
Jun guardò con sollievo quella figura imponente, che si stagliava in modo netto contro la luce dei riflettori.
Gli ufo superstiti si dileguarono in tutta fretta, dirigendosi verso l'alto.
- SCRAMBLE DASH! -
Le ali del Great Mazinger si aprirono, ed il robot si lanciò all'inseguimento del nemico.


Koji spalancò gli occhi, e balzò a sedere sul lettino dell'infermeria, guardandosi attorno un po' confuso.
- Do..dove sono? - mormorò passandosi una mano sulla fronte sudata.
Poi ricordò improvvisamente quello che era successo fuori dall'hangar del Mazinkaiser.
Aveva ancora addosso la sua tuta da combattimento, che qualcuno gli aveva slacciato per denudargli il petto ed applicargli alcuni elettrodi, collegati ad una macchina per monitorare il battito cardiaco.
Il ragazzo se li strappò rabbiosamente di dosso.
- Kabuto... - esclamò titubante una voce al suo fianco - Finalmente ti sei ripreso -
Koji si voltò di scatto.
- Boss! - esclamò piacevolmente sorpreso, trovandosi di fronte il suo corpulento amico ed i suoi inseparabili compagni
- Nuke! Mucha! Ci siete anche voi! Quanto tempo! -
Ma non riuscì a dire altro, travolto da un imbarazzante abbraccio collettivo e da una valanga di parole sconclusionate.
- Ragazzi...piano...ragazzi - balbettò il giovane - Così mi soffocate...fate piano...RAGAZZI... - esclamò ad un certo punto, cercando di sovrastare le voci degli altri - ...BASTA! -
Boss e soci si staccarono da lui, osservandolo in silenzio con un'espressione esageratamente contrita.
Guardando quelle facce avvilite, Koji non poté fare a meno di sorridere, scuotendo la testa divertito.
- Anch'io ho sentito la vostra mancanza amici miei - disse allora sinceramente - Credetemi -
- Kabuto...- provò a dire Boss, cercando le parole più adatte.
- Mi dispiace per quello che ti ho fatto - lo interruppe però Koji, abbassando vergognosamente lo sguardo
- Sayaka mi ha raccontato tutto quello che è successo...mi dispiace -
Boss gli posò una mano sulla spalla.
- Bentornato Kabuto! - disse senza aggiungere altro.
- Bentornato! - gli fecero eco Mucha e Nuke.
In quel momento una forte esplosione fece rimbombare tutta la stanza, ed alcune boccette tintinnarono pericolosamente nell'armadietto dei medicinali: fuori dall'Istituto l'attacco continuava furiosamente.
Koji s'alzò rapidamente dal letto e corse alla finestra.
- Quanto tempo sono rimasto svenuto? - chiese scrutando ansioso all'esterno, ma senza riuscire a vedere nulla , se non il fumo ed il bagliore delle esplosioni.
- Poco più di mezz'ora - rispose Boss.
- Devo assolutamente parlare con il professore! - esclamò Koji, dirigendosi deciso verso la porta dell'ambulatorio.
- Aspetta Kabuto - provò a fermarlo Boss - Non puoi...-
Koji uscì nel corridoio, ma venne bloccato immediatamente da due militari, che stazionavano davanti alla soglia.
-...lasciare l'infermeria - concluse laconico l'amico.
Il giovane Kabuto portò istintivamente la mano destra alla fondina, ma la trovò vuota.
- Lei non è autorizzato ad uscire da questa stanza - dichiarò uno dei soldati, un sergente per la precisione
- La prego di rientrare senza creare problemi -
- Altrimenti? - chiese in tono amaramente ironico Koji - Cosa volete fare? Uccidermi? -
- Kabuto...non fare cose avventate... - balbettò Boss alle sue spalle, preoccupato della piega che stava prendendo la situazione.
- Fossi in lei darei ascolto al suo amico - continuò l'uomo senza scomporsi.
- Stia a sentire sergente...Morita? - chiese Koji, leggendo il cognome del militare stampato sul davanti della mimetica, e cercando di esprimersi con un tono ragionevole - Pretendo di parlare con il professor Yumi! Non avete alcun diritto di tenermi segregato qui dentro! -
L'uomo tacque, osservandolo pensieroso.
Il neon sopra alla loro testa lampeggiò per qualche istante, si spense, e poi si riaccese con qualche incertezza.
Koji si mosse verso il militare.
- Fermo! - intimò il sergente puntandogli la pistola d'ordinanza, ed indietreggiando involontariamente di qualche passo.
- Ho intenzione di andare in sala controllo, che le piaccia o no - mormorò tranquillo il giovane continuando ad avanzare - Se vuole fermarmi, dovrà premere quel grilletto -
Il sergente Morita sostenne per qualche istante lo sguardo deciso del ragazzo, poi si scostò per lasciarlo passare.


Superata una curva, l'Istituto di Ricerca le apparve finalmente in lontananza; Sayaka accostò sul ciglio della strada, scendendo dalla motocicletta e sfilandosi il casco.
- O mio Dio...- mormorò scioccata.
La scena che aveva di fronte aveva dell'apocalittico: l'edificio era illuminato a giorno dai riflettori, e tutt'attorno ardevano diversi incendi, dai quali s'innalzava una densa coltre di fumo.
In mezzo a quell'inferno s'ergeva l'esile figura di Venus, bersagliata senza pietà dai raggi emessi da alcuni oggetti volanti.
- Jun! - esclamò preoccupata la ragazza.
L'amica era evidentemente in difficoltà.
- Resisti Jun! Vengo ad aiutarti! - esclamò la ragazza, tornando in sella ed avviando il motore.
Poco dopo la moto volava nuovamente sull'asfalto.
Mentre accelerava per affrontare un rettilineo, Sayaka si chiese che fine avessero fatto Koji e Tetsuya.


- Eccolo! - esclamò Barendos.
Re Vega si chinò in avanti per osservare meglio lo schermo: il robot terrestre era uscito finalmente allo scoperto, ed aveva abbattuto in pochi istanti due minidischi, lanciandosi subito dopo all'inseguimento dei superstiti in fuga.
- Non mi sembra un granché...- provò a dire Gandal, osservando con una smorfia di sufficienza il robot terrestre, ma un'occhiata in tralice del suo sovrano lo zittì all'istante.
- Lei cosa ne pensa Zuril? - chiese il re, tornando a concentrarsi sulle immagini che scorrevano sul video.
- Per ora non posso pronunciarmi Sire, i dati rilevati fino ad ora sono ancora insufficienti - rispose il Ministro senza staccare lo sguardo dal monitor - Di certo non lo sottovaluterei - continuò, consultando rapidamente le poche informazioni inviate dai due minidischi abbattuti - Sembra dotato di una notevole capacità offensiva -
- Staremo a vedere - mormorò il sovrano pensieroso, tamburellando nervosamente con le dita della mano sul bracciolo della poltrona - Staremo a vedere...-
Re Vega aveva uno spiacevole presentimento.


- Mi sono limitato a fare il mio dovere - disse con freddezza Harada, rispondendo alle rimostranze di un irritato professor Yumi - In quel momento Kabuto stava attentando alla vostra e nostra sicurezza, ho solo eseguito quello che mi è stato ordinato di fare -
- Ma non era necessario tramortirlo a quel modo! - insistette lo scienziato battendo rabbiosamente un pugno sulla consolle che aveva di fronte.
Sewashi, che era seduto lì vicino, sussultò involontariamente.
Tra il personale presente non volava una mosca: l'attenzione di tutti era rivolta ai due uomini che discutevano animatamente in mezzo alla sala controllo.
Qualcuno tossicchiò imbarazzato.
Dall'esterno giungeva quasi per contrasto il frastuono della battaglia.
- Kabuto è pericoloso - insistette Harada senza scomporsi - Voi tutti siete testimoni di quello che potrebbe accadere se il ragazzo perdesse il controllo delle proprie azioni...è questo che volete? -
- Koji è sotto la mia responsabilità - replicò Yumi, sforzandosi di mantenere calmo il tono della voce - E le ricordo che, finché rimarrà presso questo laboratorio, lei è tenuto a sottostare alle mie direttive...non tollererò altre iniziative di questo genere, che sa ben chiaro tenente -
Mori Mori trattenne a stento l'impulso di applaudire: non sopportava quel militare prepotente.
Harada annuì, cercando di mostrare indifferenza, ma dentro di sé ribolliva di rabbia: era chiaro che Yumi intendeva rivolgersi al generale Yoshida.
Doveva essere più prudente, non poteva permettersi di farsi sollevare da quell'incarico.
- Come vuole lei Yumi - replicò quindi in tono piatto - Mi rimetto alle sue decis...-
Una mano lo afferrò improvvisamente per una spalla, obbligandolo a voltarsi.
- No! - urlò Yumi.
Troppo tardi.
Un attimo dopo Harada era a terra, raggiunto da un pugno in pieno volto.
- Questo è il mio ringraziamento per lo scherzetto di prima - dichiarò Koji, chinandosi appena sul militare.
- Che fai Koji? Sei impazzito? Ti sembra questo il momento per attaccare briga? - esclamò Yumi, afferrando bruscamente il ragazzo per un braccio.
- Non ho certo iniziato io! - ribatté seccato il ragazzo, divincolandosi dalla presa.
Gennosuke Yumi evitò di replicare, e si limitò ad allungare una mano al tenente.
- Tutto bene Harada? - chiese.
L'uomo gli lanciò un'occhiata gelida, e poi s'alzò dal pavimento, rifiutando ogni aiuto.
Diede una spolverata alla giacca della divisa, s'aggiustò la cravatta, e poi si toccò il labbro inferiore: sotto le dita percepì una dolorosa tumefazione, dalla quale usciva un filo di sangue.
- Dovrebbe metterci del ghiaccio tenente... - intervenne Mori Mori in tono velatamente canzonatorio.
- Sì sì, del ghiaccio - aggiunse Sewashi annuendo.
Harada finse di non sentire, e s'avvicinò al giovane Kabuto.
- Diciamo che con questa andiamo pari... - mormorò il tenente con un'espressione indecifrabile, guardandolo diritto negli occhi.
- Diciamo pure così - replicò ironico Koji, sostenendo senza batter ciglio lo sguardo dell'uomo che gli stava di fronte - Ma se fossi in lei non ci riproverei...-
- E' una minaccia? - chiese Harada in tono decisamente ostile.
- No - rispose imperturbabile il giovane - E' una promessa -
In quell'istante, la voce dell'operatore addetto al radar risuonò improvvisa e provvidenziale.
- Professor Yumi! - chiamò preoccupato l'uomo - Venga a vedere! -
- Che succede ancora? - chiese lo scienziato, precipitandosi verso lo schermo.
- Ci sono degli altri oggetti non identificati in avvicinamento - rispose l'addetto - Saranno almeno una trentina -
Lo scienziato osservò pensieroso il monitor: era senz'altro un altro stormo di ufo come quelli che stavano tenendo sotto attacco l'Istituto, ma stavolta la flotta era al seguito di un oggetto di grosse dimensioni.


Il velivolo in avaria sorvolò la strada a pochi metri d'altezza, piombando poco dopo in mezzo alla vegetazione, e lasciando dietro si sé una scia infuocata.
Sayaka bloccò la moto in mezzo alla carreggiata, dopo aver leggermente sbandato a causa dello spostamento d'aria, e lo seguì con lo sguardo finché disparve fra gli alberi.
Il rumore dello schianto risuonò cupamente attraverso il terreno.
Il bagliore di un incendio si fece strada fra l'intrico dei rami, ed una colonna di fumo nero s'innalzò verso il cielo notturno.
D'istinto la ragazza tornò a guardare verso l'Istituto: l'edificio le stava ormai di fronte, a circa un miglio di distanza.
Mancava poco ormai.
Proprio in quel momento vide il Great Mazinger alzarsi in volo e lanciarsi all'inseguimento del nemico, scomparendo in pochi istanti nella cappa caliginosa, che stagnava opprimente sull'area dello scontro.
- Tetsuya! - esultò la ragazza, ma all'improvviso fu assalita da un dubbio angosciante: dov'era Koji?
Del Mazinkaiser infatti non v'era alcuna traccia.
Attese speranzosa ancora per qualche istante, scrutando ansiosa in direzione dell'hangar, celato sotto la piscina del laboratorio.
Niente.
Con mano tremante azionò la ricetrasmittente installata sulla sua motocicletta.
- Qui Sayaka - chiamò, sforzandosi di mantenere la calma - Rispondete Istituto di Ricerca -
Alcune scariche elettrostatiche furono l'unica risposta al suo appello, poi il silenzio.
Una folata di vento gelido le sferzò il viso, sibilando sotto la visiera del casco, ed alcuni fiocchi di neve turbinarono di fronte a lei, illuminati dai fari della moto.
- Qui Sayaka - ripeté, deglutendo nervosamente e con un lieve tremito nella voce - Mi senti papà? -
Ancora nulla.
Un movimento furtivo alle sue spalle passò inosservato.
Sayaka fece un ennesimo tentativo, e stavolta finalmente qualcuno rispose.


- Non crederete di svignarvela così? - sibilò tra i denti Tetsuya - Siete veloci, ma non abbastanza - continuò, azionando nuovamente il Thunder Break.
Per il più vicino dei minidischi non ci fu scampo, gli altri quattro ruppero la formazione, dividendosi ed infilandosi in una spessa coltre di nubi.
Il Great Mazinger li seguì senza esitare, sbucando qualche istante dopo molti metri più in alto, in un cielo terso e stellato.
Del nemico nessuna traccia.
Il giovane controllò perplesso il radar: quello che vide lo lasciò senza fiato.
- Porc... - esclamò allibito.
- Attento Tetsuya! - lo avvisò in quel preciso istante la voce allarmata del professor Yumi - Si sta avvicinando un'altra grossa formazione nemica! -
- Ho visto - mormorò cupamente il giovane, stringendo forte la cloche - Ho visto...-


- Mi lasci andare professore! - esclamò Koji cercando lo sguardo dello scienziato - Sono troppi, anche per uno come Tetsuya -
Yumi lanciò un'occhiata pensierosa al ragazzo, e poi tornò a fissare in silenzio lo schermo del radar.
- Dannazione! - imprecò esasperato il giovane - Il mio posto è là fuori! Cosa devo fare per convincerla? -
- Si può sapere che diavolo succede Kabuto? - chiese a quel punto il pilota del Great Mazinger - Che cosa ci fai ancora lì? Hai intenzione di uscire a combattere, oppure devo fare tutto da solo? -
Koji strinse con rabbia i pugni, ma non rispose.
- Professore...- provò ad intervenire Mori Mori - Lo faccia uscire con il Kaiser, la prego...io mi fido di Koji -
- Anch'io ho fiducia nel ragazzo! - esclamò Nossori, mentre Sewashi al suo fianco annuiva vigorosamente.
- Mi dia il permesso di andare professor Yumi, la prego! - insistette Koji - Le dimostrerò che sono ancora in grado di combattere! -
Lo scienziato diede un'altra occhiata al radar, e poi sospirò rassegnato.
- D'accordo - mormorò - Vai pure Koji -
- Grazie! - esultò il ragazzo - Non se ne pentirà! -
- Cosa? - si intromise Harada rivolgendosi a Gennosuke Yumi - Non vorrà consentire a questo psicolabile di salire su quel robot vero? - chiese, indicando Koji con uno sprezzante cenno del capo.
- Psicolabile a chi? - ringhiò il giovane, facendo il gesto di scagliarsi verso il tenente - Maledetto bast... -
Qualcuno però lo trattenne, afferrandolo prontamente per un braccio: era Mori Mori.
- Lascia perdere Koji, così fai solo il suo gioco - gli sussurrò l'uomo in tono gentile.
In quel momento nella sala risuonò una voce famigliare.
- Papà...mi senti? - chiese - Mi sentite? -
- Ma...questa...- mormorò sorpreso il giovane Kabuto - Questa è... -
- C'è qualcuno in ascolto? - continuò la voce, resa incerta da una ricezione disturbata.
- Sayaka! - esclamò il ragazzo - Sei tu Sayaka? -
- Koji! - rispose felice la ragazza - Allora stai bene! Quando ho visto uscire solo Tetsuya con il Great Mazinger, ho pensato che ti fosse successo qualcosa! -
- Quando hai visto cosa? Ma...ma dove sei? - chiese perplesso il giovane.
- Sto arrivando, sono circa ad un miglio dall'Istituto -
- Che cosa? Razza d'incosciente! - l'apostrofò Koji senza tanti complimenti - Torna immediatamente indietro, è pericoloso venire qui! -
- Non ci penso nemmeno! Non ti libererai così facilmente di me Koji Kabuto! -
- Maledizione, vuoi farti ammazzare? - urlò il giovane - Non essere testarda come tuo solito! -
- Koji ha ragione - intervenne Gennosuke Yumi - Ti proibisco di avvicinarti all'Istituto! -
- Ma papà... -
- Niente ma! Voglio che ti allontani immediatamente! -
La ragazza non rispose.
- Mi hai sentito Sayaka? - chiese l'uomo aggrottando le sopracciglia.
- Sayaka! - chiamò preoccupato il giovane Kabuto - Sayaka! Rispondimi Sayaka! -
In quel momento udirono un urlo soffocato, poi più nulla.
Koji si precipitò fuori dalla sala controllo.


Quando se ne era accorta, era già troppo tardi.
L'umanoide le era arrivato alle spalle silenzioso come un gatto, afferrandola brutalmente fra le braccia e tappandole contemporaneamente la bocca.
Sayaka lottò con tutte le sue forze per liberarsi da quella presa d'acciaio, scalciando e cercando di mordere la mano che le impediva di urlare, ma inutilmente.
Un altro di quegli esseri sbucò dal folto della vegetazione, dal luogo in cui era precipitato il minidisco, avvicinandosi zoppicando: doveva essere rimasto ferito nello schianto del mezzo, pensò la ragazza, ma non ebbe tempo per altre supposizioni.
L'alieno le si avvicinò con un piccolo oggetto luminescente in mano, posizionandoglielo con attenzione in mezzo alla fronte.
Sayaka percepì un dolore acuto fra le sopracciglia, poi avvertì uno strano formicolio salirle lungo la spina dorsale, ed all'improvviso perse completamente le forze.
Scivolò a terra come una bambola di pezza, incapace di muovere un muscolo.
Le due creature si chinarono incuriosite su di lei, fissandola con quelle fessure nere che avevano al posto degli occhi, e parlando fra di loro in una lingua sconosciuta.
Terrorizzata, Sayaka cercò disperatamente di non perdere conoscenza, aggrappandosi a quella voce che la chiamava attraverso la ricetrasmittente della motocicletta, e che le arrivava sempre più distorta.
- Ko.....ji - sussurrò, poi piombò nel buio.


Non appena furono ad una distanza ravvicinata, i minidischi, a seguito di un disco molto più grande, cominciarono a fare fuoco sul Great Mazinger, che in un batter d'occhio si ritrovò circondato e sotto un feroce tiro incrociato.
- Dannati moscerini! - esclamò Tetsuya, spazzandone via alcuni con il Breast Burn - Toglietevi di mezzo! -
Le navicelle aliene si dispersero per qualche istante, allontanandosi in varie direzioni, tornando poi alla carica, e continuando a bersagliare il robot terrestre.
Non erano abbastanza potenti per creare grossi problemi, ma erano decisamente troppi, ed evitare di essere colpiti era praticamente impossibile.
Il pilota del Great Mazinger cominciava a sentire tutte le membra intorpidite, ma la cosa che lo inquietava di più era l'astronave più grande, che stazionava sopra di loro, immobile e silenziosa nel cielo notturno, come se fosse in attesa di qualche cosa.
- THUNDER BREAK! - urlò, azionando l'arma e facendo strage fra il nemico.
- KOUSHIRYOKU BEAM! - gli fece eco una voce conosciuta.
Altri minidischi esplosero alle spalle del Great Mazinger.
- Jun! - esclamò piacevolmente sorpreso Tetsuya, mentre Venus s' affiancava al suo robot - Sono felice di vederti! -
- Ho visto che eri in difficoltà, e sono venuta a darti una mano - lo stuzzicò lei.
- In difficoltà? Scherzi? Mi stavo solo scaldando - ribattè lui.
- ATTENTO! - gridò in quel preciso momento la ragazza.
- Cos... -
Il disco più grande aveva iniziato a vorticare rapidamente su se stesso, e si era scagliato improvvisamente sul Great Mazinger, urtandolo violentemente e scaraventandolo molti metri più in basso.
Grazie alla sua abilità di pilota, il giovane riuscì a recuperare velocemente l'assetto di volo, tornando a prendere quota e dirigendosi verso l'ufo, che nel frattempo si era nuovamente fermato, continuando a ruotare sul suo asse.
- Tetsuya! tutto bene? - chiese Jun preoccupata, mentre cercava di tenere a bada i minidischi, ma il giovane non le rispose.
- Vuoi giocare maledetto? - esclamò invece il pilota del Great Mazinger rivolto al nemico - E allora giochiamo...ATOMIC PUNCH! -
I pugni del robot colpirono in rapida sequenza il disco volante nella parte inferiore, ma senza procurargli alcun danno visibile.
Il volto di Tetsuya s'increspò in una smorfia di disappunto.
- Sei un osso duro eh? - mormorò tra sé e sé - Vediamo se questo ti piace... -
Il Great Mazinger si fermò a poca distanza dall'ufo, scaricandogli addosso tutta la potenza del Thunder Break.
Il disco accusò il colpo e vacillò per qualche istante, poi cominciò a cadere, apparentemente fuori controllo, verso il robot terrestre.
Tetsuya si preparò a colpirlo un'altra volta, ma accadde qualcosa d'imprevisto: una fessura si aprì lungo tutta la circonferenza del disco, lasciando intravedere uno strano scintillio.
- Che diavolo succede ades...-
Una testa mostruosa fece capolino azzannando il collo del Great Mazinger, e quattro zampe fuoriuscirono dall'ufo, come se si trattasse del guscio di una tartaruga, agganciando il robot di Tetsuya con dei lunghi artigli.
Così avvinghiati cominciarono a precipitare inesorabilmente verso il suolo.


continua...

Edited by kojimaniaca - 23/1/2010, 23:10

Download attachment
Un_destino_gi__tracciato_cap._XVI.pdf ( Number of downloads: 28 )

 
Top
17 replies since 24/4/2007, 05:25   5515 views
  Share