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JOE 7's FICTION GALLERY: La Grande Ombra

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joe 7
view post Posted on 29/4/2009, 11:45 by: joe 7     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Il cavallo galoppa come il vento e Alcor sente la brezza della sera sulle guance. Si sente in pace col mondo: in quel momento tutto gli sembra bello. Da quell’altura si vede il Rocket Ranch, la “Betulla Bianca”, con il bosco e le montagne tutt’intorno. Il sole tramonta dietro i picchi, allungando le ombre. Un paesaggio da cartolina.
E’ stata una lunga giornata, all’osservatorio del professor Procton: da quando era diventato un centro di ricerche avanzate, Alcor, che ormai è l’assistente numero uno del professore, non aveva avuto un attimo di pausa. Decine di test su nuovi tipi di metalli e leghe, una miriade di analisi matematiche sulle strutture subatomiche, un’infinità di ricerche nelle zone più sconosciute dello spazio…per Alcor era appassionante, ma anche stancante. Congressi, riunioni, discussioni, organizzazioni…ma alla fine della giornata una cavalcata fino al Ranch compensava tutto.
Anche se Maria era contenta, non le andava di vedere così poco Alcor durante il giorno, quindi spesso veniva a trovarlo al centro di ricerche. Alcor aveva protestato, ma Maria era irremovibile.
“Ti porto da mangiare e vengo a salutarti, cosa c’è di strano se una moglie vuole trovare suo marito?”
Anche se era passato del tempo, non riusciva ancora a rendersi conto che Maria era diventata sua moglie. Magari sarebbe stata più tranquilla dopo il matrimonio. Macchè! Sempre la stessa, una ragazza argento vivo che aveva sempre qualcosa da fare: andare in moto, mettere su un nuovo recinto, aiutare le mucche a partorire, organizzare l’allevamento dei cavalli e le coltivazioni. Rigel ormai non saprebbe fare a meno di lei. E, come se non bastasse, la sua intelligenza e acutezza in certi calcoli matematici ha sorpreso molti al centro di ricerche. Decisamente un tipo inesauribile. Con un solo dispiacere segreto: non avere ancora un figlio. Maria non ne parla mai, ma Alcor lo capisce da tanti indizi: il modo con cui lei fissa i bambini, certi momenti in cui lei sospira fissando il vuoto.
Alcor cerca di scacciare questi pensieri: prima o poi il figlio verrà, ci vuole pazienza!
Tende le redini e fa galoppare il cavallo verso casa.
“Ehilà, Alcor!”
Mizar lo saluta appena lo vede, seduto sulla staccionata del ranch. Ormai è cresciuto; anche se è sempre un ragazzino, sta cominciando a lavorare di più insieme a suo padre.
“Ciao, Mizar! Tuo padre dov’è?”
“Sempre lì in alto a guardare col cannocchiale.”
Alcor alza lo sguardo e vede Rigel che fissa il cielo col cannocchiale, poi si siede urlando alla radio:
“Extraterrestriiiii, dove sieteee? Siamo vostri amiciiii! Vi aspettiamooooo!”
Scendendo da cavallo, Alcor scuote la testa e commenta:
“Dopo tutta questa storia di Vega, come fa a continuare come prima?”
“Bè, si è documentato.” risponde Mizar “Ha saputo che esistono delle razze aliene come i Boazani, i Cambelliani, persino un tal Principato di Zeon. Insomma, è il suo chiodo fisso.”
Alcor sorride. Forse, Rigel fa così anche per non pensare a Venusia, lontana anni luce dalla Terra, lì su Fleed. Anche se Rigel è contento per sua figlia, come padre un po’ le manca. Poveretto…
“Alcor, brutto fannullone che non sei altro! Ti pare l’ora di tornare qui?”
L’urlo di Rigel scuote l’ex pilota del TFO, che rimane spiazzato non sapendo che dire.
Rigel scende subito giù dalla torre del suo osservatorio personale, aiutandosi con una corda. Però, con un movimento troppo brusco, perde la presa e sbatte con la testa per terra. Ma si alza subito e si dirige verso Alcor con la determinazione di un carro armato. Picchiandogli il dito sul petto, gli urla:
“Qui ci sono un mucchio di cose da fare! Allevare, portare i cavalli all’abbeverata, la coltivazione di barbabietole! Come ti permetti di far niente e di lasciare tutto a Maria? Eh? Fai lavorare tua moglie? Vergogna!”
Allora Alcor si riprende e sbotta:
“Ma…ma che discorsi sono questi? Sai benissimo che lavoro al centro di ricerche con Procton! Non posso mica fare due cose insieme!”
Rigel incrocia le braccia e, voltandosi dall’altra parte, dice guardando verso di lui:
“Tutte scuse! Il vero lavoro è questo, mica quella roba che fate lì! Vi cuocete il cervello e basta!”
Il cervello cotto ce l’hai tu, testa di rapa!
Alcor moriva dalla voglia di dirgli questo, ma con uno sforzo miracoloso riesce a trattenersi.
“Ah, vado a vedere come sta Maria!”
E si defila alla svelta, senza badare alle urla del “poveretto” Rigel. Non è cambiato di un millimetro. Con o senza Venusia, Rigel resta Rigel.
La casa di Alcor e Maria è vicina alla costruzione principale del Ranch. Alcor la raggiunge in un balzo e, appena entrato, sente che qualcosa non va. Non sente l’odore della cena, eppure Maria ci teneva sempre a prepararla. Voltandosi, vede Maria seduta per terra, a gambe incrociate, guardando leggermente verso l’alto con aria assente. Alcor, spaventato, dice:
“Maria! Cos’hai?”
E a quella voce, gli occhi di Maria ritornano normali.
“Oh, cosa? Alcor? Ma sei già qui? Che ore sono?”
“Saranno le otto passate…che ti è successo?”
“All’improvviso ho sentito qualcosa oggi…sai che ho un legame particolare con mio fratello Actarus!”
“Si, lo so, hai quelle capacità mentali di telepatia e simili...cosa è successo ad Actarus?”
“Ho sentito come una richiesta di aiuto. Alcor, lui è nei guai! E temo che sia qualcosa di molto grave!”

(NOTA: Se qualcuno vuole fare commenti, qui c'è il link: http://gonagai.forumfree.net/?t=38631928&v...stpost#lastpost.
Se qualcuno vuole scaricare la puntata in formato word, qui sotto ho messo il link.)

Edited by joe 7 - 10/6/2014, 16:24
 
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