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JOE 7's FICTION GALLERY: La Grande Ombra

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joe 7
view post Posted on 25/5/2009, 19:19 by: joe 7     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Actarus raccoglie il fieno alla Betulla Bianca: è stata una bella giornata, Vega non ha attaccato e persino Rigel non ha brontolato molto. Spera che questo possa durare per sempre, ma sa che è impossibile. Come per confermare i suoi timori, subito sente ticchettare l’orologio. Il professor Procton lo sta chiamando:
“Actarus, l’Ombra sta attaccando!”
“Cosa? Intendi dire Vega, padre?”
“No, no…l’Ombra!”
Il ticchettare diventa più forte, sempre più forte, fino a quando Actarus si sveglia e si guarda intorno. E’ a letto, accanto a Venusia che dorme, e sente ancora quel rumore. Capisce che è l’intercom: il Gran Visir lo sta chiamando. Apre rapidamente il contatto.
“Cosa succede?”
“Maestà, i satelliti orbitali hanno individuato qualcosa di grande puntare verso di noi!”
Actarus ora è completamente sveglio.
“Dove si sta dirigendo?”
“Verso est, a circa cento chilometri da qui. Dovrebbe atterrare tra venti minuti.”
“Azionate subito le batterie di contraerea! Partirò adesso con Goldrake!”
Actarus spegne l’intercom e si alza, cambiandosi in fretta. Venusia si è svegliata e ha capito tutto. Si copre col lenzuolo e si alza stando in ginocchio sul letto.
“Devi andare, vero?” dice con un po’ di timore. Poi si fa coraggio e cerca di sorridere. “Sistemali alla svelta e torna presto!”
Actarus sorride a sua volta, per tranquillizzarla. Baciandola, sussurra:
”Non dubitare!”
Prima di uscire, si ferma esitante, si volta verso Venusia e le dice:
”Ti amo.”
“Anch’io.”
Un ultimo saluto ed è scomparso. Venusia rimane ferma sul letto, senza muoversi. Non vuole ammetterlo, ma ha un brutto presentimento. Quello di aver visto Actarus per l’ultima volta.

Actarus corre, come faceva un tempo, verso l’hangar di Goldrake. Il suo fisico allenato risponde come allora. Si tuffa nello sportello e parte su un sedile mobile che scorre velocissimo lungo il tunnel di metallo. Ecco l’uscita, dove Actarus si trova sospeso a mezz’aria in un hangar immenso, dove si fa fatica ad identificare le pareti. Mentre il sedile mobile rientra per un’altra strada, Actarus grida quello che sperava di non gridare mai più:
“GOOOOOLDREEEEIIIKKKK!”
La sua figura è avvolta da un lampo, dopodichè i vestiti che portava sono stati sostituiti con una tuta aderente e un elmo dorato. Più che cadere, plana dritto sul sedile di avviamento del potente robot. Un bottone premuto, e subito cala il parabrezza. La mano destra di Actarus afferra la leva di partenza: senza esitare, la tira verso di sé gridando:
“Goldrake, avanti!”
Il robot, insieme al disco spaziale, ha una leggera vibrazione, come se si svegliasse da un lungo sonno. Gli occhi di Goldrake, prima spenti, si accendono pieni di vita, come se mostrassero un desiderio di combattere a lungo represso. Il disco spaziale, insieme a Goldrake, scorre lungo la rampa con una rapidità inconsueta, quasi bramando di uscire. L’enorme sportello si apre, mostrando l’acqua della cascata che scorre proprio davanti all’uscita. Goldrake esce in un attimo, lanciando spruzzi d’acqua che brillano nel sole mattutino.

Le batterie di contraerea sparano in continuazione contro l’essere che sta arrivando su Fleed, senza alcun risultato. Sono spazzate via in un attimo da una luce bianca che esce dagli occhi del mostro.
Kandura arriva.
Il suo atterraggio provoca una scossa tale da spaventare a decine di chilometri gli ignari abitanti di Fleed, già preoccupati per il rumore dei cannoni, che non si sentivano più sin dalla terribile invasione di Vega.
Kandura arriva.
Ogni suo passo fa tremare la terra, e i soldati scappano il più lontano possibile. Insieme a un urlo spaventoso, la luce bianca di Kandura copre le alture e il bosco davanti a lui, provocando il prosciugamento delle acque e l’avvizzimento di tutti gli alberi. In poco tempo, attorno a lui c’è il deserto.
All’improvviso, un punto brilla nel cielo: Goldrake è apparso. Actarus guarda sconvolto la devastazione che ha provocato il mostro. In pochi attimi ha trasformato il bosco e le colline in una landa desolata.
Non deve assolutamente arrivare alla capitale, ad ogni costo! pensa Actarus.
E’ la prima volta da molto tempo che combatte senza i suoi compagni: Alcor, Maria, Venusia, Procton…per un attimo, sente acutamente la loro mancanza. Solo adesso comprende bene quanto sia stato prezioso il loro aiuto. Ma non c’è tempo per pensare a questo: solo Goldrake sta tra il mostro e Venusia…e il piccolo Rex. E quell’essere è grande almeno cinque volte Goldrake.
“Comunque sia” sibila Actarus con voce dura “ti assicuro che tu di qua non passi!”
E, quasi senza accorgersene, ha già cominciato ad attaccare:
”Tuono Spaziale!”
Le corna di Goldrake, ancora fisso sul disco, crepitano di energia, caricandosi al massimo: Actarus vuole usare subito l’arma più potente del robot. Un lampo accecante esce dalle corna e invade tutto il mostro, che lancia un urlo di sorpresa. Ma resta illeso.
“Ha resistito a più di un miliardo di volt!” Actarus quasi non ci crede. Ma reagisce subito: Goldrake muove le braccia, mettendole davanti a sé:
”Disintegratori Paralleli!”
Tre raggi laser ad altissima potenza scattano da ogni dorso delle mani del robot, colpendo in volto Kandura. Nello stesso tempo, Actarus grida:
“Doppio Maglio Perforante!”
Continuando ad emettere i laser, le mani, insieme all’avambraccio, si staccano dal robot e le lame appoggiate su di esse si piegano in avanti, girando ad una velocità impressionante. L’impatto col laser e le lame rotanti è terribile: Kandura urlando si copre il volto con le mani e per un momento barcolla. Ma, anche se ferito, si raddrizza all’istante e alza un enorme pugno contro l’insetto che lo molesta. La velocità della bestia è superiore a quanto si penserebbe, vista la sua mole. Il disco spaziale evita il colpo per un soffio, mentre i magli perforanti si riattaccano al robot. Actarus guida il disco spaziale verso l’alto, in una cabrata rapidissima. Il mostro è stato ferito, anche se leggermente. Ma, guardando con attenzione, Actarus manda un’esclamazione di sconcerto.
Le ferite che la bestia ha ricevuto si rimarginano rapidamente. Ma non è solo quello che fa spaventare Actarus: sulla terraferma sono comparsi all’improvviso due ragazzi.
Cosa diamine fanno lì? Avevo dato l’ordine di sgomberare la zona! pensa Actarus con rabbia.
Il problema era che li aveva visti anche Kandura. Senza nemmeno pensarci, Actarus tira la leva in alto, scendendo in basso insieme al sedile e raggiungendo i comandi del robot gigante, dopo aver fatto la giravolta per lo sblocco.
“Goldrake, azione!”
All’istante il robot esce a mezz’aria, mentre Kandura si dirige verso i due ragazzi. Ma nello stesso tempo Goldrake, mentre scende a terra, lancia il tuono spaziale che blocca per un attimo il mostro. Goldrake atterra in piedi con gran fragore, continuando a lanciare il tuono spaziale e facendo da scudo ai due ragazzi. Kandura grida alzando le mani e avanzando contro Goldrake.
“Alabarda Spaziale!”
Le lame escono dalle spalle di Goldrake, insieme alle aste, che si collegano tra loro. Goldrake aspetta il mostro, mentre i ragazzi, terrorizzati, non riescono neanche a muoversi. Il gigantesco piede di Kandura si abbatte contro il robot-samurai, con una spaventosa pressione di centinaia di tonnellate. Tenendo davanti l’alabarda con le due mani, in alto, Goldrake resiste, facendo stupire il mostro, che aumenta la spinta. Anche se Goldrake è fatto di gren e quindi può resistere all’attacco di Kandura, i suoi circuiti interni non lo sono, e gemono per il terribile sforzo a cui sono sottoposti. Actarus guarda preoccupato gli indicatori, tutti sotto il rosso: non si può escludere un’esplosione interna. Ma non può spostarsi da lì, o i ragazzi moriranno. Sudando, Actarus sente vicina la morte.



(NOTA: Se qualcuno vuole fare commenti, qui c'è il link: http://gonagai.forumfree.net/?t=38631928&v...stpost#lastpost.
Se qualcuno vuole scaricare la puntata in formato word, qui sotto ho messo il link. )

Edited by joe 7 - 10/6/2014, 17:56
 
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