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JOE 7's FICTION GALLERY: La Grande Ombra

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joe 7
view post Posted on 5/6/2009, 13:16 by: joe 7     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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I ragazzi spaventati non riescono a distogliere lo sguardo davanti al terribile spettacolo: due giganti, uno molto più grande dell’altro, si fronteggiano e la loro mole copre il cielo. Uno lo conoscono: è il robot del loro re, il famoso Goldrake, il loro idolo. A casa hanno pupazzetti e disegni su di lui: non avrebbero mai pensato di vederlo di persona, così da vicino, così vivo e mobile, ancora più spettacolare di come immaginavano. Ma la paura che provano contrasta con la gioia di vedere il loro eroe preferito: il gigante nemico è enorme, nemmeno i mostri di Vega erano così grandi. Inoltre, i suoi ruggiti sono a dir poco spaventosi: immobilizzano tutto il corpo dal terrore rendendolo incapace di reagire. Si sono avventurati due ore prima nel bosco, per esplorarlo – anche a distanza di anni dall’invasione di Vega, le zone verdi di Fleed sono ancora poche – e, per il gusto dell’avventura, si erano nascosti quando l’esercito aveva mobilitato l’evacuazione. Non finiscono di pentirsi e di maledirsi per la loro scelta: quel mostro aveva fatto tremare la terra e fatto sparire il bosco insieme ai fiumi davanti a lui. Tutto moriva davanti a quella luce che mandava dagli occhi. Quando era comparso Goldrake, pensavano di essere salvi, e si erano messi a correre. Ma Kandura li aveva visti. Esseri umani. Il suo cibo.

Le braccia di Goldrake tremano sotto lo sforzo: Actarus non riesce ad immaginare quante siano le tonnellate di pressione che quell’abominio sta esercitando su di lui. Il piede di Kandura scende lentamente, pian piano, sempre di più su di lui. Bisogna reagire al più presto: Goldrake non può continuare. Con una rapida mossa, il robot-samurai fa girare le lame dell’alabarda, che penetrano dentro il palmo del piede di Kandura. Subito dopo, lancia il tuono spaziale a tutta potenza dentro la ferita del mostro. Per la seconda volta, Kandura prova dolore: indietreggia, alzando il piede e ponendolo a terra un momento. Ma è più che sufficiente per Goldrake.
“Disco spaziale Atlas, vieni, presto!”
L’UFO di Goldrake scende dall’alto fermandosi rasoterra: il robot-samurai raccoglie i ragazzi con la mano e li mette nella cabina di pilotaggio del disco spaziale.
“Atlas, allontanati!”
E la nave parte, distanziandosi di centinaia di chilometri in pochi istanti. Il comando automatico farà atterrare il disco e aprire il vetro della cabina, permettendo ai ragazzi di scendere e scappare. Goldrake si prepara per la battaglia: ma lo sforzo è stato terribile, e i suoi movimenti sono più affaticati. Actarus se ne rende conto.
Non ho più tempo:Goldrake è stato sottoposto ad una tensione troppo grande. Devo finire questo scontro al più presto.
Kandura per un attimo si ferma: quell’insetto è più resistente di quanto pensava. Alza una mano verso di lui, e da sottoterra spuntano delle radici serpentiformi che avvolgono Goldrake tra le loro spire. Actarus non se l’aspettava: quella mostruosità non solo ha distrutto il bosco, ma ha reso suo servo quello che rimane della desolazione. Le radici morte si moltiplicano in continuazione, mostrando una tenacia e resistenza ben superiore a quella del comune legno. Non è più legno: è qualcosa di non-morto che vive ancora.
Da che razza di inferno è venuto quell’essere demoniaco? - pensa Actarus - Nemmeno nell’esercito di Vega ho visto una tal concentrazione di male allo stato puro.
Muovendosi il più in fretta possibile, Goldrake taglia i tentacoli che lo avvolgono, usando la lama dell’alabarda: ma ogni taglio provoca la fuoriuscita di nuove spire. Il petto di Goldrake si riscalda: il raggio antigravità provoca l’allontanamento delle radici mostruose, almeno davanti a sé. Actarus muove la leva al massimo e il raggio antigravità perde la sua gamma di colori arcobaleno per diventare tutto rosso: un raggio pettorale di spaventosa potenza distruttiva che polverizza all’istante tutte le radici che finiscono sotto la sua azione.
Ma Actarus non può gioire del successo: mentre Goldrake era impegnato a districarsi dalle radici tentacolari, Kandura si è avvicinato a lui e dall’alto alza un terribile pugno che si abbatte come un maglio su Goldrake. Non c’è scelta: o la va o la spacca. Goldrake alza la mano destra per fermare quell’ondata, e l’impatto ha lo stesso rumore del tuono.
Kandura ha gli occhi spalancati dalla sorpresa: Goldrake è rimasto in piedi e gli ha fermato la mano.
Di cos’è fatto quel moscerino, per non frantumarsi ad un impatto simile?
Si ferma esitante: per la prima volta nella sua vita, Kandura è perplesso e non sa come reagire. Intanto, la nave Atlas ritorna da Goldrake, seguendo l’ordine mentale del suo padrone. I ragazzi si sono salvati e stanno scappando verso casa. Ad un comando di Actarus, Goldrake salta sul disco spaziale, restando in piedi. Atlas e Goldrake si alzano dal terreno, mentre i piedi di Goldrake si magnetizzano sulla superficie del disco spaziale: da questo momento è praticamente impossibile separarli. Actarus ha preso una decisione.
Bisogna colpire molto, ma molto duro. Goldrake è alla fine della sua riserva di energia. Ora quel mostro dev’ essere abbattuto ad ogni costo, e penso di aver trovato il modo.
Atlas e Goldrake si allontanano da Kandura con gran velocità, raggiungendo in poco tempo le nubi e superandole. Già si raggiunge la stratosfera, e anch’essa viene superata. Dopo un istante ancora di gran velocità, in cui sono tutti rivestiti di fiamma per l’impatto con l’aria, raggiungono lo spazio.
“E’ il momento, Goldrake. Un ultimo sforzo.”
Obbedendo agli ordini di Duke Fleed, il robot-samurai si inginocchia sopra Atlas, magnetizzandosi sulla sua superficie. Mette le braccia davanti a sé, aprendo i magli perforanti e facendoli roteare alla massima potenza.
“Atlas in picchiata, a velocità totale!” grida Actarus.
Il disco spaziale scende verso Fleed, aumentando la sua velocità fino a diventare una cometa di fuoco che scende verso la terra. I magli perforanti di Goldrake aumentano la potenza man mano che cresce la velocità, favorita dall’attrazione gravitazionale. Non sono mai diventati così taglienti e letali prima d’ora: quasi non si vedono a occhio nudo.
Kandura osserva qualcosa che si avvicina verso di lui con la velocità del lampo: l’impatto è praticamente istantaneo e devastante. Prima ancora che se ne renda conto, un enorme buco si è aperto nel suo petto: Goldrake e Atlas, usando la forza dell’impatto insieme ai magli perforanti, hanno trapassato da parte a parte il mostro. L’essere gigantesco si volta verso il suo nemico e si muove ancora, senza rendersi conto che praticamente è già morto.
Actarus non vuole dare un’altra possibilità a quell’abominio: non deve assolutamente rigenerarsi.
“Alabarda spaziale!”
Goldrake mette l’alabarda in verticale davanti a lui: il disco spaziale si pone nel buco nel petto di Kandura e ascende rapidamente. Le lame dell’alabarda penetrano nelle carni del gigante, spaccando in due il suo mostruoso volto. Mentre Atlas si innalza sopra il mostro, quest’ultimo esplode in un immane boato.
Goldrake ha vinto, ma è stata una vittoria sofferta. Actarus fa planare Atlas a terra e Goldrake scende dal disco spaziale. Ma, dopo pochi passi, cade in ginocchio a terra. Cerca di rialzarsi usando l’alabarda come sostegno, ma riesce ad usare solo il braccio che tiene in mano l’alabarda. L’altro resta inerte, mentre esce del fumo dalle giunture del robot. I comandi non rispondono più, e Actarus capisce: Goldrake ha esaurito tutta l’energia. Apre il vetro della cabina di comando e salta a terra, riuscendo a toccare la superficie senza risentire più di tanto della gravità. Actarus, sfinito, si toglie il casco e guarda Goldrake con compassione, mentre le sue labbra si aprono ad un sorriso.
“Sei stato grande, Goldrake. Ma i nemici sono veramente forti: dovrò pensare a qualcosa in futuro…”
Poi Actarus si volta in direzione della capitale, e il suo sorriso diventa una smorfia di spavento e sente una stretta al cuore. Da laggiù si alza una grande nuvola di fumo nero, dovuto ad un enorme incendio, visibile anche a chilometri di distanza.
Venusia!


(NOTA: I commenti potete postarli qui: http://gonagai.forumfree.net/?t=38631928&v...stpost#lastpost. Se volete, potete scaricare la storia in formato word cliccando sull'allegato qui sotto)

Edited by joe 7 - 17/6/2014, 15:54
 
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