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JOE 7's FICTION GALLERY: La Grande Ombra

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joe 7
view post Posted on 14/7/2009, 22:17 by: joe 7     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Actarus la sta guardando felice e sconcertato. Da adesso in avanti, lui è un padre. Per la prima volta osserva suo figlio. Venusia è felice: il parto è stato lungo, ma ne valeva la pena. Stringe il bambino e lo accarezza, mentre il piccolo guarda tutto con occhi stupiti.
“E’…è bellissimo!” dice Actarus, con un groppo in gola.
“E’ vero. E’ proprio tuo figlio!”
“Come lo chiamiamo?”
“Non ci ho ancora pensato…ne abbiamo parlato tante volte, e non abbiamo deciso niente!”
“Mi sembrava ti piacesse Daimos.”
“E’ vero, ma mi dà sempre l’impressione che sia già stato usato…forse Rex, che ne dici?”
Actarus non risponde, fissa il vuoto.
“Actarus, cosa c’è?”
Una macchia di sangue compare sul petto di lui, che barcollando crolla a terra.
Venusia grida il suo nome e, alzando gli occhi, vede Jezabel, graffiata su una guancia, che la osserva con la mano bagnata di sangue, ridendo.
“Ti ricordi di me? Ti ricordi quello che mi hai fatto alla faccia? Ora pagherai!” e gli artigli la lacerano ferocemente, insieme al bambino.

Venusia si sveglia urlando. Il cuore le batte all’impazzata, mentre sente delle gocce di sudore freddo scenderle dalla fronte. Cerca di calmarsi, guardandosi intorno. E’ a letto in una stanza, con un arredamento simile a quello terrestre. Il sole sembra abbastanza alto e filtra attraverso le tende della finestra.
Ma non ero in una spiaggia? Sono finita sulla Terra?
All’improvviso, una porta si apre e si affaccia una donna di età avanzata. E’ vestita in modo semplice, coi capelli raccolti e un grembiule davanti. Con un’aria preoccupata, dice:
”Ah, vi siete svegliata! Ma cos’era quell’urlo?”
Venusia non la conosce, ma sente che parla la sua lingua. E’ sulla Terra, quindi.
“Non si preoccupi. Sto…sto bene, grazie. Ho solo avuto un brutto sogno. Dove sono?”
“Sei a casa del Dottor Nakashima. Io mi chiamo Yumiko, sono sua moglie. Ti ha trovato mio figlio Jimmy sulla spiaggia: gli piace fare il bagno di mezzanotte e ti ha trovato lì. Come stai?”
“Bè, sono un po’ stordita, ma per il resto sto bene, grazie.”
Poi Venusia capisce che ha addosso solo una camicia da notte. Guarda Yumiko con aria interrogativa. Lei risponde:
“I tuoi vestiti erano un disastro. Bruciati e lacerati. Ti ho messo una camicia da notte di quelle che mettevo una volta: ti sta benissimo! Comunque, quello che indossavi è lì.” e indica dei panni appoggiati su una sedia, che una volta erano dei vestiti, ma adesso nessuno avrebbe il coraggio di mettersi.
“La tua collana te l’ho messa sul comodino.”
Venusia si volta e vede la collana che Actarus le aveva regalato il giorno del suo compleanno. Quando sarà stato? Solo l’altro ieri, credo…ma sembra che sia passato un secolo.
Venusia lo raccoglie in mano e pensa ad Actarus: sarà tornato? Doveva andare a sconfiggere un mostro, ce l’avrà fatta? Non so più nulla. E Rex? Jezabel l’avrà preso?
Sta per chiedere se può contattare il professor Procton, quando compare dalla porta un ragazzo dai capelli ricci, vestito con giacca e jeans, che porta a tracollo una borsa e la saluta con entusiasmo.
“Oh, ecco che si è svegliata! Come stai, Venusia?”
Per un attimo lei è stupita. Non ha mai visto quel ragazzo, come fa a sapere il suo nome? Lui intanto continua a parlare, sedendosi accanto a lei.
“Mi chiamo Jimmy: ti ho trovato ieri sulla spiaggia. Una sorpresa! La regina Venusia in persona! Actarus come sta?”
Venusia è sempre più confusa.
“Scusa, ma come fai a sapere come mi chiamo? Ci siamo visti in passato?”
“Mi aspettavo questa domanda. Non mi conosci, ma io conosco te: ti faccio vedere.”
Apre la borsa, frugando con frenesia: tira fuori un computer portatile.
“No, non è questo. Me lo tieni un attimo?” e lo passa a Venusia.
Poi tira fuori due o tre macchinari con fili e pulsanti, e un mucchio di altre cose che non erano quello che cercava, e li passa un momento a Venusia che si trova in poco tempo sommersa in un mar di roba. Alla fine:
“Ecco! Quello che cerchi è sempre in fondo!”
Passa a Venusia una serie di DVD con l’immagine di Goldrake sulla copertina.
“E’ la serie di Atlas Ufo Robot: ha un gran successo qui. Modestamente, ho fondato un fan club. Vedi? La ragazza qui sei tu!”
Venusia osserva il disegno: è molto somigliante a lei, a parte i capelli, che sono corti, come quelli che portava una volta. Non ne sapeva niente di tutto questo.
“Da dove viene questa roba?” chiede stupita. Scorrendo i DVD riconosce i volti dei suoi amici e quelli dei nemici di Vega, compresi i mostri che avevano affrontato in passato: riproduzioni praticamente perfette.
“Hanno fatto una serie a cartoni animati su di voi appena Actarus è partito dalla Terra. Non è stato facile trovare l’edizione in DVD.”
“Basta, Jimmy! – lo interrompe la madre – la nostra ospite è stanca, non devi affaticarla. Mettiti questo, tesoro: sei ancora in camicia da notte, non te n’eri accorta?” e le passa una vestaglia.
Venusia arrossisce e si mette subito la veste. In quel momento, compare nella stanza un uomo alto, con una barba e un paio di occhiali. Porta un camice bianco e ha un aspetto bonario.
“Buongiorno, signora – dice lui – sono il professor Nakashima. Nostro figlio Jimmy è un suo fan e ieri ci ha fatto una testa così raccontandoci di voi. State bene adesso?”
“Ah…certo, grazie.”
Istintivamente, si tocca la guancia dove Jezabel l’aveva colpita e non avverte più niente, solo un vago pizzicore.
“Avevate una brutta botta lì. Ma ci ho messo sopra una crema di mia invenzione, che come vedete ha funzionato. Ora il livido è quasi scomparso.”
“Vi ringrazio molto – risponde Venusia – vorrei chiedervi un favore: potete farmi telefonare al professor Procton? E’ molto urgente!”
“Eh, magari...ma chiedete l’impossibile, mia cara ragazza.”
“Perché? Saranno mica interrotte anche le comunicazioni qui sulla Terra, spero?”
Le tre persone che sono attorno al letto di Venusia stanno per un attimo in un silenzio perplesso. Jimmy è il primo a parlare.
“Scusami, Venusia…posso chiamarti così? Temo che tu abbia preso un abbaglio. Qui non siamo sulla Terra.”
“Cosa? E dove sono? Su Fleed?”
“Nemmeno. Questa è la colonia terrestre del pianeta Betelgeuse.”
Venusia resta senza parole per un pezzo.

Alla fine di un buon pranzo, Venusia racconta la sua storia al professor Nakashima e alla sua famiglia. Dopo un attimo di silenzio, Yumiko, la moglie del professore, le chiede:
“E tuo figlio, cosa pensi che gli sia successo?”
“Forse quella Jezabel l’ha presa. Non aveva intenzione di ucciderlo, ma di portarlo via. Voleva sacrificarlo quando le sette stelle saranno allineate. Almeno, così aveva detto.”
“E cosa vuol dire?”
“Che lo uccideranno dopo. Il problema è che non so niente di queste sette stelle, né quando saranno allineate.” risponde preoccupata.
“Tra dodici giorni, tre ore e quattro minuti.” dice Jimmy.
Venusia si volta verso di lui, stupita. Il ragazzo mette sul tavolo il suo computer portatile che era su una sedia.
“Ho installato il registratore automatico, così, mentre raccontavi, nello stesso tempo il mio computer faceva una ricerca in internet su alcune parole chiave che ho selezionato mano a mano che parlavi.” dice orgoglioso, mostrando il telecomando. “Una piccola invenzione che ho fatto.”
“Ho insegnato le basi dell’informatica a Jimmy.” spiega il professor Nakashima “Mio figlio è un ragazzo di talento, e non solo in quello.”
Caspita, pensa Venusia, non avrei mai pensato che fosse possibile una cosa simile.
“E hai scoperto qualcos’altro?” chiede con ansia.
“Dunque, per prima cosa in astronomia è noto il fenomeno dell’”allineamento delle sette stelle fisse”, che avviene una volta ogni diecimila anni. Senza dubbio Jezabel si riferiva a questo. Che avverrà, come dicevo, tra dodici giorni, due ore e cinquantotto minuti.”
Però.
“E cosa sai dirmi di Jezabel? Lei aveva detto di essere il braccio destro di un tale che si chiama Oscuro e che comanda sei generali.”
“I dati sono frammentari. Questo Oscuro domina delle sezioni di universo molto lontane da qui: anche l’internet universale non aggiunge molto. Intanto ti posso dire che la “mano d’ombra” che tu descrivi è la sede mobile dei pianeti dell’Oscuro e dei suoi generali, che possono spostarsi a comando come delle astronavi. Ecco perché le vedevi muovere all’osservatorio di Fleed.”
“Ma questo Oscuro chi è?”
“Ne ho scoperto poco. Forse con una ricerca più approfondita…Posso dirti intanto che è un essere “in ombra”: un evento molto raro, caratteristico di chi ha raggiunto una potenza tanto elevata che il suo corpo assorbe la presenza della luce stessa. Comanda un esercito sterminato, guidato da sei generali, a capo di Jezabel, il suo braccio destro. A proposito di lei, devo dirti che sei stata molto, molto fortunata. Infatti, quella donna è talmente feroce e crudele da essere chiamata “la sanguinaria”. Dopo che tu l’hai sfregiata, hai detto che ti aveva aggredita, e in quel momento i suoi occhi erano diventati bianchi, vero?”
“Esatto. Era impressionante.”
“E’ lo stato di berserk.” spiega Jimmy, cupo.
“Bercosa?” chiede lei, strizzando gli occhi per capire meglio.
“Berserk. I vichinghi chiamavano così il guerriero completamente impazzito dalla furia da avere una forza smisurata e di non distinguere più gli amici dai nemici. I berserker diventavano così dopo aver bevuto pozioni o droghe ed erano sempre in prima linea nelle invasioni vichinghe. Jezabel è a capo di un esercito di Amazzoni, tutte guerriere donne, molto temute proprio perché possono passare allo stato di berserk a comando, oltre ad essere delle terribili combattenti in condizioni normali. Se non fosse stato per la stella di gren che avevi in mano, lei ti avrebbe sbranata in pochi secondi.”
“Santo cielo.” esclama Yumiko, impressionata.
Venusia riflette. Jimmy gli sta dando informazioni preziose. Ora comincia a comprendere meglio il nemico: finalmente qualcosa comincia a girare per il verso giusto.
“Ma come ho fatto a venire fin qui?” chiede Venusia.
Questa volta è il professor Nakashima a parlare.
“Solo un teletrasportatore può averti portato fin qui. A quanto ho capito, sei passata in un istante da Fleed a Betelgeuse. Sulla spiaggia dove eri finita ho fatto delle analisi: ci sono tracce inconfondibili di teletrasporto.”
Per Venusia è come un fulmine a ciel sereno che illumina chiaramente ogni cosa.
Ma certo! Il regalo di Actarus! Jezabel mi aveva gettata proprio contro il teletrasportatore! Ma non era inattivo? Chiaramente in qualche modo si era acceso!
“Infatti, adesso che ci penso, nella sala reale c’era un teletrasportatore. Ma avrebbe dovuto portarmi sulla Terra, non qui. Almeno così mi aveva detto Actarus.”
“Sul serio? – dice il professore, stupito – Avrei voluto vederlo. La distanza tra Fleed e la Terra è molto grande, non è ancora stato inventato un teletrasportatore capace di colmare una simile distanza. Hmmm…a rigor di logica, devo pensare che quella macchina era stata danneggiata durante il vostro scontro, quindi non era capace di portarti sulla Terra. Per questo ti ha portato qui: ti ha analizzato in un istante, ti ha identificata come una terrestre e ti ha teletrasportata nel posto più vicino a Fleed dove sono presenti dei terrestri. Appunto la colonia di Betelgeuse. Che macchina straordinaria.”
“Comunque, cos’è questa “colonia terrestre di Betelgeuse”? Non ne avevo mai sentito parlare!”
“Qui è meglio se comincio dall’inizio. Non so se hai presente il film “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, ma a noi è successo qualcosa di simile. Anni fa, io e alcuni miei amici, che eravamo ancora sulla Terra, siamo stati contattati da alieni che erano atterrati lì da Betelgeuse ed avevano bisogno di aiuto per tornare a casa. Li abbiamo aiutati, ci siamo scambiati informazioni per diverso tempo: siamo persino venuti qui diverse volte, trovando un clima e vegetazione simili a quella terrestre. Poi ci siamo trasferiti definitivamente: volevamo fare un avamposto perché l’umanità potesse, un domani, aprirsi all’universo. Stiamo anche progettando la possibilità di fare delle colonie artificiali: qualcuna l’abbiamo fatta, anche se piccola, una specie di prototipo.”
Nakashima si alza e prende un modellino da un ripiano e lo mostra a Venusia.
“Ecco, questo è il modello della colonia che vorremmo costruire. Si chiamerà Side 1: vorremmo contattare un giorno l’ONU per avere i fondi necessari. Forse è una pazzia, ma chissà, credo che un domani sarà possibile fare molte colonie spaziali.”
“E’ il suo sogno” dice la moglie, sorridendo”e alla fine ha coinvolto anche me.”
Venusia è sorpresa: per una volta un contatto alieno non era stato di conflitto!
“Sei stata fortunata a trovarci qui. – continua il professore – Della colonia terrestre, siamo rimasti solo noi: tutti i nostri compagni sono tornati a casa, e tra qualche giorno partiremo anche noi. Ormai ho un po’ di anni, e vorrei passare i miei ultimi giorni sulla Terra. Ho raccolto tutte le informazioni che mi servivano, e con l’aiuto di Jimmy potrò analizzarle quando torniamo. Inoltre, lui non ha mai visto la Terra, e non vede l’ora di andare lì!”
“Non sei mai stato sulla Terra?” chiede stupita Venusia a Jimmy.
“No, sono nato qui. Ma ho letto e visto tanto della Terra che vorrei proprio vederla. Ho conosciuto il mio pianeta anche guardando i DVD di Goldrake dove ci sei anche tu!”
Venusia sorride imbarazzata. A quanto pare, Jimmy si è preso una bella cotta per lei!
“Ma cosa pensi di fare adesso, ragazza mia?” chiede Yumiko.
“Non so…è possibile contattare Fleed?”
“No, purtroppo ogni comunicazione è interrotta da diversi giorni. – spiega Nakashima – Temo che questo sia dovuto ai tuoi nemici. Inoltre, credo che sia meglio che tu non lo faccia. Se contatti Fleed, il nemico saprà che sei viva, saprà da dove hai chiamato e ti verrà a cercare. Non credo che una come Jezabel ti perdoni quello che le hai fatto.”
“Jezabel mi ha vista passare attraverso il teletrasporto. Quindi sa che sono viva.”
“Ti sbagli “ dice Jimmy “secondo i miei calcoli, quel macchinario dev’essere stato sottoposto a una tale tensione che sarà esploso istantaneamente mentre effettuava il teletrasporto. E’ molto difficile che Jezabel si sia accorta del trasferimento: l’esplosione è stata simultanea. La barriera che tu avevi messo ha sicuramente protetto tuo figlio e le ancelle, ma temo che non possa aver resistito all’azione di Jezabel. Avrà infranto la barriera e preso Rex.”
Allora Hadi, Ryui, Sara…ora che ci penso…che ne sarà stato di loro? Jezabel le avrà ammazzate?
“Ma Actarus sicuramente pensa che sono morta! Devo contattarlo in qualche modo!”
“L’unico modo è andare a Fleed di persona, visto che le comunicazioni sono tagliate.” dice Nakashima “Ma Fleed ormai è una zona sorvegliata, Jezabel ti scoprirebbe subito! Non credo che arriveresti viva laggiù!”
Venusia pensa all’incubo di ieri notte su Jezabel e le vengono i brividi.
“Maledizione, non so che fare…forse se vengo con voi sulla Terra?”
“Partiremo tra due giorni, ma ci vorranno uno o due mesi circa di viaggio. Non ti conviene.”
Venusia si stringe il pollice tra i denti, nervosa.
Cosa diamine si può fare? Pensa, trova qualcosa…devo salvare Rex entro questi dodici giorni!
All’improvviso le viene un’idea. Pazza, folle, ma a questo punto non ha alternative.
“Jimmy” dice Venusia” avevi detto che Jezabel comanda delle Amazzoni, mi pare?”
“Certo.”
“Dove sono, lo sai?”
“Nella zona d’ombra, al pianeta Acheronte, dove c’è l’Oscuro. Perché?”
Venusia riflette, senza rispondere.
“Accettano candidati?”
“Cosa?” esclama Jimmy, spaventato.
“Rispondimi, per favore. Accettano candidati?”
Jimmy, perplesso, consulta il computer.
“Sì, al pianeta Bespin c’è un centro di reclutamento delle Amazzoni. Puoi raggiungerlo in una giornata di viaggio. Non penserai mica di andar lì come candidata, spero.”
“E’ l’unico modo per raggiungere alla svelta Rex e salvarlo da quella pazza.”
“Jezabel sarà una pazza, ma tu non sei da meno, visto quello che vuoi fare!”
“Non ho scelta” risponde decisa Venusia.
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(NOTA: Nella prossima puntata, Fleed chiama Terra.
Se volete scaricare la puntata in formato word, qui sotto c'è il link.
Per i commenti, questo è il link: http://gonagai.forumfree.net/?t=38631928&v...stpost#lastpost

Edited by joe 7 - 23/6/2014, 14:35
 
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