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GUNDAM CONTEST FANfic: Grande Blu
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GUNDAM CONTEST FANfic: Grande Blu

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icon14  view post Posted on 8/3/2009, 16:05     +1   -1
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QUEST'OPERA E' A CURA DI
GRANDE BLU



QUOTE
Messaggio in Bottiglia
di Grande Blu (Vanna)

Dedicato ad Aster, Debris e Gemini.

Questo messaggio è per voi, umani della Terra o sparsi nella galassia. E so che un giorno potrete decifrarlo.
Il mio popolo incontrò per la prima volta la vostra specie in quello che chiamate anno 79 dell’Era Spaziale, proprio nel bel mezzo della “Guerra di Un Anno”.
Era la prima volta che incontravamo creature composte di materia, e questo destò grandissima curiosità. Invisibili ai vostri occhi, ci muovevamo tra voi, osservando ogni aspetto della vostra vita.
Per i miei simili eravate solo un’esotica curiosità che progettava foschi piani per il proprio futuro. Ben presto si stancarono di osservarvi, e liquidarono il conflitto fra voi come “una mortale bizzarria da materia vivente”.
Io non ero d’accordo, perché avevo scoperto similitudini straordinarie fra i nostri popoli.
Diversamente da voi, noi non siamo di materia. Potremmo dire che siamo energia vivente allo stato solido.
Tuttavia anche noi definiamo il nostro popolo con un nome.
Voi siete Federazione e Zeon, noi siamo Yeb.
Gli individui della vostra specie, come nella nostra, si dividono in maschi e femmine.
Nella vostra società, ogni individuo è distinto dai suoi simili da un nome: Amuro Ray, Char Aznable.
Lo stesso avviene da noi. Io sono una femmina, e mi chiamo Tyyl-Nak.
Con questi punti in comune, mi sembrava importante proseguire la ricerca. A dispetto delle enormi differenze.
I vostri corpi agiscono grazie agli ordini impartiti dalla mente. Il pensiero diventa movimento.
Nei nostri, il movimento è contemporaneo del pensiero. Anzi, potremmo dire che il movimento è pensiero.
Non solo, ma noi non abbiamo bisogno di suoni o parole per comunicare. E’ sempre il pensiero, a raggiungere la mente dell’altro, a toccarla, e sempre con il pensiero esprimiamo emozioni, avvolgendo parzialmente o totalmente il nostro interlocutore.

M’incuriosiva molto il fatto che, nonostante foste un popolo solo, proveniente da un unico pianeta, vi scagliaste gli uni contro gli altri tanto ferocemente. E i progetti per l’immediato futuro di alcuni fra voi erano persino più inquietanti del vostro accanimento a combattervi.
Studiai il vostro pianeta e la sua storia, e compresi che quanto vi accadeva oggi aveva fortissimi legami con il vostro passato.
Il motivo delle vostre guerre era sempre uno: denaro, potere e un dominio il più vasto possibile.
Era molto difficile per me capire le vostre ragioni, ma dovevo riuscirci ad ogni costo.

“Non ti sei ancora stancata di giocare con gli esseri di materia?” Sobbalzai, quando questo pensiero beffardo e un po’ altezzoso toccò la mia mente. Ero così concentrata, che non avevo percepito sopraggiungere il pensiero, né chi lo aveva formulato.
YY-Mok…
“A dire il vero, Consigliere, se voglio partecipare alla prossima seduta del Consiglio in difesa degli umani, devo sapere tutto su di loro!”
Il mio pensiero era ironico e falsamente ossequioso ma YY-Mok non se ne curò. Anzi, la cosa lo divertiva. Compresi che era identico ai maschi umani, quando sollevano un angolo della bocca in un’espressione tra il compiaciuto e il beffardo… L’avevo vista spesso sul viso di Char… Incredibile analogia…
Persa in queste considerazioni, continuai a cercare. Sentivo la presenza di YY-Mok dietro di me, a distanza costante.
La White Base compiva le manovre di avvicinamento alla Terra. La seguii, accorciando le distanze man mano che si preparava all’atterraggio.
La flora e la fauna terrestri distolsero la mia attenzione dall’astronave, e gironzolai per tutto il pianeta. Non c’era fretta, l’asse temporale della materia è un miliardo di volte più lento rispetto a quello dell’energia.
Quando tornai l’equipaggio era appena sbarcato. Le risa di Letz, Katz e Kikka attrassero la mia attenzione… Stavano correndo nelle vicinanze dell’astronave, guardando tutto e toccando tutto, seguiti da Haro…
Fraw aveva trovato i bambini, che tutti fieri le mostravano le loro scoperte: sassi, foglie, fiori… Haro si era allontanato, quindi potevo esaminare da vicino quel congegno. Era straordinario, perfino Amuro che lo aveva costruito, probabilmente, ne ignorava ogni potenzialità… Ma io le conoscevo, e le avrei messe alla prova…
Scivolai davanti a lui, e lui si fermò. I suoi occhi meccanici sembravano fissarmi. Avrei voluto sfiorarlo con la mente, ma sapevo che lo avrei distrutto… Il minimo tocco di una creatura d’energia, come noi Yeb, sovraccarica gli apparecchi elettronici, perché la nostra energia vivente è incompatibile con le vostre fonti energetiche.
“Continui a giocare… Non ti spaventa cosa progettano le due fazioni?”
Di nuovo il pensiero di YY-Mok mi aveva colto alla sprovvista. A volte, YY-Mok riusciva a irritarmi. Esattamente quanto Amuro riusciva a irritare Fraw, o Sleggar Mirai… E il bello era che tutti e tre se ne infischiavano! Ma… Avevo trovato un’altra somiglianza!
Resa euforica da questo pensiero tornai a scrutare Haro, che non si era mosso, e continuava a fissarmi… Dovevo stare attenta ad analizzarlo delicatamente, senza danneggiarlo con la mia energia…
“Analizzare le cose da fuori, Tyyl-Nak, non ti farà trovare un mezzo per salvare gli umani!”
Questa volta, YY-Mok ottenne tutta la mia attenzione.
“Hai ragione. La mia analisi è superficiale.” Istantaneamente ero di fronte a lui, che era rimasto nell’orbita alta del pianeta.
“Non basta guardare le cose da fuori… Bisogna trovare un modo per guardarle dall’interno… Devo interagire con l’equipaggio della White Base! Grazie per la soluzione!”
Raggiante, mi rituffai verso la Terra. Ma questa volta YY-Mok mi seguì e affiancò.
“Perché devi interagire con gli umani della White Base?”
“Perché gli incrociatori di Zeon sono troppo lontani, e non c’è tempo da perdere!”
“Non puoi entrare in un essere senziente!”
“Lo so perfettamente, ma non posso neppure entrare in una pianta! Le piante terrestri sono ancorate al suolo, non se ne vanno in giro per il pianeta!”.
Un’idea si affacciò alla mia mente. Avevo involontariamente accelerato, ed ero passata in testa. Mi fermai di colpo, ruotai su me stessa, e avvolsi parzialmente YY-Mok con il pensiero, bloccandolo al mio fianco.
“Gli animali, YY-Mok! Qual è la posizione del Consiglio sugli animali della Terra?”.
Ponderò la domanda per un attimo:
“A parte delfini, elefanti e balene, gli altri possono essere usati come tramite.”
“Grazie!” Mi volsi di nuovo verso la Terra e continuai la mia corsa alla massima velocità.
“Dove vai?”
“A cercare un animale diverso da elefanti, delfini e balene!”

Affinai le mie percezioni, in modo da scoprire un animale adatto il più velocemente possibile. Finalmente captai un debole pensiero che era lanciato all’intorno, muta richiesta di aiuto. Un cane…
Lo raggiunsi. Scivolai davanti ad una vecchia femmina, quasi cieca, che sbatté le palpebre al mio apparire. Denutrita, con alcune patologie dell’età e altre malattie, cercò di uggiolare e muovere la coda. La tranquillizzai e le ordinai di dormire.
A differenza delle macchine, la nostra unione con un essere vivente è per quest’ultimo un vero toccasana. Le creature che scegliamo come tramite nelle esplorazioni riguadagnano salute e pieno benessere. In alcuni casi perfino la giovinezza perduta.
Accarezzai la bestiola con la mente mentre mi univo a lei. Mi cedette spontaneamente ogni controllo. Risanai il corpo da ogni malattia, gli ridonai vigore, poi le chiesi se voleva dividere con me il controllo di se stessa. Abbaiò vigorosamente e si mise a girare in cerchio, inseguendosi la coda.
Noi Yeb non dominiamo. Noi coesistiamo.
Mi dava il suo consenso a farla ritornare giovane, agli inizi dell’età adulta? Emise un unico latrato e si accucciò. Incominciai il processo di rigenerazione.
Nel frattempo le spiegai di cosa avevo bisogno.
Appena terminato la cagnolina, riconoscente, iniziò una folle corsa verso la mia destinazione. In breve fummo davanti alla White Base.
Con brevi latrati attirammo l’attenzione dei bambini. Kikka sembrava spaventata, e si nascose dietro a Fraw. Letz e Katz facevano a gara nel lasciare all’altro l’onore di avvicinarsi per primo…
“E’ solo un cane! Non c’è niente di cui aver paura!” disse Amuro. Al suono della sua voce, l’immagine di un amatissimo padrone incominciò a riemergere dalla memoria della mia tramite. Amuro era in uniforme, e la sua immagine si sovrappose, nella testa della bestiola, a quella di un giovane ufficiale… Corse verso di lui, facendogli le feste, e cercando in ogni modo di ottenere le sue carezze… Amuro stranamente non si fece pregare… Oh Infinita Immensità, era poco più di un bambino…

Un colpo mentale ad alta densità mi centrò in pieno, senza danni alla mia tramite.
“Il mostro dagli occhi verdi”… Il drammaturgo umano aveva ragione.
“Smettila scemo! Amuro le ricorda il suo padrone!” Questo fu l’unico pensiero che riuscii a lanciare a YY-Mok, prima che la sua volontà si manifestasse in tutta la sua forza.
Sono certa che William Shakespeare ha sempre ignorato quanto questo mostro fosse pesante, e quanto facessero male le sue zanne e gli artigli. I pensieri di YY-Mok erano feroci, e più la bestiola cercava le carezze di Amuro, più diventavano cattivi.
Non c’era modo di distogliere la sua mente. Spostò l’attenzione sull’ignaro Amuro.
Lui, che aveva sempre guardato agli umani con distacco, si avvicinò ad Amuro e la sua mente lo sfiorò. Amuro alzò lo sguardo. Si trovarono faccia a faccia. Per mio marito, ormai Amuro era un rivale.
Aveva deciso, e niente gli avrebbe fatto cambiare idea.
Era assurdamente illogico. Sarebbe stato come ipotizzare un coinvolgimento fra un microscopico gamberetto kreel dello zooplancton e una femmina umana.
Purtroppo YY-Mok è cocciuto e orgoglioso, anche negli abbagli e fraintendimenti.
Si avvolse nei suoi pensieri, e scomparve. Io lasciai il corpo della mia tramite, e proiettai il mio pensiero alla sua ricerca. Ma YY-Mok si era occultato, e il mio pensiero scivolava su di lui senza trovarlo.
Continuò a ignorarmi fino alla seduta del Consiglio. Nonostante i miei problemi coniugali proseguii le mie osservazioni sugli umani, interagendo equamente con Zeon e Federazione.

Percepii immediatamente, al mio ingresso nella sala, che il Consiglio considerava gli umani pericolosi. Avevo di fronte a me due scelte: o convincevo delle mie ragioni il Consiglio, o convincevo mio marito. Entrambi non era possibile.
Scelsi l’interlocutore più ostinato:
“Sono certa che il Consiglio è a conoscenza che gli umani definiscono se stessi come popolo, sono divisi in due sessi, e ogni individuo ha un nome proprio…” Rivolsi i miei pensieri a YY-Mok, che come ogni membro del Consiglio li recepiva per mera educazione.
“Sapete anche che sono organizzati in uno stato complesso, che si esprime in varie forme, sono regolati da leggi e conoscono l’istituzione del matrimonio?” Qualcuno sembrò scuotersi dall’apatia. Ora facevo sul serio.
Raccolsi tutte le mie facoltà empatiche, e proiettai direttamente nelle loro menti tutte le mie interazioni e scoperte. Riuscii perfino a prevenire tutte le loro obiezioni, fornendo i dettagli prima ancora che le perplessità si manifestassero.
Tutta la mia ricerca, anche se era proiettata nella mente di ogni consigliere, continuava ad avere YY-Mok come interlocutore principale. Gli altri consiglieri cominciarono a osservarlo incuriositi, ed egli incominciò ad agitarsi sul suo scranno, quasi fosse diventato improvvisamente scomodo.
Era il momento di concludere, e lo feci spremendo ogni goccia delle mie facoltà:
“Le affinità fra Yeb e umani sono minime, ma abbastanza da ipotizzare che in un’era lontana, i nostri progenitori fossero abbastanza simili. Mi chiedo cosa sarebbe stato di noi allora, se una civiltà infinitamente più avanzata avesse deciso che eravamo troppo pericolosi.
Abbiamo davvero il diritto d’ergerci a giudici di altre specie?
Gli umani stanno per utilizzare armi di cui non conoscono a fondo le ripercussioni, è vero. Ma noi siamo qui, e possiamo fare qualcosa. Non credo la nostra superiore evoluzione sia un alibi per assistere impassibili a una catastrofe cosmica che cancelli un intero pianeta e il suo satellite!
Ho sempre pensato che i nostri poteri avessero uno scopo più alto che il nostro autocompiacimento, e forse gli umani sono la prova di questo.”.

Presi congedo dal Consiglio come esigeva il cerimoniale, e scivolai verso il settore che abitavamo. Volevo solo entrare nella nostra bolla di rigenerazione (l’equivalente delle vostre brande). Mi sentivo debole: la ricerca, l’interazione con gli umani, l’esposizione al Consiglio mi avevano spossato. Ma soprattutto mi pesava che YY-Mok si fosse chiuso nel silenzio e non volesse ascoltarmi.
Improvvisamente tutto divenne buio… “Tyyl-Nak!” Riconobbi il pensiero e chi lo aveva formulato, e gli rivolsi un’emozione confortante… L’equivalente di un sorriso fra umani.

Percepivo una potente fonte d’energia che irradiava… Il flusso era forte, quasi prepotente… Forse ero all’interno di un Mobil Suit alla deriva verso il Sole… Avevo già cercato di entrare nel MS-06S Zaku di Char e nel FF-X7 Core Fighter di Amuro…
Improvvisamente fui lucida. Ero nella nostra bolla di rigenerazione, accanto ad YY-Mok che mi stava irradiando con tutta la sua forza vitale. Appena si accorse che ero cosciente smise:
“Sei forse impazzita?”.
Mi aveva scaraventato addosso un tale miscuglio di rabbia, senso di colpa e paura che mi avrebbe schiacciato contro la barriera del pavimento, se non fossi stata nella bolla.
Stava per continuare, ma io ero stanca di sentirlo distante, quindi agii prima della sua paternale… Spiegarvi come, dato la nostra fisiologia completamente diversa, richiede che per un secondo immaginiate YY-Mok ed io come due umani:
Mi fiondai fra le sue braccia e lo strinsi forte a me. E sperai che, fra le altre cose, gli passasse per la testa di abbracciarmi a sua volta.
“Non farlo mai più. Né per me, né per il Consiglio, né per gli umani o qualsiasi altra razza. Non rischiare mai più di esaurire l’energia.”.
Promisi. Mai più.
“Ora andiamo. Raggiungiamo gli umani. La decisione del Consiglio deve essere eseguita.”.

Seguivo YY-Mok in silenzio. Infuriava la battaglia di Solomon. Mi condusse in prossimità del Solar System della Federazione, attorno al quale fervevano gli ultimi preparativi.
Per un secondo ebbi paura di quell’arma, quando un’energia enorme si svelò. Ma non era il cannone federale, era ancora inattivo!
“Non pensare. Questo era il mio unico segreto. Ora ne sei parte.”
Fra gli Yeb esistono individui dal potere incommensurabile. Essi non ne fanno mai cenno, neppure con i parenti più stretti. E si rivelano solo in casi eccezionali.
Dei missili furono lanciati da Solomon verso il Solar System.
La superarma federale fece fuoco. Seguii con la mente la traiettoria del colpo. Purtroppo sapevo quali umani sarebbero periti e come. Quelli che videro arrivare il raggio li avvolsi con la mia mente, confortai il loro dolore e annullai la paura... mi chiesero se ero la loro madre, o un angelo. Risposi di sì in entrambi i casi, e rimasi loro accanto.
Quelli che non dovevano morire in quella battaglia, li allontanai dalla traiettoria con colpi mentali ad alta densità.
Il raggio creò un buco nel fianco di Solomon. I missili lanciati verso il Solar System raggiunsero il bersaglio, distruggendo gran parte degli specchi.
“Zenna e Mineva, madre… Salvale!” Aiutai Dozle Zabi nella sua trasmutazione. E lo rassicurai sulla salvezza delle sue care.
Eravamo solo all’inizio… Attendemmo in mezzo agli umani la mossa di Zeon.
“Sei qui per me? Sei la mia guida verso la sfera superiore?” Lei meritava un trattamento speciale. Unico in tutta la storia Yeb.
Assunsi una figura simile a quelle umane, anche se di luce.
“Sì, Lalah, ” le comunicai telepaticamente.
“Il capitano? E il caro Amuro…?” Attinse ai suoi poteri newtype per conoscere la loro sorte.
“Vivranno… Sì…” Poi si rivolse a me:
“Sarebbe stato diverso se avessi incontrato Amuro prima di Char?”
“Bambina mia… non avresti amato Char di meno, anche senza la gratitudine. E la complicità straordinaria che s’instaura fra due Newtype non sarebbe bastata per farti amare Amuro. Almeno non come lui desiderava.”
Lo spirito di Lalah si appannò, poi prese la mia mano e se la portò alla guancia, premendola con la sua.
“Abbiamo appena iniziato… Il cammino è ancora lungo…”.
“E’ così. Ma ora è tempo di andare, Lalah Sune”. Mi sorrise, lasciò la mia mano e scivolò via.

Gihren Zabi ordinò di aprire il fuoco. Il Solar Ray Cannon sparò verso lo schieramento federale.
Nell’atto di sparare distrusse le sue parti. I filtri e gli specchi polarizzatori si sbriciolarono, rendendolo inutilizzabile.
“La pace… La pace era la cosa giusta!” Assicurai al Generale Revil che sarebbe stata pace.
“Zeon… Fa che sia finalmente pace a Zeon!” Assicurai a Degwin Zabi che Zeon avrebbe avuto pace.

La sensazione di freddo e la paura provata dai feriti gravi e dai dispersi nello spazio attirarono la mia attenzione… Mi allontanai da YY-Mok per occuparmi di loro. Improvvisamente percepii che Amuro e Char, sebbene andassero in opposte direzioni, avevano alzato la testa e si erano fermati, guardando verso lo stesso punto. E con loro Artesia, Mirai, i tre bambini e chiunque altro, sulle navi federali o Zeon, avesse facoltà newtype anche latenti. Ma fui sbalordita quando, un istante dopo, tutti gli umani di ambo gli schieramenti si fermarono, e fissarono lo stesso punto dello spazio…
Infinita Immensità, guardavano verso YY-Mok! Ma non potevano vederlo! Eppure sembrava che i loro occhi si perdessero nel suo sguardo, come migliaia di topolini ipnotizzati da un immenso cobra…
Il pensiero di YY-Mok si tradusse in parole umane. Parole imperiose e perentorie.
“Voi sopravvivrete. A tutti i conflitti che la vostra stupidità saprà inventare.”.

“Ora possiamo andarcene. Torneremo a visitare i tuoi protetti fra diecimila anni.”.
In un’infinitesimale frazione di tempo Yeb, i dispersi erano stati recuperati, fra i feriti gravi alcuni erano morti, mentre la maggior parte aveva avuto un miracoloso recupero. E YY-Mok era al mio fianco.

Creai una sfera di energia. Al suo interno registrai tutto quanto era accaduto fino a quel momento. La programmai per entrare in orbita attorno alla Terra e a tutte le sue colonie nel sistema solare, e per estendere la sua orbita man mano che gli umani avessero fondato nuove colonie.
“Che cosa stai facendo?” YY-Mok era… Come dite voi umani? In sostanza alle mie spalle, e sbirciava.
“Lascio un messaggio per gli umani, in modo che un giorno sappiano come sono stati salvati dalla loro stessa follia. E soprattutto che un Yeb ha fatto tutto questo”.
Proprio così. E’ stato YY-Mok a salvarvi. La potenza del Solar System e del Solar Ray Cannon era infinitamente maggiore di quanto risultava dai vostri calcoli. C’era un errore d’impostazione alla base, ma voi non potevate accorgervene al vostro livello tecnologico.
Era questo il punto su cui aveva dibattuto il Consiglio.
Se permettere che le vostre armi dispiegassero il loro reale potere distruttivo, per poi esplodere perché i materiali con cui erano costruite e i sistemi di controllo e puntamento non avrebbero resistito al sovraccarico d’energia. Né all’immenso calore in uscita.
Distruggendo metà del sistema solare, e voi con esso, come conseguenza.
O se intervenire, smorzando l’energia in eccesso, e distruggerle limitando i danni alle persone.
Beh, sapete già qual è stata la nostra decisione.
“Ma insomma, hai finito?” YY-Mok si agita impaziente. Mi chiedo se abbia davvero tutta questa fretta o non sia imbarazzato da quanto vi sto raccontando.
“Sembravano vederti, YY-Mok… Lo hai notato?”
Toh, ha smesso di agitarsi… “E’ vero… Mah, staremo a vedere. Sigilla quel messaggio, Tyyl-Nak. E torniamo a casa che ho fame!”
Mi chiedo quanti maschi umani, sulla Terra e nelle colonie spaziali, stanno usando la stessa frase per troncare una conversazione…
Ci rivedremo fra diecimila anni, specie Homo Sapiens Sapiens.

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